Il prossimo 17 luglio nella “nostra” Milazzo” si terrà un convegno celebrativo della figura di Giorgio Almirante. Non era un “semplice” uomo di destra. No, la storia non può essere “dimenticata” o “riscritta” secondo le proprie convenienze.
Almirante rivestì un ruolo rilevante nella Repubblica Sociale Italiana (fu capo gabinetto del ministero della Cultura popolare), e fu dunque parte attiva nella strategia di repressione e di violenza posta in essere dai nazisti e dai fascisti repubblichini in danno dei partigiani e, spesso, anche della popolazione inerme. E’ in questo contesto di violenza e di recrudescenza che si collocano il ‘manifesto della morte’ apparso nei muri della Maremma a sua firma nella primavera del 1944, nonché gli eccidi che colpirono la nostra terra prima della liberazione.
Redattore della rivista ‘La difesa della razza’, egli fu convintamente anti-semita.
Né l’antisemitismo né la partecipazione attiva al fascismo repubblicano sono mai stati oggetto di un ripensamento da parte sua, neppure nel “dopoguerra“. Se al giorno d’oggi è possibile celebrare in un pubblico convegno una figura dal passato oscuro come quella di Almirante, lo si deve al sangue dei partigiani italiani che immolarono le proprie vite sui monti combattendo la dittatura nazifascista. Questo è un fatto storico inoppugnabile e noi, che nel nostro Statuto abbiamo come valore cardine quello dell’antifascismo, abbiamo il dovere di ricordarlo e mantenere la memoria storica di quello che fu uno dei periodi più neri della storia italiana.
Dedicargli oggi un convegno celebrativo per noi significa recare non solo una ferita alla città di Milazzo, ma anche alla memoria e alla storia della Resistenza italiana, una scelta che non possiamo condividere e abbiamo il diritto-dovere di contestare energicamente.
Associazione Antimafie Rita Atria