La Guardia di finanza di Palermo ha arrestato 6 persone accusate di maltrattamenti contro gli anziani ospiti di una casa di riposo di Palermo.
Per due mesi le intercettazioni hanno permesso di registrate costanti e continue vessazioni fisiche e psicologiche: minacce, calci, colpi di scopa. Esasperati da questa situazione, alcuni anziani erano arrivati anche a compiere atti di autolesionismo.
“Se tu ti muovi di qua ti rompo una gamba, cosi la smetti; devi stare zitta, muta; devi morire, buttare veleno...”. Era un vero e proprio regime di terrore quello instaurato nella casa di riposo “Bell’Aurora” dalla amministratrice Maria Cristina Catalano e da cinque sue dipendenti, tutte finite in carcere. Maltrattamenti e violenze inaudite nei confronti di anziani inermi picchiati con calci, schiaffi, colpi di scopa, perfino legati alle sedie per impedire loro di muoversi. Un campionario di crudeltà documentato in due mesi dalle immagini delle telecamere piazzate di nascosto dai militari della Guardia di Finanza.
Oltre alle violenze fisiche i degenti venivano anche insultati e sottoposti a continue mortificazioni psicologiche: “Sei una schifosa, devi dire che fai schifo” viene detto a una anziana che si lamenta. Insulti accompagnati dalle immancabili percosse fino a costringere la poveretta a ripetere “basta, faccio schifo..” e a schiaffeggiarsi da sola pur di fare cessare quella persecuzione insopportabile.
Emblematiche anche le parole dell’amministratrice della casa di riposo in occasione del soccorso prestato inizialmente ad una degente, poi deceduta: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava…lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente, l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta“.
Non è un caso dunque che il Gip, nell’ordinanza segnali “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano” evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della custodia cautelare in carcere ritenuta l’unica proporzionata alla gravità e alla immoralità della condotta e l’unica a contenere la disumanità degli impulsi”.
“Io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava”, è una delle agghiaccianti dichiarazioni registrate dai microfoni dei finanziari durante il soccorso a un ospite. A parlare è Maria Cristina Catalano, 57 anni, amministratrice di fatto dell’azienda che gestisce l’istituto. Anche lei tra gli arrestati. Alla società le fiamme gialle contestano anche reati fiscali come bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Una delle arrestate avrebbe anche incassato il reddito di cittadinanza fornendo false dichiarazioni.
La casa di cura è stata sequestrata. Dal racconto dei militari emerge un quadro agghiacciante: la struttura non avrebbe utilizzato nessuna precauzione per proteggere gli ospiti dal covid 19. Gli anziani saranno tutti sottoposti al tampone.