Quando un centro per l’immigrazione diventa oasi di accoglienza

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Non sono passate molte settimane dall’inchiesta sul Cie di Trapani, anche a seguito del video inchiesta de “La Repubblica” sulle condizioni di vita in quel centro. In quell’occasione anche “Il Carrettino delle Idee” ha voluto dedicare un suo articolo sulla situazione detentiva per gli immigrati nel nostro Paese. Attraverso una rassegna storica dei provvedimenti in tema di immigrazione in Italia, sono emersi elementi inquietanti e un dato storico ineludibile: gli italiani, o meglio i governi di questi ultimi anni, si sono caratterizzati per politiche restrittive e al limite del diritto internazionale in tema di contrasto all’immigrazione clandestina, riconoscimento dei visti e dello status di rifugiato del migrante.

La tutela del diritto dell’immigrato, ad aver garantito un processo di riconoscimento regolare, trova il proprio quadro di normalità se si sostituiscono i termini di lettura fin d’ora utilizzati, passando dall’emergenza come prassi per impostare gli interventi, all’integrazione come superamento delle difficoltà iniziali e strumento di pianificazione e programmazione delle politiche per l’immigrazione.
Siamo in Sicilia, a Mineo, nella provincia di Catania, in un luogo conosciuto per aver favorito poeti e pensatori nel loro esercizio di sentimento e arte (Luigi Capuana tra tutti ma anche il re dei Siculi, Ducezio). Cittadina, conosciuta soprattutto nelle vicende nazionali per essere attigua alla base militare della Nato di Sigonella, che da circa un anno è anche sede di un CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo). Qui non si parla mai in termini di pericolosità del migrante, l’ordine pubblico – utilizzato spesso per ridurre i centri di accoglienza a vere e proprie strutture detentive – viene superato dalla volontà di fare incontrare istituzioni e migranti attraverso un efficace sistema di comunicazione territoriale che coinvolge appunto enti locali e cariche istituzionali nazionali.
E’ proprio su questo modello di comunità che il CARA di Mineo è riuscito ad organizzare il 15 e 16 luglio scorso, il “CARA Fest 2012 – Incontro dei popoli del Mediterraneo” kermesse  voluta dalla Provincia regionale di Catania e organizzato dal Consorzio Sol.Calatino, di cui l’ente gestore del CARA è associato. Presente anche il Ministro agli Interni, Anna Maria Cancellieri che nonostante avesse assicurato la propria presenza istituzionale nella seconda giornata, ha dovuto anticipare il rientro a Roma. Nutrito il programma e facilmente consultabile al link http://solcalatino.it/articolo.php?id_news=642 , il grande evento ha voluto valorizzare alcuni motivi di interesse interreligioso, gastronomico e di prossimità, aprendo le porte alla comunità cittadini di Mineo per uno scambio effettivo con il territorio. E’ utile ricordare come la Sicilia vanti numerose piazze in cui ogni estate si ritrovano migliaia di turisti per eventi etno-gastronomici con al centro pietanze tipiche di tutto il mediterraneo (il “Cous Cous Festival” a San Vito Lo Capo, sagre, manifestazioni culinari e rassegne del gusto in ogni borgo marinaro dell’Isola).
Il Cara Festival 2012 ha presentato una serie di convegni e di appuntamenti che, partendo dall’esperienza del privato sociale e del Terzo settore specializzato nell’organizzazione di eventi e di kermesse a sfondo solidale, hanno favorito il dialogo tra realtà, il confronto tra culture e religioni del bacino del Mediterraneo, attraverso laboratori e interscambio di patrimoni artistici e fotografici con al centro la degustazione di specialità tipiche del luogo e momenti ludici e di svago per gli ospiti del CARA. Il termine “ospite” non è occasionale.
Nel CARA di Mineo si respira aria di fratellanza e presenza delle Istituzioni. Lo stesso presidente della Provincia, On. Giuseppe Castiglione non ha mancato di sottolineare l’aspetto culturale della presenza degli immigrati nel nostro paese, intesa come una risorsa per la società italiana.
“Il  Calatino ha investito molto sulle politiche di accoglienza e integrazione, candidandosi a divenire un presidio stabile per i migranti aldilà dell’emergenza”, ha affermato a margine della manifestazione il presidente del Consorzio Sol.Calatino Paolo Ragusa. La presenza del Governo, nel responsabile agli Interni, è stata per gli organizzatori una testimonianza di un confronto istituzionale che deve essere ricercato in ogni sede, quando al centro del dibattito si vuole promuove l’integrazione. “Questa due giorni, sarà ricordata come il primo grande evento di integrazione nel quale, scrivendo semplicemente una storia di ordinaria normalità, gli ospiti di un CARA sono diventati gli attori principali di un momento di promozione umana proposto all’intera comunità locale” conclude Ragusa.
Mineo, Sicilia, una zona del mondo – come affermano gli organizzatori – che può e deve assumere rispetto a una nuova concezione dell’accoglienza dei flussi di popoli provenienti dai “Sud del mondo”, valorizzandone le potenzialità umane, sociali, culturali ed economiche in un’ottica di solidarietà mediterranea, non più meramente assistenzialistica, ma propositiva ed efficace, per uno vero sviluppo dei popoli coinvolti.
La due giorni è stata organizzata dall’ATI gestore del CARA di Mineo,dal soggetto attuatore, On. Giuseppe Castiglione, dalla Fondazione di Comunità del Calatino ‘Don Luigi Sturzo’ e dalla Fondazione ÈBBENE, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Provincia Regionale di Catania, dal Comune di Mineo, dall’UPI e dall’ANCI.
Gestione trasparente e costi contenuti, nonostante le esose spese di affitto sono elementi che lasciano vedere nel CARA di Mineo un modello da esportare nelle altre realtà di accoglienza sparse lungo lo stivale.
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