Via Francigena, il percorso che porta in Italia

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La via prosegue senza fine

Lungi dall’uscio dal quale parte

Ora la via è fuggita avanti

Devo inseguirla ad ogni costo

Rincorrendola con piedi alati

Sin all’incrocio con una più larga

Dove si uniscono piste e sentieri.

E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

 

Mi piaceva salire sul vostro “carretto” delle idee con i versi di Tolkien che accompagnano il viaggio di Bilbo, l’hobbit che scopre l’Anello magico del famoso libro fantasy. Una scoperta e un seguire da vicino qualcosa che nasce, o meglio, che rinasce.

Perché ciò di cui voglio parlarvi è la riscoperta che in questi ultimi anni si sta avendo della via Francigena, la via che storicamente viene dalle “France”. Anticamente con tale nome sono stati chiamati più percorsi che venendo da ovest entravano in Italia. Ha due percorsi principali: uno viene da ovest, il percorso seguito dai pellegrini che provenivano dal Santiago de Compostela, dalla Spagna e dal sud della Francia, passa dal Monginevro e giunge fino a Torino e Vercelli; l’altro è quello che viene dal nord, dall’Inghilterra e dalla Francia del Nord, passa dal Gran San Bernardo e giunge fino ad Aosta per poi arrivare a Vercelli dove si ricongiunge con l’altro percorso. Da lì la strada diventa una e si sviluppa lungo l’itinerario che passa da Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontemoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo, Roma. Viene denominata così per la prima volta in un documento del 876 conservato nell’Abbazia di S.Salvatore sul Monte Amiata in riferimento ad un terreno posseduto da un tale e confinante con la “via Francisca”, la nostra via Francigena, con cui già al tempo veniva denominata la strada che conduceva a Roma e da lì ai grandi porti per l’oriente, per Gerusalemme.

Ed in Sicilia, con l’aiuto di studiosi e storici, come l’erudito Giuseppe Arlotta, già Priore per il Sud Italia della Confraternita di San Jacopo di Compostella,  si va riscoprendo questa via che percorre tutta la Sicilia attraverso le sue più importanti direttive. Tre percorsi che, partendo da Palermo da Siracusa e da Agrigento, confluiscono a Messina, la città franca dei porti e degli “spitali” delle più importanti congregazioni monastico-militari del Medioevo, i Templari, gli Ospitaleri di Gerusalemme e i  cavalieri Teutonici, punto di partenza per i porti d’Oriente e transito per i pellegrini diretti a Roma o Santiago. Transita da città ricche d’arte, di segni del pellegrinaggio e di bellezze naturali note a tutti.

A sforzarsi di recuperare questa strada, il suo significato, la sua memoria e le sue vestigia sono tutt’oggi associazioni scout come il MASCI, il Moviento Adulti Scout Cattolici Italiani con le sue molte comunità sparse per il territorio e la stessa Confraternita di San Jacopo di Compostella, con il suo Priore Siciliano Massimo Porta, sempre disponibile a mettersi attorno ad un tavolo  e progettare nuove idee per la riscoperta dei beni siciliani connessi ai Cammini antichi. Nuova arrivata in questo panorama, la nostra associazione “Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia” che sin dal nome riunisce tutti coloro che vogliono tutelare da “amici” queste antiche strade, che tanto antiche poi non sono dato che sono ripercorse da tutti coloro che attraversano statali e autostrade che ne ricalcano i tracciati.

Obiettivi per il nuovo anno saranno quindi la mappatura e la tracciatura dei percorsi, desunti dai documenti storici, la segnalazione degli stessi lungo le tratte principali e, passo più importante perché ottenibile solo grazie all’appoggio delle istituzioni, religiose e civili, la creazione di una rete di ospitalità, gli antichi spitali, per i pellegrini e i turisti che vorranno percorrerle queste strade.

Siamo convinti che nuova vita nasce dalla storia della nostra isola, nuova speranza si mette in movimento solo se la via viene spianata, nuove possibilità si profilano all’orizzonte per i pellegrini, viandanti di ieri e di oggi che decideranno di diventare Custodi della loro terra, Custodi del loro cammino, Custodi della loro Via.

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