Servoscala: vendesi barriera architettonica
Varallo, provincia di Vercelli, Piemonte. Per agevolare le persone in carrozzina l’Oratorio parrocchiale “Sottoriva” ha pensato bene di raccogliere i fondi necessari all’abbattimento delle scale che separano l’ingresso dai piani superiori.
Nel fare questo i ragazzi del centro hanno indetto una campagna di sensibilizzazione denominata «Compra un gradino» invitando ad acquistare un gradino al costo di 20 euro, per realizzare quel servoscala utile all’accesso delle persone diversamente abili ai locali.
A pubblicizzare l’iniziativa uno spot, già presente sul canale youtube e girato all’interno della struttura, che ha per attori ragazzi normodotati e diversamente abili, allo scopo di sensibilizzare le persone sulle difficoltà che devono superare quotidianamente le persone disabili, soprattutto quando i locali ospitano attività ricreative, di educazione alla mondialità e di promozione sociale.
Tra qualche giorno inizieranno i lavori per la posa dell’opera. Se l’iniziativa otterrà la giusta attenzione, la struttura dell’oratorio sarà davvero accessibile a tutti, anche a chi ha problemi motori e ai non vedenti.Il progetto di installazione delle servoscale non era più rinviabile in quanto i locali sono utilizzati anche da diverse associazioni locali per incontri e riunioni.
Occorre dire che poche Regioni hanno messo a disposizione dei fondi specifici per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei locali adibiti per le comunità come gli Oratori. E’ il caso della Regione Puglia. Ne sono destinatari, in genere, gli enti pubblici e privati, che gestiscono oratori annessi a parrocchie o luoghi di culto, situati in comuni del territorio regionale con meno di quindicimila abitanti.
Per la Regione Piemonte è prevista come in tutta Italia però la procedura filtrata dal Comune di appartenenza, in conto capitale, come previsto dalla Legge 13/89 ( e il relativo D.M. attuativo 236/89), la normativa che disciplina l’accessibilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche, ne stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici.
Resta comunque il dato di crescita del protagonismo di chi con libertà decide di rivolgersi direttamente ai benefattori, alla sensibilità dei privati e agli sforzi di chi vuole fare crescere, sviluppare i fondi utili a sostenere un’azione (nel caso di Varallo un’opera di ammodernamento della sede dell’Oratorio)senza finalità di lucro. Si chiama fund raising e trova la propria intuizione nella galassia delle organizzazioni no profit ma anche da parte dei servizi pubblici che vogliono sostenere obiettivi a scopo sociale.
L’accessibilità in Italia si fonda, va ricordato, proprio sulla Costituzione e a Varallo la Costituzione la stanno applicando i ragazzi dell’Oratorio. Plauso!