Nei locali della nostra università succede di tutto, lo sappiamo, ma che si arrivasse anche a subire pesanti aggressioni fisiche è una delle cose che non avremmo mai voluto raccontare. Nel racconto ci limiteremo ad esporre solo i fatti, nudi e crudi, come sono accaduti, lasciando libertà al lettore di fare le deduzioni del caso.
Il teatro degli eventi è il dipartimento di Geologia, il cui corso di laurea ha, come ormai quasi tutti i corsi, un gruppo, sul social network Facebook (http://facebook.com/groups/50569906281 ), creato e gestito dagli studenti come risorsa di studio e per lo scambio di informazioni rapide e utili sul corso di laurea e sul dipartimento, nel quale come buona consuetudine chi lo amministra tiene a precisare che gli argomenti pubblicati devono riguardare solo ed esclusivamente la Geologia e l’università, per evitare, come è usuale su tale social network, che il gruppo stesso si trasformi in una bacheca priva di senso e utilità nel quale le informazioni, spesso le uniche in assenza di quelle ufficiali, possano essere nascoste da informazioni più o meno serie ma che esulano dagli intenti per il quale il gruppo nasce.
Accade che, intorno alla giornata del 10 febbraio, uno studente, che ricopre tra l’altro l’incarico pubblico di consigliere comunale nel comune di sua residenza, presenta nel suo profilo sullo stesso social network richiami al periodo fascista e citazioni di esponenti di tale periodo, inserisca in tale gruppo un video dedicato alla Giornata del ricordo, ricorrenza che cade in quei giorni. In seguito a tale pubblicazione, e coerentemente con quanto previsto dagli scopi del gruppo, diversi iscritti fanno notare che tale video esula dagli scopi del gruppo e nasce di conseguenza un nutrito dibattito, al quale, tra gli altri, partecipa anche uno studente laureando, il quale faceva notare allo studente l’incoerenza tra alcune sue affermazioni; il dibattito si conclude quando, nel rispetto delle linee guida del gruppo, un amministratore cancella il tutto, ribadendo gli scopi per il quale il gruppo stesso è stato creato.
Passate diverse settimane, lo studente laureando si trovava all’interno del dipartimento, all’uscita della biblioteca, per andare ad un incontro col proprio relatore, quando viene avvicinato dallo studente di cui sopra con fare minaccioso, il quale gli contestava il diritto di commentare le sue pubblicazioni; non essendo intenzionato a discutere oltre su un argomento che riteneva ormai datato, e avendo fretta di arrivare all’appuntamento col proprio relatore, lo studente laureando si allontana lasciando l’altro alle sue spalle. Accade però che nel momento in cui lo stesso si gira, viene aggredito dallo stesso con un colpo alla testa, e in seguito con spintoni e schiaffi, approfittando anche del fatto che il laureando fosse impedito nei movimenti da uno zaino e da una borsa contenenti computer e documenti per la tesi, che lo hanno inoltre sbilanciato, lasciandolo alla mercé dell’aggressore che, dopo averlo sbattuto con ripetuti colpi al volto contro la porta dell’ascensore, lo trascina a terra continuando a imperversare su di lui, passando dai pugni ai calci, avendo cura di assestarli sulla schiena dell’aggredito, dove è possibile procurare più danni. Il tutto termina quando tre studenti e colleghi presenti nella zona si schierano a protezione dello studente a terra, e un addetto dell’università allontana dalla zona l’aggressore, intento ancora ad inveire e minacciare anche da fuori l’edificio.
Lo studente è stato in seguito accompagnato al pronto soccorso dal proprio relatore.
Come detto all’inizio, questi sono solo i fatti, così come sono avvenuti, e anche se riteniamo vergognoso che tali eventi possano accadere all’interno delle strutture di ateneo, crediamo che sia compito della comunità accademica e delle sue istituzioni, dare un giudizio di merito e prendere provvedimenti adeguati.
R&P