Agrigento, proposta area marina protetta

Un’area marina protetta tra la foce del fiume Platani e la scala dei Turchi la proposta lanciata dalle associazioni Green Life e Marevivo in occasione del convegno dall’omonimo titolo, concluso nei giorni scorsi ad Agrigento: un’idea – progetto che interessa il litorale costiero e in particolare i comuni di Realmonte, Siculiana, Montallegro e Cattolica Eraclea.

All’incontro, moderato dal giornalista della Rai Puccio Corona, cui hanno preso parte autorità locali, altre associazioni ambientaliste come Legambiente e WWF e i direttori di Arpa Sicilia, Ispra, Foreste Demaniali della Regione e un rappresentante del Ministero dell’Ambiente, è stata sottolineata l’importanza di preservare l’importante zona costiera che rischia di rimanere esposta al degrado e alla perdita delle ricchezze naturali a causa dell’incuria, dello sfruttamento e dell’antropizzazione non controllata.

Green Life negli ultimi dieci anni, attraverso progetti portati avanti nel campo della tutela e della promozione ambientale, ha monitorato il graduale regresso della zona in cui dovrebbe nascere la riserva, ma anche studiato e valutato le potenzialità, fondamentali per il rilancio di tutta la provincia agrigentina in termini di sviluppo economico sostenibile, da aggiungere al consolidato turismo culturale.

Dopo la raccolta delle istanze avanzate dalla comunità, che considera a rischio l’equilibrio naturale della fascia costiera, gli operatori locali sono concordi nel considerare un’area marina protetta come strumento d’attrazione turistica, al fine di incrementare il turismo spesso “mordi e fuggi”.

Considerazioni condivise da Sergio Marino di ARPA Sicilia e da Stefano Donati, responsabile della Segreteria Tecnica delle AMP del Ministero dell’Ambiente, che hanno sottolineato come i flussi del turismo naturalistico registrati negli ultimi anni in Italia contano il 50% di presenze in più ad esempio in Toscana, grazie soprattutto alla buona programmazione locale e alla sapiente gestione del territorio. Donati ha ricordato come pescatori e operatori locali delle AMP hanno finalmente compreso l’importanza di diversificare la propria  attività lavorativa, messa a rischio a causa del depauperamento di risorse ittiche, trovando nuove forme di sviluppo e di successo nella promozione d’attività turistiche a tema con l’ambiente e la natura. “Marevivo ha cercato il sostegno delle altre associazioni ambientaliste – ha dichiarato Fabio Galluzzo, delegato provinciale e promotore dell’iniziativa – che operano nel territorio, impegnate a partecipare ai prossimi tavoli di lavoro per avviare il cammino che conduce alla presentazione dell’istanza. Il dibattito ha messo in luce le perplessità che gli amministratori di alcuni dei comuni rivieraschi hanno relativamente all’istituzione di un’area protetta, vista dalle popolazioni locali esclusivamente come un’ulteriore limitazione alla fruizione di un’ampia fascia di territorio, senza nessuna assicurazione di un ritorno economico. I sindaci presenti al convegno hanno avuto rassicurazione, soprattutto dal responsabile del Ministero dell’Ambiente, che la procedura amministrativa della potenziale istituzione dell’area dovrà passare attraverso le comunità locali, che faranno da “cabina di regia”: le scelte dovranno essere condivise da tutti. Conclusione che sembra unire tutti, nel comune interesse per il futuro della provincia agrigentina, che non troverà sicuramente sbocchi nell’industria, nelle trivellazioni petrolifere e nei rigassifigatori, al contrario deve investire su idee che leghino identità culturale e storia con natura, ambiente e sostenibilità.