Al Pride in divisa, rischia il licenziamento

Due provvedimenti disciplinari che comminati tra loro potrebbero valergli il licenziamento dal corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questa la pena che il dipartimento nazionale dei VVFF ha previsto nei confronti di Costantino Saporito, il pompiere e rappresentante sindacale USB che lo scorso 10 giugno ha preso parte insieme ad alcuni colleghi e colleghe nel Roma Pride.

 

Riconoscendosi nello spirito costituzionale, antifascista e repubblicano del documento politico del Roma Pride il coordinamento “USB – Vigili del fuoco” ha deciso di prendere parte in maniera pubblica e riconoscibile alla parata dell’orgoglio LGBTQI per le strade capitoline ritenendo «fondamentale la partecipazione di un sindacato a una manifestazione come il Pride», afferma Saporito, unico ad essere colpito dal provvedimento. «Il Pride – continua – si basa sul riconoscimento dei diritti alla persona. Non si possono avere diritti sul luogo di lavoro se non si hanno i diritti della persona. Fare il soccorritore significa soccorrere tutti, senza badare se chi si soccorre è un uomo o una donna, di quale religione o orientamento sessuale sia».

 

Una decisione che non è stata accolta favorevolmente dal corpo secondo cui i manifestanti avrebbero «esposto la divisa del corpo nazionale dei vigili del fuoco al pubblico ludibrio». La pietra dello scandalo sarebbe, infatti, la divisa poiché la delegazione, una sessantina di persone in totale, oltre ad uno striscione riconducibile alla sigla sindacale con lo slogan “Le lotte uniscono quello che le ingiustizie vogliono separare”, indossava la divisa del corpo senza alcuna autorizzazione in contravvenzione con il comma 3 dell’articolo 8 dpr 64/2012 per cui «il personale è tenuto ad avere cura dell’uniforme di servizio, in quanto la stessa costituisce elemento di dotazione individuale che, in relazione alla natura dei compiti istituzionali e del contesto ambientale e/o temporale in cui il personale opera, è funzionale alla sicurezza dell’operatore ed assicura l’immediata riconoscibilità della qualifica rivestita».

 

«In realtà – replica – i vigili del fuoco non hanno una divisa ma dei DPI, dispositivi di protezione individuale. Per queste ragioni, non esiste un’autorizzazione da poter richiedere perché noi non siamo andati come corpo nazionale ma come organizzazione sindacale». Contrastanti già dalla sera stessa le reazioni tra i colleghi e le altre sigle sindacali. In sostegno di Saporito gli iscritti dell’USB hanno lanciato una campagna mediatica rivendicando la partecipazione all’evento «con gli hashtag #licenziatepureme e #iostoconcostantino sono pronti a raccogliere le adesioni e la solidarietà di quanti vogliono dire no all’inaudito attacco portato dai dirigenti del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco alla libertà di espressione e a quella di manifestare, sancite dalla Costituzione. Non si possono avere diritti sui luoghi di lavoro senza la libertà di manifestare».