Sconcerto e sgomento sono le emozioni che attraversano la città di Barcellona Pozzo di Gotto ad un giorno dal funerale del prof. Alberto Genovese, scomparso a 68 anni il giorno di capodanno.
Il professore, da pochi anni in pensione, è stato un uomo generoso, oltre che di grande cultura. È morto “senza fare rumore” così come è vissuto, senza clamori e in punta di piedi. Sarà ricordato da tutti per la sua mitezza d’animo, anche per questo è stato amato da tutti i suoi studenti nel corso della sua carriera di professore nei licei.
La cultura e l’arte, dopo l’insegnamento, erano i due settori nei quali aveva speso la sua intera vita, appassionandosi di libri, di giornalismo, di pittura e scultura.
Vicino ai movimenti culturali più impegnati in città (come ad esempio il Movimento per la Divulgazione Culturale presieduto dal maestro d’arte Giuseppe Messina e l’Associazione Ars Vivendi diretta e coordinata dal professore e artista Vito Natoli), Alberto Genovese ha contribuito alla loro crescita restando dietro le quinte e preferendo l’assenza dalle luci e dai palcoscenici.
È morto lasciando a tutti un grande insegnamento: si può diventare uomini grandi, importanti e apprezzati anche mantenendo un profilo basso e l’umiltà che ci rendono amabili agli occhi degli altri.