Intervistiamo il giornalista A. De Pascale, nominato da poco Osservatore e presto a Gazza.
“Il nostro Viceministro della difesa Gianluigi Magri è arrivato a Gaza con un primo convoglio di aiuti umanitari, il secondo o il terzo che riesce ad arrivare in questo primo mese di guerra, per farli entrare si è approfittato delle pause umanitarie chieste dall’ONU o mediate dall’Egitto. In questa occasione Magri ha annunciato che nei prossimi giorni, da diversi paesi europei arriveranno anche una serie di Osservatori, tra questi ci sono anch’io”.
Il primo convoglio di aiuti umanitari dal paese ch’è tra i primi produttori di armi al mondo.
L’obiettivo sarà “controllare la situazione”, dopo il ritiro avvenuto da pochi giorni delle truppe di terra israeliane. All’INTERNO della striscia non ci sono più carri armati, truppe di terra, blindati, ma sono all’ESTERNO, ai varchi esterni in territorio israeliano, nella zona meglio definita di cuscinetto tra Israele e Gaza.
“La striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto, con una lunghezza di circa 40 km e larga circa 8-9 km confinata da un lato dal mare. Sostanzialmente dei topi in gabbia. Avevano chiuso i varchi israeliani e hanno continuato a bombardare con i caccia, mentre dal mare di Gazza sparavano colpi di artiglieria dalle navi”.
La striscia di Gaza diventa nuovamente teatro di una guerra israelo-palestinese.
Ciò ch’è contenuto all’interno della striscia di Gazza veramente merita questo accanimento di armi, di mezzi, di strutture e di uomini?
Lo Stato Maggiore delle Difesa pensa una cosa, l’Intelligence ne pensa un’altra, il Governo cerca di mediare, sempre se di mediazione possiamo parlare. Tra gli obiettivi, proposti SUL TAVOLO, c’era anche il rovesciamento di Hamas. Quindi l’occupazione della striscia e il rovesciamento di Hamas, ma i servizi israeliani hanno sconsigliato per il semplice motivo che ormai Hamas all’interno della striscia è quasi la più moderata. Aldilà del braccio armato di Hamas ci sono una serie di fazioni ancora più estremiste”.
Qual è la reale posta in gioco?
“Quando giri per Gaza senti continuamente il ronzio dei droni (aerei senza pilota), impari che finché senti questo rumore sei abbastanza tranquillo, appena non lo senti più vedi il fuggi fuggi generale, significa che le telecamere dei droni hanno visto qualcosa, che stanno per arrivare gli F-16 a bombardare. La cosa che più mi inquieta e non capisco, è quando per colpire una rampa per il lancio dei missili colpisci una casa e ammazzi una famiglia. Ne colpisci uno e ne armi altre 100, perché tutto quel clan famigliare (la famiglia estesa alla medio orientale), imbraccerà le armi per combattere gli israeliani, è un cane che si morde la coda. Infatti, sono ricominciati gli attentati in terra israeliana aldilà del lancio di razzi continuo.
La popolazione di Gaza è tra due fuochi: all’interno Hamas e all’esterno Israele. La popolazione è solo una vittima, viene usata come scudo umano. Nel momento in cui tu riempi il sottoscala dell’ospedale di razzi, è ovvio che l’ospedale viene bombardato tre volte. Questo è un crimine di guerra. In questo mese di guerra sono morte oltre 1.870 persone”.
Come è un crimine utilizzare dei bambini. È notizia di qualche settimana fa, ch’è stato rasato a terra un asilo con un bulldozer. Quindi nessuno è un porto franco.
“L’ONU ha protestato ben 3 volte perché sono state colpite scuole dell’Agenzia ONU per la Palestina”.
L’ONU ha protestato!
Lo ‘Sterminio sulla striscia di Gaza’, non risparmia niente e nessuno. Uomini, donne e bambini.
L’ONU ha protestato!
Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, che ha visto la morte di milioni e milioni di vite umane, nasce l’ONU con l’obiettivo di mantenere la pace mondiale, ma soprattutto con la promessa che mai più si sarebbe permesso all’umanità di commettere simili crimini. Mai più il mondo intero sarebbe entrato in guerra. Mai più saremmo arrivati a una terza guerra mondiale. Mai più innocenti o colpevoli sarebbero morti per un’ideologia, una religione, una convinzione, per interessi altrui. Una speranza che svanisce ogni volta che ci arrivano notizie da Gazza. La sensazione d’impotenza e d’incomprensione si ripresenta. Come possiamo permettere o volere uno sterminio? Sì, uno sterminio! Ancora una volta.
Ma soprattutto perché restare a guardare.
In seguito l’intervista integrale con il giornalista De Pascale: http://spreaker.com/user/ilcarrettinodelleidee/de-pascale-io-a-gaza-come-osservatore