I FATTI
Giorno 15 aprile 2016, l’assessore Girlando del Comune di Catania, ha chiesto alla Presidente della fondazione, Alfia Milazzo, di inviargli un video in cui illustrava le attività della nostra scuola. Lo scopo era quello di mostrarlo a “stakeholder, imprese, ecc.” per promuovere il nostro impegno. Come si sa, la nostra fondazione “La città invisibile” vive di donazioni private. Volendo migliorare i locali che il Comune ci ha concesso per continuare la nostra attività, abbiamo cercato sponsor privati che ci aiutassero. L’iniziativa quindi a nostro avviso doveva essere un’opportunità per far conoscere i nostri progetti.
Così la Milazzo ha inviato via Whats up un video di un minuto in cui spiega ciò che abbiamo fatto e ciò che abbiamo in animo di fare. In questo video non ha mai ringraziato il sindaco Bianco né l’assessore. Dichiara semplicemente che “grazie alla sede che il comune ci ha dato in comodato d’uso gratuito, potremo ampliare i nostri programmi”.
Caruso in un articolo del 23 aprile scorso su “I siciliani”, in cui commenta l’incontro del sindaco Bianco con la città, avvenuto il 23 aprile scorso al Circolo di San Leone, accusa la Milazzo falsamente di aver ringraziato in questo video più volte “sua maestà il sindaco”.
Questo video è stato mostrato sì nell’incontro del sindaco Bianco con la città, incontro a cui noi non eravamo presenti, ma noi non avevamo compreso che l’obbiettivo dell’incontro fosse quello di dare spazio all’immagine politica del sindaco. Se lo avessimo capito, avremmo certamente declinato l’invito. E non per ragioni partitiche. Al contrario, per ragioni di a-partiticità del nostro ruolo; noi infatti vogliamo restar fuori dall’agone partitico che non ci appartiene e non rientra nei nostri scopi sociali.
L’invettiva di Caruso su “I siciliani”, che sottolinea con compiaciuta, ironica, ingiusta cattiveria nei nostri confronti, come “la brillante Alfia Milazzo (quella dell’orchestra giovanile Falcone-Borsellino), ringrazia più volte – come tutti gli altri – sua maestà il sindaco per l’eccelsa bravura nell’amministrare la città e l’ex scuola generosamente concessale;” è dunque pretestuosa e falsa. Intanto i locali sono stati concessi alla Fondazione La città invisibile, ente giuridico no profit e riconosciuto, non alla dottoressa Alfia Milazzo. Inoltre la nostra presidente non ha affatto parlato di amministrazione della città, né buona né cattiva: abbiamo il video che lo dimostra. E’ quindi senza verità la dichiarazione di Caruso, che si erge a paladino del sapere, senza in realtà sapere, o voler sapere affatto. E infatti, lo si deduce ancora meglio da come continua il suo discorso: “se i ragazzini di San Cristoforo avranno una scuola in meno, che importa?”
Un altro fatto è proprio questo: la scuola Caronda. Il primo piano del plesso di via Orfanelli a noi dato in concessione, che apparteneva alla scuola Caronda, è stato in verità tolto alla scuola molto prima che lo si assegnasse a noi e indipendentemente dal fatto di concederlo poi all’Orchestra. Una volta che la scuola è stata chiusa, rischiava, come è avvenuto a tanti altri edifici, di essere abbandonata e depredata. La nostra presenza nei locali del primo piano, ha prodotto invece due conseguenze positive:
1.la riapertura di una scuola per tutti e gratuita nel quartiere, “La Scuola di vita e orchestra Falcone Borsellino”. Molti dei programmi che ivi si svolgono sono realizzati in collaborazione con la Scuola Caronda, per cui quasi tutti i bambini che la frequentano e ne godono lo spazio formativo provengono proprio dall’Istituto Caronda;
2. la riqualificazione di un bene degradato che sta nel cuore della città, attraverso la ricerca di sponsor per il suo miglioramento.
Ecco perché sarebbe stato più corretto dire che noi non abbiamo tolto ma restituito una scuola al quartiere di San Cristoforo col nostro lavoro VOLONTARIO, quindi LIBERO E GRATUITO. E anche questo lo abbiamo dimostrato.
Sulle condizioni della Caronda, plesso di via Acquicella, di cui parla l’articolo di Caruso, in seguito al crollo del muro, vorremmo segnalare che se Caruso e la città ne è venuta a conoscenza è stato perché proprio “La Città invisibile” ha invitato con una telefonata la testata di Meridionews, proprio per aiutare i bambini della scuola. Il 9 marzo scorso. E anche questo possiamo provarlo. Lo abbiamo fatto scegliendo di non apparire nell’articolo, come invece fanno alcuni, per puro protagonismo. Perché a noi non interessa altro che il bene dei bambini. E abbiamo stima del corpo docente di questo Istituto, che affronta ogni giorno sfide eroiche, nell’indifferenza di molti, tra i quali lo stesso Caruso, il quale sa parlare posticciamente di situazioni che altri si sono preoccupati di risolvere. Comunque, la scuola, certamente, non avrebbe avuto bisogno di noi né di Caruso per invitare un giornalista a documentare lo stato dell’edificio, in quanto il nostro solo “merito” è il non aver lasciato soli i bimbi, mentre più di noi hanno merito la preside Battaglia, e tutti i docenti e il personale della scuola. Ripeto: veri eroi di questa città.
Durante l’inaugurazione della sede avvenuta il 6 marzo scorso, abbiamo invece ringraziato il sindaco Bianco. E anche questo non abbiamo paura di provarlo. Dopo quasi 3 anni di manifestazioni pacifiche e un costante confronto condotto con determinazione ma sempre pacato e civile, in cui la nostra fondazione non ha mai voluto avviare un attacco politico personale contro il sindaco e la sua giunta, ma solo una discussione attiva tra rappresentati di enti istituzionali, è stato un atto dovuto e costruttivo per il bene dei bambini di San Cristoforo. Un atto di civiltà, condiviso con i volontari e le famiglie del territorio, che hanno capito l’importanza di ciò che tutti insieme abbiamo ottenuto: infatti abbiamo dimostrato che anche a Catania si possono raggiungere traguardi di civiltà senza occupare illegalmente un bene abbandonato e senza raccomandazioni politiche. Ci siamo riusciti con la collaborazione e l’intelligenza di tutti gli attori della vicenda. Anche del sindaco e della sua opposizione. Una vittoria della città, trasversale, di destra e di sinistra e di centro, dei grillini e dei non grillini, dei magistrati e delle forze di polizia e dei trentamila italiani che hanno firmato una petizione a sostegno dell’Orchestra. Una vittoria, della nostra scuola e della società civile. E questo è un punto fermo, dal quale bisogna partire per costruire qualcosa di nuovo e di diverso in questa città.
LA RIFLESSIONE
Pasolini scrisse il suo famoso monologo “Io so” perché, non essendo un magistrato, ma un intellettuale, poteva solo denunciare i nomi dei mandanti delle stragi che hanno insanguinato l’Italia senza averne le prove. I nomi che lui faceva erano: Andreotti, gli affiliati alla P2 e le frange politiche di estrema destra.
Pasolini non si sarebbe mai sognato di applicare il suo “Io so” ad una realtà come “La città invisibile”, perché è proprio il pensiero di intellettuali come Pasolini (che tra l’altro amava molto la musica come Giuseppe Fava) ad ispirare e guidare le nostre azioni educative. La nostra scuola infatti ogni giorno, dal 2009 ad oggi, ha formato gratuitamente e senza finanziamenti pubblici, quasi 800 ragazzi (a volte simili ai Ragazzi di vita e ai Riccetto dei racconti di Pasolini) nella musica orchestrale e oltre 5000 nell’antimafia. Caruso lo sa bene, tanto che nel 2014 i nostri ragazzi hanno suonato (senza nulla pretendere) al “suo” Gapa per ricordare Giuseppe Fava, e dal 2013 l’orchestra ha sempre suonato per Fava, alla presenza affettuosa della compianta Elena, di sua figlia Francesca e quest’anno anche di Claudio Fava, e ai membri della Fondazione Fava. Nel 2013 venne a sentirli anche il procuratore Giovanni Salvi, invitato dall’Orchestra, poiché Salvi non si perdeva mai un concerto dei ragazzini. Lo dimostrano le decine di foto che lo ritraggono insieme a lui in tante occasioni. Tra le quali quella davanti al Palazzo di giustizia, dove, per un’idea della Milazzo e dell’avvocato Rosalba Vitale, si è realizzato insieme ad altre associazioni, un presidio di “Scorta civica” in difesa dei magistrati minacciati dalla mafia, concluso con il concerto dei bambini dell’Orchestra.
Non meritavamo di essere, di fatto, accusati di lecchinismo e di ossequiosità nei confronti del potere politico, vista la nostra riconosciuta storia di indipendenza nelle azioni. Noi rivendichiamo il fatto di non voler intestare ad un qualsiasi partito le nostre battaglie come una cosa sacrosanta e giusta. Non solo perché rappresentiamo dei bambini, ma anche perché rappresentiamo la vera azione antimafia. E’ infatti un grande male che affligge gli attivisti, quello di trovare più facile criticare chi sta loro accanto nella trincea, benché con forme di ispirazione politica e metodologie diverse, piuttosto che colpire bersagli ben più ardui ma forse ideologicamente più prossimi. Perché è facile fare le battaglie antimafia lamentandosi e fomentando fazioni assurde, mentre il nemico si rafforza e rinserra le sue perverse fila. Facile sparare contro chi come noi rispetta la correttezza delle informazioni e non usa i giornali per calunniare chi lotta ogni giorno. O forse dà fastidio proprio il successo che siamo riusciti a ottenere con questi metodi puliti? Dà fastidio che nello stesso quartiere di San Cristoforo oltre al Gapa vi sia una Scuola piena di bambini, seguiti con cura ma senza strumentalizzazioni partitiche?
Per tutte queste ragioni Pasolini avrebbe consigliato a Caruso di rispolverare un altro intellettuale molto più adatto a definire la confusione nelle dichiarazioni da lui prodotte sulla Città invisibile: Socrate e il suo “Io so di non sapere”.
Sarebbe stato più deontologicamente corretto, da un punto di vista giornalistico, se Caruso, che conosce bene i nostri recapiti, avesse provato almeno a interpellarci prima e a darci l’opportunità di raccontargli i fatti. Ma lui non è Pasolini né Socrate. E anche questo è provato. Ora è provato.