Allarme Inquinamento Acustico a Messina

Pubblicato sul sito del Comune di Messina il rapporto annuale sull’inquinamento acustico generato dal traffico veicolare relativo al 2013. Un documento di 130 pagine pieno di grafici, formule e analisi che evidenzia come le principali vie di transito cittadino ( dal Boccetta al Viale della Libertà, da Via La Farina a Tremestieri, passando dal Viale San Martino e proseguendo per Via delle Vettovaglie sino ad arrivare alla Prefettura di Via Garibaldi) utilizzate per l’attraversamento dello Stretto di Messina abbiano di gran lunga superato i limiti previsti dalla legge. Ed a fronte di un limite notturno di rumore di fondo di 55 decibel ,nei grafici pubblicati, si evidenziano costanti e duraturi sforamenti di oltre 12/15 decibel rispetto al limite di legge; la stessa cosa vale per i limiti diurni e lo sforamento rispetto ai limiti di legge è di altre i 10 punti percentuali.

Da cittadini non educati ai parametri della qualità della vita, anche se si tratta della nostra, abbiamo consentito che dal 2001 ad oggi le cose non solo non cambiassero ma che peggiorassero, fino ad arrivare alla strabiliante cifra di due milioni e 323.884 mila autoveicoli che hanno invaso il nostro Centro Cittadino come cavallette per attraversare lo Stretto e di questi oltre un quarto, pari a 699 mila e 985, sono stati i mezzi pesanti che nel 2013 hanno preferito per oltre il 90% la Rada San Francesco o il Molo Norimberga in minima parte (e quindi l’entrare in città) al più defilato porto di Tremestieri.

Ma se i freddi grafici non bastano, come dimostrano dieci anni di pubblicazioni passate sostanzialmente sotto silenzio, per farci gridare aiuto forse quello che è successo a Venezia, Città chiaramente più in alto di noi nella classifica dei parametri sulla qualità della vita, può aiutarci a capire di cosa stiamo parlando. In quel caso dovette intervenire la Magistratura che con un Ordinanza del 2004 si mosse in via cautelativa per lo sforamento di soli 3 decibel e far chiudere una rete ferroviaria gestita da una società privata. (Nell’adottare il provvedimento in esame, il Giudice veneziano ha precisato come le immissioni sonore che superano di almeno tre decibel il livello del rumore di fondo in una determinata zona ed eccedono, quindi, la normale tollerabilità, siano idonee a ledere, di per sé, il diritto alla salute, potendo determinare delle limitazioni funzionali – pur anche soltanto temporanee – dell’integrità psicofisica degli esseri umani, a prescindere dalla dimostrazione concreta di una vera e propria invalidità permanente. Ha quindi disposto, in via cautelare, l’eliminazione della fonte delle immissioni acustiche potenzialmente nocive, ordinando l’immediata cessazione del transito notturno di treni merci alla società che gestisce la linea ferroviaria, al fine di evitare che i tempi dell’ordinario giudizio di merito potessero comportare un danno irreparabile per gli aventi diritto.)

E noi che dal 2001, data in cui è iniziata la misurazione dell’inquinamento acustico in città, siamo lesi da parametri ben oltre i limiti e per 24 ore su 24 cosa abbiamo fatto ? La domanda al di là dall’essere retorica o demagogica rispecchia i dati di fatto che i Firmatari del Rapporto e gli stessi Tecnici che l’hanno predisposto e pubblicato (il Dirigente del Dipartimento Mobilità Urbana, Ing. Mario Pizzino, l’Assessore al ramo Ing. Gaetano Cacciola e gli Ingg. Fabio Bonfiglio, Fabio Musso e Fabio Piromalli) hanno indicato come le cause principali a cui attribuire questo danno alla nostra salute e alla nostra qualità della vita. “Gli alti livelli acustici misurati nel 2013, quasi invariati rispetto a quelli rilevati nel 2012, sono originati, e ne rappresentano l’effetto, dal permanere, nell’anno esaminato, di tutte le principali criticità inerenti la mobilità urbana, di seguito elencate. 1. Trasporto pubblico collettivo, svolto con un parco macchine assolutamente insufficiente e vetusto, inadeguato a soddisfare l’esigenza di una mobilità sostenibile finalizzata ad un uso sempre più ridotto e limitato, negli spostamenti urbani, del veicolo privato.

2. Deficit infrastrutturale (apertura, solo parziale, degli svincoli autostradali di Giostra ed Annunziata, via del mare da realizzare, ampliamento ed adeguamento del porto di Tremestieri, ….) e conseguente saturazione della rete stradale cittadina. 3. Violazioni diffuse delle norme del Codice della Strada, con riduzione, quindi, della fluidità della circolazione veicolare. 4. Rilevante traffico di transito, da e per Sicilia, nel centro urbano, con un numero di veicoli, nel 2013, pari a 2.323.884 unità di cui 699.985 mezzi pesanti. Il porto di Tremestieri, il più lontano dal centro cittadino e nelle immediate vicinanze del relativo svincolo autostradale, è sempre meno utilizzato dai mezzi pesanti. Nel 2013 si è registrato il minimo numero di veicoli pesanti transitati da questo porto circa l’ 80% in meno rispetto al 2007. Sono aumentati, invece, i mezzi pesanti imbarcati/sbarcati nei porti del centro storico (Norimberga incluso), con un picco massimo raggiunto proprio nel 2013, circa il 29% in più rispetto al 2007. La percentuale di utilizzo di questo porto è stata nel 2013 pari all’11%, percentuale questa inferiore anche al 2012, nonostante la piccola inversione di tendenza, degli ultimi due mesi dell’anno dovuta al provvedimento del 21.10.13 finalizzato ad obbligare i cosiddetti mezzi pesanti che attraversano lo Stretto di Messina ad utilizzare gli approdi di Tremestieri impedendone il transito all’interno del centro storico”.

 

Ma il dato che forse più di tutti colpisce è quello che rileva come dal 2005/2007 ad oggi , anni in cui si è aperto il porto di Tremestieri, il traffico dei mezzi pesanti che hanno preferito attraversare il centro cittadino per attraversare lo Stretto ed imbarcarsi al molo Norimberga e in massima parte alla Rada San Francesco, sia via via aumentato sino a raggiungere il 90% per cento del transito totale e la domanda a cui il rapporto non può rispondere è: si tratta solo di problemi tecnici legati al raddoppio del molo di Tremestieri, di lavori mai totalmente e completamente compiuti, di mareggiate che una stagione invernale si e l’altra pure provocano danni alle strutture o c’è dell’altro ?

La relazione oltre ad essere pubblicata sul sito del Comune è stata indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e a quello dell’Ambiente, al Presidente della Regione Siciliana e ai vari Assessorati della Regione interessati al tema, al Prefetto di Messina e al Presidente dell’Autorità Portuale, al Direttore Generale dell’ ARPA di Messina e a quello Sicilia e all’ISPRA, perché come ci hanno dichiarato in molti. Messina non può e non deve essere lasciata sola in questa battaglia.

 

“La questione che si trascina da anni si può risolvere in due modi, ci dichiara l’Assessore all’Ambiente Ialacqua a cui la Relazione è stata trasmessa per competenza: o in difesa, con mezzi palliativi che non risolvono come ad es. il cemento non-assorbente oppure all’attacco, con mezzi che incidano sulla diminuzione del volume del traffico cittadino. Messina ha due componenti rilevanti di volume di traffico quello urbano e quello di transito. Per quello di transito, ovviamente, si deve prevedere una deviazione che non interessi il Centro Cittadino mentre per quello urbano, invece, si deve ragionare con il potenziamento dei mezzi pubblici, delle isole pedonali e delle piste ciclabili e cioè tutti quei mezzi che possano portare a disincentivare l’utilizzo del mezzo privato di trasporto; tutte cose che l’Amministrazione ha in parte realizzato o ha in animo di compiere a breve ”.

 

Pietro Giunta