Ambiente. Da Messina Plastic Free A Friday For Future, i cittadini Rispondono Al Greenwashing Politico.

Messina. Da anni, la società civile organizza iniziative per l’educazione ecologica, la manutenzione e la cura dei Beni Comuni. Dai ragazzi di Friday for Future agli attivisti di Messina Plastic Free, la cittadinanza risponde al greenwashing dei politici della città.

 Domenica 27 settembre il lungolago di Ganzirri ha accolto l’iniziativa del gruppo ambientalista Plastic Free, un’associazione che sensibilizza la cittadinanza alla riduzione e all’evitare il consumo della plastica. I membri di plastic free Messina si sono sforzati di ripulire il lago di Ganzirri, raccogliendo circa 40 sacchi di immondizia abbandonata nello specchio d’acqua. 

Mentre i volontari raccoglievano bottiglie di plastica, lattine e posate non riciclabili, molti messinesi si recavano in un qualsiasi bar della città a fare colazione. Niente di male. Normale routine. Una tazza di caffè o una granita e un po’ d’acqua versata in un bicchiere plastica. Trovato l’ossimoro. Per meglio dire: individuata la contraddizione.

Sebbene la lotta al cambiamento climatico debba partire dal sistema in cui viviamo e la maggiore responsabilità la abbiano le grandi multinazionali, l’agire individuale e di una singola comunità è fondamentale. Si potrebbe riprendere anche uno storico motto: PENSARE GLOBALE, AGIRE LOCALE.

Nell’ultimo anno i ragazzi di Friday For Future (FFF) hanno invaso le strade delle nostre città. Le loro proteste hanno acceso i riflettori sulla questione ecologica, fondamentale per il futuro del Pianeta. Poi è arrivato il coronavirus che ha immobilizzato le piazze ma non ha fermato le proteste.

L’auspicata ripartenza, dopo il lockdown, ha dato priorità alla transizione ecologica: bonus per la micromobilità, incentivi  sia per motori ibridi o elettrici che per la ristrutturazione ad impatto 0 e tante altre iniziative.

L’ordinanza non (ri)conosciuta:

Anche il Comune di Messina aveva accolto con entusiasmo le proposte ecologiche lanciate dai Venerdì di protesta. Tra il marzo e l’aprile 2019, il Consiglio Comunale aveva portato varie volte come ordine del giorno la tematica del plastic free.Come spesso è accaduto, per velocizzare anche l’iter, il sindaco Cateno De Luca ha effettuato il sorpasso: ha emesso un’ordinanza. Lunedì 8 aprile viene divulgata e pubblicata nell’Albo Pretorio del comune di Messina l’ordinanza 86/2019 con il seguente oggetto:

“Ordinanza relativa al divieto di commercializzazione e distribuzione degli shoppers buste (borse per la spesa) in polietilene e dell’uso di contenitori, di stoviglie monouso e di qualunque altro materiale e/o manufatto non biodegradabile e compostibile”  

Novanta giorni dopo la sua pubblicazione, ovvero lunedì 8 luglio 2019, il provvedimento di De Luca è entrato in vigore. Ma con scarsi risultati. Tutt’oggi sono numerosissimi gli esercenti che distribuiscono stoviglie in plastica monouso, infrangendo così l’ordinanza. In alcune recenti interviste, molti locali non erano neanche a conoscenza dell’ordinanza.

Qualche giorno fa, lo stesso De Luca ha dichiarato in un’intervista a Tempostretto che “quello intrapreso è un percorso culturale […] ci rendiamo conto che forzare la mano su questo aspetto significherebbe contribuire a dare il colpo di grazia ad un economia che è stata segnata purtroppo anche dal Covid”.

Nel mentre, il consiglio comunale approva l’incremento della tariffa sulla spazzatura, proposto dall’attuale giunta, che da 46 milioni e 300 mila euro passa a 48 milioni e mezzo. Un aumento che graverà sui cittadini con aumento della TARI dell’1%. Già la città dello Stretto si posizionava nella classifica delle 10 Tari più costose d’Italia. L’amministrazione De Luca viene meno al suo programma triennale. Difatti, l’imposta sulla spazzatura doveva essere ridotta del ben 30%. La stessa amministrazione dichiara che vi saranno riduzioni per le aziende che hanno subito il lockdown.

…una risposta dalla cittadinanza:

Se da un lato l’amministrazione comunale si presenta parte protagonista di un greenwashing di stampo politico, dall’altro aziende come l’A.M.A.M., vari dipartimenti universitari, ed associazioni giovanili hanno avviato programmi di educazione ecologica con la distribuzione di borracce per ridurre l’utilizzo delle bottigliette di plastica.

Bisognerebbe, dunque, incentivare l’utilizzo di borracce mediante un’installazione capillare di fontane potabili o distributori gratuiti in tutta la città. Inoltre, il processo culturale dell’amministrazione De Luca non si dovrebbe fermare con la pandemia. Se in tutto il territorio nazionale ed europeo la parola d’ordine della ripartenza è green economy, anche nella città peloritana la si dovrebbe assimilare.

Non contravvenzioni agli esercenti ma incentivi:

Il comune, difatti, con le associazioni di categoria potrebbe promuovere una certificazione plastic free che, a sua volta, potrebbe essere fondamentale per una riduzione della Tari per gli esercenti.