La nostra rubrica “Messina e il cancro destinato ai nipoti” prosegue lungo le strade che congiungono Messina ai Peloritani, nello specifico ai Colli Sarrizzo. L’ambiente idilliaco, avvolto dal verde della sua vegetazione, che è stato ripreso a grandi linee pure nel film horror Cruel Peter, i monti che spalleggiano la città di Messina si strutturano su cumuli di spazzatura urbana.
A differenza di quanto documentato nell’articolo della discarica di amianto di Viale Giostra ai margini della Strada Statale 113 si ergono cumuli sacchi stracolmi di spazzatura. Pupazzi, materassi, plastica e umido sono protagonisti dei polmoni verdi della città.
L’intervento delle autorità vi è pure stato. Ma si è limitato ad apporre un nastro rosso e bianco sul ciglio della strada per segnalare la presenza del cumulo ingombrante agli automobilisti.
Le difficoltà dei cittadini nella raccolta porta a porta non sono una scusante per la presenza di questa discarica diffusa. Né lo può essere la presunta inadempienza di chi è competente alla raccolta di tali rifiuti. Il problema si presenta come strutturale. Si presenta vasto e diffuso come lo è la presenza di queste discariche sul nostro territorio.
Negli scorsi mesi il Comune ha formato e autorizzato l’operato di diciannove ispettori ambientali, che su base volontaria dovrebbero segnalare alle autorità chi getta i rifiuti al di fuori del carrellato condominiale o del proprio mastello. Non sarebbe utile, almeno, far svolgere un lavoro di mappatura di queste discariche per permettere un tempestivo smaltimento? Difatti, l’arrivo della stagione estiva renderà insopportabile l’odore delle strade per giungere ad uno dei luoghi più belli della nostra città che dovrebbe essere fulcro anche della promozione turistica del territorio.