Apologia dell’odio

L’odio è passione; se non hai mai odiato non hai mai sentito il vero gusto della vita. Il sangue che ribolle, la mente che perde ogni segno di normalità, che ti vomita in faccia fatti anche vecchissimi che non hai mai dimenticato. Quello strano sapore che ti arriva in bocca quando arriva la sensazione perfetta. L’odio non è solo rancore, l’odio è vivere al cento per cento. L’odio è vita.

Ti dicono di non odiare, che è sbagliato, perché solo una persona che conosce questo sentimento può dirsi completa e sicura di sé stessa. Fottili. Odia.

Non ho mai compreso l’ostracismo che voi, persone per bene, a modo, rispettose di quanto c’è di bello al mondo, ponete verso il mio sentimento preferito. È facile dire che amare è bello, anche perché è meravigliosamente vero. Mi piace pure quando cercate di descrivere la beltà dell’amore, ne decantate le doti e spacciate per fantastico tutto quello che capita mentre siete innamorati. Mi piace perché io amo la verità, e tutto questo è vero.

L’amore, quello vero, è una delle parti integranti della nostra esistenza, un motore invisibile. In filosofia non sono mai stato particolarmente bravo (diciamo piuttosto che non seguivo nulla, detestavo la prof), eppure sono sicuro che qualcuno l’abbia chiamato Dio, più o meno verso il terzo e il quarto liceo scientifico.

Ecco, io tutto questo vostro sforzo lo ammiro, lo adoro e lo apprezzo. Io credo nell’amore, perché credo fermamente nel suo opposto; come non si può negare il buio, una volta che comprendi cosa sia la luce, come quando capisci la distinzione tra bene e male, e sai che uno non avrebbe motivo di esistere senza l’altro.

Io credo nell’odio, è il mio biglietto da visita. Credo nel mio motore interiore, quello che mi dà forza, mi dà voglia di vivere. Odiando vivi tutto più veloce, in maniera più intensa, internamente hai un qualcosa in più, una marcia particolare. Sticazzi della bontà fine a sé stessa, io odio.

Io odio, perché so che il mondo non va sempre come vuoi. So che aspetti un pezzo di torta sacher e ti arriva un boccone di fango; so che volendo fermamente qualcosa non è detto che tu l’ottenga, e comunque difficilmente ti farai posto con le tue cazzo di buone maniere. Ho assaporato il bene più assoluto, la pace dei sensi; ha pochi confronti, lo ammetto. Al contempo, però, ho assaggiato l’odio. L’ho sentito, sapete, mentre fremeva nelle mie vene. Ho sentito un qualcosa pulsare, nella mia mente; come nei cartoni animati o nei fumetti, quando si gonfia la vena, avete presente? Ecco, bravi. Quella.

Tirare su col naso qualcosa senza motivo, gonfiare il petto, sentire il rumore delle ossa delle mani. Non è un qualcosa di paragonabile con niente. Non hai necessariamente un obiettivo, è questo il bello dell’odio. Puoi odiare tutti o nessuno; il vicino che fa bordello la mattina alle 11 quando ne avrebbe diritto ma tu stai dormendo, il tuo sindaco perché hai sempre qualcosa per cui lamentarti, chi sfrutta la tua fiducia, chi ti prende per il culo. Anche uno dall’altra parte del mondo che scrive una minchiata sotto un video dei Pearl Jam su Youtube. Puoi odiare tutti o nessuno. Puoi immagazzinare odio, portarlo dentro, trasformarlo in un’altra forma di energia.

Ed è lì, come nel più classico dei momenti à la Fight Club, che capisci di essere vivo; hai due alternative, incanalare l’odio verso qualcosa o trasformarlo, perché È energia, non si disperde mai. Trasformando l’odio ti rinnovi. Diventi un altro. Saluti il tuo stupido costume da uomo, diventi qualcosa di nuovo, qualcosa di stupendamente bello e puro, come un angelo; dopotutto anche Lucifero, a volerla dire tutta, era un angelo, famoso per aver incanalato il suo odio verso la persona sbagliata.

Perché l’odio è un’arma a doppio taglio, direte voi. Odiando puoi metterti contro le persone sbagliate, puoi rovinarti l’esistenza.

Perché, amando no?

Perdi il controllo, odiando.

Perché, amando no?

L’odio ti acceca.

…Questa già la sapete, dai.

L’odio è passione. Passione pura, al cento per cento. Adrenalina. Meglio di una serata a farsi di cocaina o a sbronzarsi di brutto per una storia finita male. L’odio ti esalta, ti dà motivi per vivere. Ti fa capire cosa puoi diventare, perché quando odi sei te stesso, senza limiti, senza barriere. Non hai niente da perdere, e se ce l’hai stai tranquillo che te ne rendi conto; te ne sbatti il cazzo, ma te ne rendi conto.

Perché in quel momento in cui passione e adrenalina ti percorrono lo senti quel brivido: quello, caro lettore, è il tuo interruttore. Quando senti quel brivido alla schiena stai bene, talmente tanto bene da essere, finalmente, vivo.

Non bisogna abusarne. Ma se non hai mai provato odio vero, odio puro, odio anche mosso da amore, non hai mai vissuto.

Altro che siate folli e siate affamati. Odiate. È questo il miglior consiglio che vi si possa dare.