Appuntamento in cantina

La prima volta che il cugino di secondo grado la portò in cantina, in un appartamento in centro a Udine, aveva appena 7 anni. Le ordinò di chiudere gli occhi, e le promise: “Dobbiamo fare una cosa, poi possiamo giocare a carte”.

Lui, pensionato di 62 anni, avrebbe dovuto prendersi cura di lei, mentre mamma e papà erano al lavoro. Ma non lo ha fatto. Le chiedeva “cose che le donne devono fare” anche se lei donna non era, e non lo sarebbe stata per un po’.

E’ andata avanti così fino al 2007, prigioniera in quella cantina, lei ha continuato a subire quelle mani che la cercavano, quelle richieste indecenti, anche se lui non è arrivato a imporre un rapporto completo.

“Sei sicura di non aver detto niente ai tuoi genitori?” si sincerava. E lei annuiva, sprofondando sempre di più in un silenzio funestato da incubi notturni e comportamenti sfuggenti.

Un banco di nebbia che si è diradato improvvisamente un giorno, alla scuola media, quando in seguito a una lite con un compagno, la sua rabbia interiore ruppe gli argini e nel dialogo che ne seguì cominciò a raccontare alla madre che lui le aveva fatto “cose”.

Sono partite le denunce, e le indagini della Procura, coordinate dal pubblico ministero Maria Grazia Zaina.

Lui, una carriera prestigiosa alle spalle con un ruolo di tutto rispetto, è stato arrestato ieri dagli uomini della Squadra mobile coordinati dal vice questore aggiunto Massimiliano Ortolan e trasferito al carcere di via Spalato. Dovrà trascorrervi sei anni, uno per ogni anno che lei ha trascorso a sciupare la sua infanzia chiusa in quella cantina, semmai una corrispondenza si può fare.

Agli uomini della Mobile è toccato il compito di eseguire l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Udine, la sentenza di condanna era stata pronunciata dal tribunale a Udine nel 2009 è stata impugnata dall’imputato, quindi confermata dalla Corte d’Appello di Trieste pochi giorni fa.