Sono passati già 13 anni dalla morte di Attilio Manca, ritrovato cadavere nella sua abitazione di Viterbo. A ricordarlo e a fare il punto sulla situazione giudiziaria ci penseranno i familiari e altre personalità il prossimo 13 febbraio, a partire dalle 16:00, nei locali dell’Auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto.
All’incontro dal titolo “…E se Attilio fosse tuo fratello?” sono previsti gli interventi di Flora Agostino, Fabio Repici e Antonio Ingroia in qualità di legali della famiglia Manca, Giulia Sarti della Commissione Parlamentare Antimafia, Marcello Minasi quale ex procuratore generale presso la Corte di Appello di Messina, Renato Accorinti attuale sindaco della città di Messina, Maria Teresa Collica docente universitaria ed ex sindaca di Barcellona Pozzo di Gotto, Lorenzo Baldo in qualità di giornalista (già autore di un volume sulla storia di Attilio), Giorgio Bongiovanni di Antimafia Duemila e, infine, dell’attore Fabio La Rosa.
Al convegno, moderato dal giornalista Luciano Armeli Iapichino, parteciperanno Gino, Angelica e Gianluca, rispettivamente padre, madre e fratello di Attilio Manca. La famiglia non ha smesso di lottare per arrivare alla verità fin dai primi momenti della notizia della morte del congiunto. Il fratello Luca, di professione avvocato, ha portato in giro per l’Italia la storia di Attilio per quel principio di giustizia a cui tutti dovrebbero aspirare.
La morte di Attilio viene considerata dalla Procura di Viterbo un suicidio, nonostante sembri avere tutte le caratteristiche di un omicidio di mafia. I familiari, gli amici, gli avvocati e una buona fetta di società civile ritengono, infatti, che Attilio sia stato spinto al silenzio perché presumibilmente avrebbe operato Bernardo Provenzano alla prostata, essendo un urologo e avendo sperimentato per primo l’intervento in laparoscopia.
Ricordiamo che il giovane medico è stato ritrovato morto in circostanze che non possono che destare sospetti; tra le varie: semisvestito, rivolto con il viso sul piumone, i testicoli gonfi forse dopo un calcio ricevuto e il setto nasale rotto. Evenienza, quest’ultima, che difficilmente poteva sopraggiungere da una semplice caduta con il viso sul telecomando del televisore presente sul letto. Oltre al fatto ancora più eclatante che Attilio si sarebbe suicidato con un’overdose iniettata nel braccio sinistro. “Come è possibile – si chiedono i legali e la famiglia – che ciò sia avvenuto se era un mancino puro? Attilio operava con la mano sinistra…”.
Di questi e di moltissimi altri fatti, con aggiornamenti sullo stato del dibattimento giudiziario, si discuterà il prossimo sabato 11 febbraio a Barcellona Pozzo di Gotto. La famiglia non spegnerà i riflettori su Attilio finché anche l’ultimo dettaglio sulla sua morte non sia stato chiarito del tutto.