Aula Aut incontra Salvo Vitale

“La nostra rivoluzione si baserà sulla cultura e sul coraggio. La mafia si sconfigge nel momento

in cui si smette di farla interloquire con i cittadini” Comincia con queste parole di Sonny Foschino, presidente dell’Associazione Peppino Impastato di Messina un altro incontro del

progetto Aula Aut, inaugurato l’11 aprile che ha come obiettivo di portare all’interno di un’aula

autogestita i temi della legalità. Ieri il Maurolico ha incontrato il compagno e l’amico più caro di

Peppino Impastato, Salvo Vitale, insieme a Lorenzo Randazzo, l’attore che nel film I Cento

Passi ha interpretato Impastato quando era bambino e l’artista nazionale antimafia Gaetano

Porcasi. Salvo Vitale ha salutato gli studenti complimentandosi subito per l’iniziativa: “Ho

accettato l’invito soltanto perché ho saputo che siete riusciti a conquistare un aula

autogestendola e oggi siamo qui ripercorrendo il metodo maieutico di Danilo Dolci e che ancor

prima di lui è stato teorizzato da Socrate. Ci si guarda tutti con tutti”. Quello del professor

Salvo Vitale, e degli altri ospiti non è stato tuttavia un monologo. Infatti, lui, sin da subito ha

invitato gli studenti a porre delle domande. Alla prima- su cosa abbia provato quando ha

saputo della morte di Peppino- ha risposto con tono molto emozionato:”La notizia me l’ha data

mia madre che come tutte le massaie si alzava di buon’ora , prima dell’alba. La notizia ufficiale

era che Peppino era saltato in aria con la bomba che lui stesso aveva messo. L’idea era comoda a tutti. Le indagini non le fecero a casa dei mafiosi ma a casa nostra. A un compagno

sequestrarono un volantino delle brigate rosse, ad un altro un coltello di cucina. Noi abbiamo

dovuto fare le indagini, quando siamo andati sul posto abbiamo visto delle tracce di sangue nel

casolare . Ma la verità giudiziaria è arrivata tardi” . A Lorenzo Randazzo i giovani studenti

hanno invece chiesto cosa ha provato nell’interpretare il ruolo di Peppino: “Conoscevo

benissimo la storia di Peppino Impastato perché la mia famiglia faceva parte del circolo

culturale che si vede all’inizio del film . Quando hanno girato il film per me è stata una grande

emozione. A 13 anni avevo l’età esatta in cui Peppino si rende conto di appartenere ad una

famiglia mafiosa e decide di cambiare direzione”. Salvo Vitale ha poi ricordato l’esperienza di

Radio Aut e della sua trasmissione più famosa: “Il venerdì c’era Onda Pazza. Era una

trasmissione solo apparentemente improvvisata. Mi ricordo che un giorno Peppino portò in radio

una notizia clamorosa: lo stanziamento di tantissimi soldi per costruire un villaggio di diporto.

Gli azionisti era tutti prestanome di Tano Badalamenti. Il tono era dissacrante. Parlavamo male

dei mafiosi convinti che fosse questa l’idea di democrazia”. Alla fine dell’incontro i ragazzi

hanno chiesto all’artista Gaetano Porcasi di chiarire l’importanza del suo impegno, sperando che

i suoi quadri possano cominciare a popolare le scuole cittadine: “Mi ricordo che vent’anni fa,

quando sono successe le stragi io mi trovavo in Sardegna. Davanti a quelle immagini tutti

etichettavano i siciliani come mafiosi. Allora poi ho cominciato a costruire la nostra memoria.

Scrivevo con i pennelli e la tela è diventata la carta. I miei quadri non sono un pezzo di

arredamento ma racchiudono una storia. Raccontare attraverso la pittura è anche un modo per

disancorarsi dal ricordo della singola commemorazione”. E proprio questo sembra lo spirito che

anima Aula Aut: uscire fuori dalla retorica imperante, conoscendo più da vicino la storia di

Sicilia, i grandi nomi che hanno scandito la lotta alla mafia, cercando di recuperare il valore

delle parole, del dialogo e della cultura.