Avvisi di garanzia a Vittoria

Ed è ombra sulle elezioni 2016 di Vittoria, in cui ha vinto al ballottaggio con una lista civica Giovanni Moscato con il 55%16 dei voti. Francesco Aiello, il candidato di Pdr-Sicilia Futura, è arrivato secondo al ballottaggio con il 44,84% Entrambi i conditati sono assurti agli oneri della cronaca perché indagati per scambio politico-mafioso con tanto d’avviso di garanzia. I reati oggetto dell’inchiesta della Procura di Catania, condotta dall’aggiunto Amedeo Bertone e dal sostituto Valentina Sincero, si riferiscono all’attuale campagna elettorale e alle precedenti amministrative del 2011. L’inchiesta scaturisce dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Biagio Gravina e Rosario Avila. Sono nove, in tutto, gli indagati: fra loro Lisa Pisani, la candidata del Pd alle elezioni di Vittoria che è rimasta fuori dal ballottaggio,  il primo cittadino uscente Giuseppe Nicosia (Pd) e il fratello di quest’ultimo, Fabio Nicosia. I nomi degli altri indagati: Cesare Campailla, Raffaele Giunta (entrambi candidati al consiglio comunale), Maurizio Distefano, Raffaele Di Pietro.

 I collaboratori di giustizia hanno raccontato di promesse elettorali ad esponenti mafiosi della zona, che avrebbero garantito il loro appoggio in cambio di favori e in particolare di posti di lavoro.

Non si è fatta attendere la reazione del primo cittadino Giuseppe Nicosia: “Comunico – dichiara il primo cittadino – di avere ricevuto questa mattina un’informazione di garanzia, assieme ad altri soggetti, per voto di scambio, e ritengo doveroso che l’opinione pubblica sappia immediatamente, dal momento che rivesto ancora, anche se per pochi giorni, un ruolo pubblico, tutto ciò che riguarda il sindaco della città. La cosa mi lascia basito e addolorato, pur nella assoluta certezza che si tratti di calunnie che, al vaglio della magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, non potranno che rivelarsi come tali, e non potranno che scontrarsi con l’ultraventennale attività professionale da me svolta in favore delle vittime della criminalità, nonché con le decine di azioni giudiziarie intentate contro esponenti dei clan mafiosi, dai quali è naturale aspettarsi vendette, anche attraverso false accuse. Queste calunnie, che riprendono vecchie accuse riportate dal quotidiano Repubblica in un articolo del 2008 e già ampiamente chiarite e superate dalla magistratura, si scontrano anche con l’attività svolta in qualità di sindaco della città: assieme agli uffici che mi hanno collaborato, sono stato in questi dieci anni un argine di legalità, e ho rappresentato l’ente in ogni sede, penale e civile, contro i clan della città. Ma di questo si occuperà la magistratura. Il coinvolgimento nell’indagine di altri soggetti, comunque impegnati nell’agone politico, e che sento di ritenere anch’essi – anche quelli più distanti dalla mia posizione politica – vittime di un’ingiustificata e infondata accusa infamante, mi fa temere un generalizzato e indiscriminato attacco all’immagine e al futuro della città. Su alcune cose non mi sono mai voluto esprimere, ma a più riprese la macchina del fango, finora sempre smentita dagli approfondimenti giudiziari, si è diffusa nei gangli vitali, nei settori economici e in quelli politici della città, con il coinvolgimento di settori criminali che evidentemente non hanno gradito l’azione di legalità portata avanti con determinazione dalla mia amministrazione. Detto ciò, avendo ormai terminato il mio mandato, continuerò da privato a difendere la mia immagine e la mia onorabilità, ma anche l’immagine della città, e lo farò, come è mia abitudine, nelle sedi giudiziarie, nelle quali, ne sono convinto, la verità riesce sempre a trionfare. In quelle stesse sedi denuncerò per calunnia chi ha inteso vendicarsi calunniandomi. Sebbene io ritenga fantasiose, infamanti e prive di fondamento le accuse che mi vengono mosse, la mia etica mi induce sin da ora a manifestare la mia assoluta indisponibilità a ricoprire in futuro cariche o ruoli nel partito, fin quando non sarà accertata, come sono assolutamente fiducioso che accadrà, la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati. E non intendo avvalermi neanche di un’eventuale prescrizione, perché voglio che sia la magistratura ad acclarare e a smascherare il disegno criminoso che esponenti mafiosi, evidentemente toccati dalla mia azione e dalle mie denunce contro i clan, e ispirati da chissà chi, hanno inteso macchinare”.

Giovanni Moscato si dichiara estraneo alla vicenda: “Il mio nome non figura in nessuna delle dichiarazioni dei soggetti che hanno acceso i riflettori su questa vicenda al vaglio della magistratura inquirente”; Francesco Aiello si dice tranquillo e convinto di voler portare avanti il suo impegno e tramite il proprio legale ha presentato alla procura richiesta di essere sentito prima del ballottaggio.

Mentre La Pisani ripone piena fiducia nella magistratura, fiduciosa del fatto che tutte le circostanze saranno presto chiarite nelle opportune sedi, dove potrà ribadire la sua totale estraneità ai fatti.