Basta coi lunghi e disumani trasporti di animali

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Cavalli, maiali, capre, agnelli, mucche, polli… A questi e ad altri poveri animali sono inflitti dall’uomo viaggi inumani e terribili di molti chilometri, durante i quali essi sono stipati fino all’inverosimile su mezzi e tenuti in condizioni oltre ogni limite della decenza.

Ogni anno, ad esempio, sono migliaia i cavalli che vengono trasportati vivi da Spagna, Europa Orientale ed altre aree verso l’Italia, in particolare del Sud, per essere macellati dopo un viaggio di 36-46 ore.

Ai cavalli vengono negati riposo, cibo e acqua sufficienti durante il viaggio, infrangendo le norme dell’Unione Europea destinate a proteggerli. Gli animali sono sottoposti a sofferenze continue a causa del sovraffollamento e a temperature roventi che spesso superano i 40° C. Tali condizioni provocano uno stress estremo a questi animali così sensibili, durante le loro ultime ore di vita. Il lungo viaggio per la macellazione è inutilmente crudele. I cavalli subiscono tutto questo per un motivo: se macellati in Italia, la loro carne può essere ingannevolmente venduta ai consumatori come di origine “tradizionalmente italiana”. Le nazioni devono applicare le norme UE sul trasporto degli animali vivi per sostenere l’esistente commercio più pietoso di carne refrigerata o congelata, che costituisce già una fetta significativa del mercato della carne di cavallo in Italia.

Ogni settimana, qualcosa come 15.000 capre sono stipate sui camion per un viaggio di 2300 km dalla Namibia al Sud Africa.

Esse subiscono il trasporto per 36 ore senza mangiare e senza bere, con in più la possibilità che già siano state senza acqua, cibo o riparo per molte ore prima di essere caricate. A causa di temperature roventi che superano regolarmente 40° C, molti animali muoiono di disidratazione. Altri vengono uccisi da malattie respiratorie. I cadaveri restano addossati agli animali vivi fino al momento dello scarico. Quelli che sopravvivono al viaggio è possibile abbiano riportato gravi ferite, come conseguenza di una guida poco attenta, oppure che siano stati accecati dalla polvere delle strade.

Molti maiali vengono trasportati vivi per oltre 4.500 chilometri, via terra e via mare, dal Canada occidentale alle Hawaii, in un viaggio che dura fino a nove giorni.

Centinaia di maiali sono stipati insieme al buio, in condizioni di sovraffollamento, prima su un camion, poi in una nave. Sono affamati ed esausti e restano per lungo tempo senza cibo. La chinetosi provoca loro il vomito. Costretti a stare sui loro stessi escrementi, i suini sopportano temperature roventi, che spesso superano i 75° F. Gli animali che non ce la fanno muoiono di malattie legate allo stress o contratte durante il viaggio, oppure semplicemente schiacciati. Quelli che sopravvivono fanno fatica a camminare, quando vengono scaricati brutalmente in recinti di cemento affollati e sporchi presso il mattatoio.

Ogni settimana migliaia di bovini vivi sopportano un viaggio di tre settimane dal porto amazzonico di Belem in Brasile fino a Beirut, in Libano.

I bovini sono stipati sui camion nel caldo rovente dell’Amazzonia. Per quattro giorni non potranno più muoversi o sdraiarsi e non riceveranno né cibo né acqua. Quelli che cadono restano intrappolati e si feriscono. Una volta giunti alla nave, l’uso di pungoli elettrici durante il caricamento infligge ulteriori sofferenze ai bovini indeboliti. Schiacciati contro animali sconosciuti, possono ferirsi gli uni con gli altri per l’agitazione. Colpi di calore, traumi e malattie respiratorie saranno i fattori mortali che accompagneranno i bovini nei diciassette giorni di viaggio.
Una volta giunti in Libano, spesso gli animali sono macellati in modo efferato e in violazione dei principi religiosi.

Ogni anno milioni di pecore vive subiscono un trasporto estenuante via terra e via mare dall’Australia al Medio Oriente, che dura mesi.

L’equivalente di tre pecore per ogni metro quadrato viaggia in ricoveri scarsamente illuminati e infuocati. Diecimila animali l’anno muoiono di fame, perché non sono in grado di riconoscere come cibo i pellet concentrati forniti loro sulle navi. Un numero ancora maggiore rimane ucciso o ferito se scivola o cade, soffocato dagli altri animali. I loro corpi restano nell’area di stivaggio sovraffollata, a volte per settimane. Quelli che sopravvivono vengono scaricati brutalmente e portati in “strutture di ingrasso” prima di essere macellati in condizioni deplorevoli.

Il viaggio è inutile: l’80% dei mattatoi australiani è certificato Halal e i supermercati mediorientali già vendono carne refrigerata d’importazione insieme a quella proveniente dal commercio di animali vivi. Ed è anche crudele: la maggior parte dei paesi in Medio Oriente deve elaborare delle leggi nazionali per proteggere il benessere degli animali durante il trasporto, la movimentazione e la macellazione.

Ogni anno l’Australia esporta oltre 4 milioni di pecore vive. Il settore prevede per ogni spedizione una mortalità di poco inferiore all’1%: il che equivale all’anno ad almeno 40.000 animali morti durante il viaggio. Fino ad una mortalità del 2% non si ritiene necessario fare delle indagini.

Ogni sera centinaia di migliaia di polli soffrono o muoiono durante il viaggio in camion fino a Bangkok.

I volatili, provenienti da allevamenti industriali dove sono stati cresciuti in condizioni penose, sono stipati in gabbie sporche per il trasporto. Qui restano schiacciati, si feriscono e perdono sangue. Circa il 95% dei polli da carne subisce fratture ossee multiple. Molti muoiono durante il viaggio a causa del caldo intenso. Quelli che sopravvivono defecano costantemente a causa della sofferenza, diffondendo le malattie fra le gabbie. Per concludere con le crudeltà, una volta giunti al mercato ai volatili viene tagliata la gola, per poi essere gettati in un bidone e lasciati morire.

Gli allevamenti industriali di pollame rappresentano un pericolo per gli essere umani e un orrore per gli animali. I metodi da essi impiegati hanno contribuito all’evoluzione dell’influenza aviaria ed esiste un forte legame fra il movimento di animali vivi e la potenziale diffusione della malattia. Il trasporto di animali vivi attraverso l’Asia deve essere sostituito dal commercio della carne refrigerata o congelata di animali macellati pietosamente vicino agli allevamenti.

Solo nell’anno 2000 sono stati trasportati nel mondo oltre 40 miliardi di polli, un numero sei volte maggiore dell’intera popolazione umana del pianeta.

(Fonte: Handlewithcare.tv)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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