Basta riaprire una caserma e Gesso riscopre la sua vitalità storico-culturale

E’destinata a diventare un grande contenitore di valori, saperi e sapori dell’arte contadina che attecchisce nel cuore dei monti Peloritani e, allo stesso tempo, a fungere da attrazione turistica perché mostra, in tutta la loro bellezza, le risorse paesaggistiche dell’Area dello Stretto. Si tratta dell’ex caserma dei carabinieri di Gesso, villaggio di Messina, che è rimasta chiusa per oltre 12 anni ed ora è pronta per rinascere.  
Grazie al progetto “La caserma ritrovata”, presentato nel corso di una conferenza stampa lo scorso 10 gennaio, presso l’Oratorio del Carmine di Gesso, il vecchio fabbricato militare potrà essere utilizzato come fucina di laboratori didattici dove sarà mostrata la varietà degli antichi mestieri e di memorie popolari. Verrà così restituito ai messinesi un importante patrimonio architettonico che sorge sopra l’antico monastero basiliano di S. Biagio e verrà riaccesa e sviluppata l’economia del paese. Ad essere proprietario dell’immobile, è la Provincia Regionale   ma gli ideatori di questo progetto sono stati le associazioni “Kiklos”, “Gesso la Perla dei Peloritani” ed “Eucalyptus”, che hanno sollecitato, da circa un anno, l’amministrazione competente ad accettare la proposta di recupero, fruizione e valorizzazione.
Intanto, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, protettore di Gesso che ricade domenica prossima, il paesino ha organizzato una serie di eventi tra cui quello previsto sabato 16 gennaio che si svolgerà all’interno dell’ex caserma, dal titolo “Dalla padella nella brace”.
La manifestazione è stata resa possibile grazie all’impegno e al lavoro volontario dei cittadini del villaggio che hanno realizzato i primi interventi di pulizia nei giardini, adesso, fruibili.
Il programma è realizzato in collaborazione con la Parrocchia Sant’Antonio Abate di Gesso e con le tre associazioni, interessate anche a divulgare il piano di ristrutturazione.
A conclusione delle funzioni religiose nella chiesa madre e del momento di devozione al Santo Patrono rappresentato dal bacio della sua reliquia, il programma ha inizio, a partire dalle ore 19,00, nell’area della “ Caserma Ritrovata”, con un intrattenimento enogastronomico ed etnofolkoristico che prevede la degustazione di prodotti tipici dell’area dei peloritani.
Il momento musicale è affidato al gruppo “MALANOVA” impegnati nel tour “ A Testa o Giocu 2010” che sfoggerà un repertorio etno – folk e canti dialettali siciliani.
Per gli appassionati della tradizione musicale, sarà aperto il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani con uno spazio dedicato ai suonatori e cantori di un tempo.
“Dalla Padella alla Brace” ha l’intento di offrire un assaggio di tradizioni popolari e di cucina nostrana attraverso il gusto del maiale che è stato compagno di Sant’Antonio Abate durante la sua vita da eremita ma è stato anche medicina guaritrice dell’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio). Dall’estratto di cotenna dell’animale ed altri ingredienti vegetali, il santo è riuscito a ricavare l’unguento con lui leniva le sue ferite.
-Tornando al progetto: sicuramente, ha avuto parere favorevole da parte dell’amministrazione provinciale. Durante la conferenza stampa, assente il presidente di Palazzo dei Leoni, Nanni Ricevuto, che si è fatto rappresentare dall’architetto Gitto, nominato responsabile dello studio di fattibilità insieme ad altri tecnici scelti per il recupero della struttura.
A moderare la presentazione del progetto, è stato Mario Sarica, direttore del Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani che, insieme al presidente di Kiklos Bombaci, si è imbarcato nell’iniziativa di rivalutazione di Gesso sin dal 1997, già con il suo museo.
“Riconquistiamo il nostro passato perché guidi il nostro futuro – ha detto Sarica. L’ex caserma costituisce occasione perché si costruisca un pezzo del nostro villaggio. Vogliamo sentire più voci intorno a questo progetto. Il futuro dipende ad tutti noi. Le fotografie addirittura antecedenti il terremoto, presenti in questo oratorio, testimoniano il passato. Gesso è un casale insieme a Salice, Castanea, le Masse: ricordiamocelo”.    
“C’è stato scarso impegno dei cittadini e delle autorità – ha affermato Nino Pitale, presidente di . Questo progetto è aperto non solo ai soci ma anche ai cittadini”.
“Abbiamo cominciato a pulire, a bonificare il giardino dell’ex caserma in 4-5 persone e siamo diventati tanti – ha dichiarato Paolo Mazza, presidente di da quando è nata ovvero dal 1978.  L’iniziativa darà ulteriori spunti di arricchimento. Dobbiamo fornire un servizio non solo alla comunità ma anche di accoglienza turistica”.  
“Dobbiamo recuperare la memoria storica – ha continuato Mazza. Ci sono state donate circa 1500 foto antiche dai residenti che rappresentano il primo patrimonio di questo contesto storico, un archivio – la memoria fotografica. Si parte da questa raccolta riguardanti la Chiesa Madre come quella antecedente ad un famoso incendio che ha danneggiato l’altare per arrivare alla simulazione dei mestieri del passato come il calzolaio”.
“Realizzeremo le – ha spiegato – che dovranno rispettare precise normative. E poi ancora laboratori del dolce e del salato. Il profumo del pane era la caratteristica essenziale di un territorio. Andare a comprare il pane caldo alle prime ore del mattino. Riprodurremo tutte le fasi di lavorazione del pane che danno vitalità al paese ma anche il trattamento e la conservazione di prodotti agricoli, consentendo così di tramandare le ricette e i metodi alle future generazioni. Memorie importantissime. L’economia del nostro villaggio era basata sul gesso. Costituivamo l’unico paese del territorio provinciale ad avere questo minerale quindi creeremo le ”.
“All’interno di questo grande struttura della memoria – ha proseguito il presidente di Eucalyptus -ci sarà posto per i momenti ludici come la riproduzione del gioco della briglia ( cerchio in legno ).          
Saranno ricavate dunque sale a tema dedicate alle tradizioni ma anche una biblioteca ed una sala conferenze. Ma la memoria storica del paese è anche nei personaggi illustri che lo hanno abitato come Onofrio Gabriele, maestro della pittura ed Ettore Castronovo, pioniere della ricerca nella lotta contro i tumori. Infine, uno spazio dedicato alla devozione raccoglierà testimonianze, immagini ed ex voto di Sant’Antonio Abate”.
Anche Bombaci, responsabile dell’associazione “Kiklos”, si pone come obiettivo la realizzazione di un così vasto progetto per incrementare di riflesso le attività commerciali del territorio e per non far fuggire più i giovani dal paese.
Così non ci sarà più un bar che chiude come è successo recentemente, così non ci sarà più una scuola materna – elementare, intitolata ad Ettore Castronovo, a rischio di chiusura perché frequentata ormai da una ventina di alunni.           
Ad avvalorare l’importanza del culto di S. Antonio, in occasione della conferenza stampa, l’architetto Nino Principato ha raccontato le origini del patrono di Gesso e la sua diffusione in Sicilia così come, all’inizio della presentazione, Padre Franco Arrigo ha voluto promuovere il rilancio dell’ex caserma affidandosi alla guida del santo.

Gesso è facilmente raggiungibile, a poco più di 15 chilometri dal centro cittadino. E’ un peccato non visitarlo anche soltanto per ammirare l’incantevole panorama che si affaccia su più versanti:  l’Etna, le Isole Eolie quali Vulcano e Stromboli e Capo Milazzo.