Beni comuni…e le “periferie”

“La realtà si capisce meglio dalle periferie”. A fare da eco a Papa Francesco l’incontro sui beni comuni della Cisl Messina. ‘A Messina quanti e quali sono i luoghi di aggregazione e gli spazi pubblici? Quali i luoghi di incontro e di socialità? E qual è il bene comune da tutelare?’, questi gli interrogativi ai quali sono stati chiamati a rispondere Don Terenzio Pastore, parroco di Santa Maria di Gesù a Provinciale, Antonino Mantineo assessore politiche sociali del Comune di Messina, Bruno Zecchetto (FNP Cisl), Loris Foti (Sicet Cisl), Gaetano Sciacca, ingegnere capo del Genio civile di Messina,Stefania Ocera (Ass. Giovani Cisl). Intervento fiume del nostro editore e apprezzamento per “Ilcarrettinodelleidee”.

“Beni comuni-Bene comune, una sfida da vincere insieme”. E’ stato questo il titolo dell’incontro organizzato dalla Cisl di Messina come momento di confronto intergenarazionale sulla tematica dei luoghi pubblici e degli spazi di aggregazione come elemento di cui la comunità deve riappropriarsi in quanto luoghi che favoriscono lo sviluppo culturale e il benessere sociale di giovani ed anziani.

Parrocchia Santa Maria di Gesù, Provinciale – Messina; una realtà  che nel contesto sociale della città continua a distinguersi per l’impegno profuso nella diffusione di stili e messaggi sensibili alla buona cittadinanza. Vangelo ed azione pastorale che incontrano l’Uomo nella sua dimensione integrale, a partire dal contesto più prossimo alle proprie necessità: il quartiere.  A fare gli onori di casa, il Parroco Don Terenzio Pastore. Nel suo intervento il richiamo della comunità politica sullo stato di degrado e di difficoltà in cui versano molti villaggi della città di Messina ed ivi il quartiere in cui si trova ad operare da diversi anni con notevoli difficoltà. Emblema portato all’attenzione dal parroco, il plesso abbandonato della scuola elementare “Nicholas Green” di Valle degli Angeli, chiusa per un problema al tetto e mai più restituita alle scolaresche. Un monumento dell’incuria e “di quella ‘periferia’ di cui recentemente Papa Francesco – ci ricorda Don Terenzio – ha invitato la comunità cristiana a farsi carico”. Lanci di immagini a documentarne lo stato di abbandono e la proposta di “costruire la casa della legalità” a Messina contro un sistema di città che isola e spesso emargina ed in cui realtà come quella di Provinciale faticano a lavorare, nonostante gli sforzi e il coinvolgimento della cittadinanza.

A moderare e presiedere il segretario generale Cisl Messina, Tonino Genovese, distintosi anche per alcune provocazioni volutamente indirizzate ad una maggiore coscienza della drammaticità dell’assetto socio-economico della città, il quale rivolgendosi alla platea, ha annunciato di voler occupare ‘virtualmente’ Forte Gonzaga, una delle fortezze che fanno da corollario alle colline di Messina e di cui la collettività non beneficia in termini di bene monumentale. Genovese non ha sottaciuto poi come la città viva di “ferite inferte al territorio” puntualmente riproposte ad ogni occasione utile, soprattutto – lo fa riferendosi al progetto dello STU Tirone – quando ci sono risorse da spendere.

Nella relazione iniziale del responsabile Sicet Cisl Messina Loris Foti – la stessa Sicit, insieme alla FNP Cisl e all’Associazione “Giovani Cisl” ha partecipato alla realizzazione del convegno – la necessità dei luoghi di aggregazione per “compensare le condizioni sociali delle famiglie che non possono esssere trattate solo da punto di vista urbanistico”. “La fruizione e l’accessibilità degli spazi comuni è utile – afferma Foti – sia all’individuo in quanto cittadino, sia alla società in quanto comunità per ridurre il fenomeno dell’esclusione sociale”. Da qui, la riconversione dei beni pubblici dismessi – battaglia ricordiamo che molte realtà associative presenti in città hanno sempre sostenuto – e la proposta di realizzare un “centro commerciale naturale” secondo piani strategici e concordati con tutti i soggetti sociali “per evitare che gli anziani e i giovani, privi di spazi pubblici, si riversino nei centri commerciali o negli ipermercati” sottolinea il segretario generale della Sicet. Loris Foti ha poi fatto accenno ai Piani Urbani e al “Patto delle città” sorto  come occasione per una corretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati secondo politiche abitative, piani di recupero, social housing e progettazione partecipata degli interventi urbani.
La questione risanamento è stata ripresa più volta nella relazione, quasi ad indicare un’incompiuta che può diventare paradossalmente occasione per riprogettare la città secondo una dimensione culturale, sociale ed economica attenta ai bisogni della cittadinanza. Dimensione già prevista dalla legge regionale del 1990 ma mai realizzata dalle amministrazioni.

Di pareri e burocrazia ha parlato l’Ingegnere Capo del Genio Civile di Messina Gaetano Sciacca, protagonista in questi anni delle vicende che hanno tormentato il territorio comunale anche e soprattutto in termini di scempi, di autorizzazioni “facili” e di pratiche esitate dagli uffici regionale ma che non hanno tenuto conto della natura dei luoghi e delle politiche ambientali opportune. Sfatando il modello delle “new town” (L’Aquila ne resta esempio lampante del fallimento) e lo sperpero di risorse poi ricondotte alle inchieste contro la gestione della Protezione civile, l’ingegnere Sciacca ha illustrato alcune foto documentali della ricostruzione post alluvione a Giampilieri e non solo, prendendo le distanze dai professionisti dell’urbanizzazione e della speculazione edilizia.

Nel contributo di Bruno Zecchetto, segretario della Federazione pensionati Cisl, la descrizione di “una città di anziani ma non per gli anziani”. “Nell’immaginario comune dell’anziano- afferma Zecchetto – si relaga la terza età ad una dimensione di solitudine, rinunciando a vedere l’anziano come soggetto attivo”. Realizzare spazi aggregativi diventa così occasione per favorire il rapporto intergenerazionale alla base dello scambio di conoscenze, valori, modi di vivere che sedimentano gli aspetti più positivi dell’essere comunità.

Per i giovani Cisl, l’intervento di Stefania Ocera giovane studentessa di 23 anni, si è incentrato sul tentativo di risalire alle casue delle problematiche della città di cui “abbiamo poca percezione in quanto giovani che vivono solo in parte la dimensione urbana della città per via dello studio o del lavoro”. Come giovani Cisl – afferma la Ocera – stiamo facendo un percorso di conoscenza che desideriamo tradurre in proposte. “Il benessere dei territori passa da una corretta applicazione della normativa concernete il sistema integrato di servizi (legge quadro 328/2000) – continua Ocera – permettendo di operare in rete, soprattutto per contrastare le situazioni di disagio delle periferie in cui vigono ‘regole non scritte’ ma che diventano purtroppo codici culturali dei villaggi”.

Di grande interesse l’intervento ‘fiume’ del nostro editore Dino Sturiale. Un intervento teso alla lettura fuori dagli schemi delle realtà periferiche e della drammatica situazione di frontiera in cui versano i villaggi della città. “Una situazione in cui – articola il nostro editore – l’illegalità e le violenze familiari si ripetono senza la presa di coscienza di chi è stato chiamato ad amministrare la città negli anni e di chi dovrebbe far rispettare le regole. Un situazione di emergenza sociale dove accedervi è quasi impossibile, una condizione di rischio ambientale in cui i ragazzini giocano a contatto con gli inerti e l’amianto, luoghi incontrollati dove si tramandano comportamenti di devianza sociale”.

A concludere i lavori, l’intervento dell’assessore alle politiche sociali, Antonino Mantineo, che raccogliendo le considerazioni emerse durante la mattinata, ha ricordato come questa Amministrazione guardi con positività alla propensione dei soggetti sociali e delle associazioni nella tutela, salvaguardia e valorizzazione degli spazi della collettività.