Beppe Alfano; la storia infinita

“Rigettata richiesta di archiviazione, l’avvocato repici inoltra esposto sulla gravita’ delle vicende della giustizia messinese”

 “Oggi il mio avvocato, Fabio Repici, ha inoltrato un esposto ai Procuratori della Repubblica di Messina e di Reggio Calabria illustrando la gravità  delle vicende della giustizia messinese e della mafia barcellonese. Purtroppo, io e l’avv. Repici siamo fra i pochissimi (alle volte gli unici) a contrastare un andazzo non più tollerabile. Ed è in questo clima che io e l’avv. Repici, continuiamo a lottare perché venga fatta piena luce sull’assassinio di mio padre, dovendo spesso perfino combattere contro fughe di notizie e depistaggi a mezzo stampa. Bene, oggi il Gip di Messina ha rigettato, per la seconda volta, la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Messina nel procedimento sui mandanti occulti dell’omicidio di Beppe Alfano”.

 E’ quanto dichiara Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe assassinato a Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio del 1993, che ha pubblicato sul suo blog l’esposto del suo legale, l’avvocato Repici.

 “Poiché su questa vicenda c’è stata un’attenzione parossistica, fornisco io, in questo modo stringato, la notizia. In quel procedimento le uniche parti siamo io, rappresentata dall’avv. Repici – sottolinea – e la Procura di Messina. Né io né il mio difensore aggiungeremo altro sul punto, perché oggi rivolgiamo il nostro sollecito alla Procura di Messina affinché, nel più ermetico silenzio e con la celerità e la profondità maggiori possibili, svolga il supplemento d’indagine ordinato dal Gip e tutte le altre investigazioni ritenute utili, perché questa volta davvero, se questa sarà la volontà degli inquirenti, si può chiudere il cerchio sulle responsabilità del terzo livello. Se il prosieguo delle indagini sarà accompagnato da ulteriori fughe di notizie – aggiunge – preannuncio fin da subito che ne farò immediata denuncia, perché sarebbe la prova definitiva che qualcuno gioca sporco. A distanza di oltre 18 anni dall’assassinio di mio padre non lo potrei tollerare – conclude Sonia Alfano – come da subito non tollerai i depistaggi dell’allora pubblico ministero Olindo Canali”.