Dopo la giornata di ieri in cui il capolista al Senato del Pd Corradino Mineo ha incontrato i messinesi per la campagna elettorale – entrata ormai nel vivo – oggi è il turno del segretario del Partito democratico, che ha riempito il salone del Palacultura.
Bersani ha parlato della crisi, che ha definito “Una situazione difficile. Stiamo dentro questa crisi mondiale – ha detto – dovuta all’iniquità”. Il colpevole, per Bersani, è la predominanza delle forze della destra in Europa: “La destra ha vinto in 24 Paesi su 27 seminando l’egoismo e l’idea che ciascuno debba difendere i propri privilegi, che gli altri si arrangiano. In Italia si è affermata l’idea che il nord può correre se surclassa il sud, è venuta meno la solidarietà”.
Nel suo discorso ripercorre il passaggio dal governo Berlusconi a quello Monti: “Abbiamo avuto tutti i populismi al governo: Berlusconi, Storace e Bossi. Intanto il debito pubblico è aumentato, gli investimenti sono calati e il governo ha perso credibilità all’estero. E noi ci stavamo occupando di Ruby con un voto solenne che ha decretato che è nipote di Mubarak! Ora ci stupiamo che c’è la recessione?”.
Arrivano tanti applausi dal pubblico, ma le proposte del segretario del Pd restano sul vago: parla di moralità da riportare in politica e di lavoro, punti cardine per un’”Italia giusta”, come recita lo slogan elettorale. Dice che “chi ha di più deve dare di più” e che “bisogna fare una legge sulla corruzione che preveda l’autoriciclaggio e pene più severe”, nonostante anche il Pd abbia votato la legge Severino, e si scaglia contro la “pletora di società miste e la burocrazia”. L’unica presa di posizione netta è sugli immigrati di seconda generazione: “Non è pensabile in Europa che non siano né immigrati né italiani”.
I simpatizzanti del partito sono soddisfatti del discorso del segretario: per ora non chiedono nient’altro che una vittoria. Al resto si penserà il 26 febbraio.