“Blocco 52”, libro edito da Rubbettino e scritto a dieci mani dal collettivo Lou Palanca è un romanzo che racconta non solo la storia di Luigi Silipo ma le trasformazioni di un’intera città Catanzaro e in un certo senso anche la storia di un’intera regione la Calabria.
Ma chi è Luigi Silipo? È un esponente di spicco del Comitato centrale del Partito comunista negli anni Cinquanta. Dissidente, comincia la sua parabola discendente finendo a guidare l’Alleanza dei contadini. Quattro o cinque colpi di pistola la sera del primo aprile 1965 nel centro storico di Catanzaro pongono fine alla sua esistenza. Viene lasciato solo e stavolta non ha scampo proprio per il discorso secondo cui non avendo più il “padre-padrone-prottettore Partito comunista” alle spalle era divenuto un bersaglio facile da colpire e da far dimenticare. Un figlio ripudiato. Dopo una prima ondata di partecipazione all’indomani dei suoi funerali la sua storia viene cacciata nell’oblio e nella dimenticanza, quasi come se Luigi Silipo non fosse mai esistito. Anche il Partito si dimentica ben presto di lui.
Anni di vergognosi silenzi. Non è mai stato istruito un processo, non c’è più un fascicolo processuale, non sono mai stati individuati gli assassini. Interrogativi rimasti aperti quasi sospesi. Chi ha ucciso Silipo e perché? Fu omicidio passionale, legato a situazioni familiari, omicidio politico o commissionato dalla ‘ndrangheta?
Il libro, come sostenuto da Nicola Fiorita tra gli autori facente parte del collettivo Lou Palanca, non è un’inchiesta giornalistica né un giallo ma punta ad accendere i riflettori su una storia dimenticata. È un romanzo in cui la realtà si fonde con elementi di fantasia. Tante le ipotesi e gli spunti di indagine forniti grazie anche alle testimonianze di chi ha conosciuto Silipo, un intreccio di racconti, di versioni discordanti ma dense di verità.
Come mai avete intitolato il libro “Blocco 52” ho chiesto al mio interlocutore, Nicola Fiorita, durante la presentazione.
“Blocco 52” non è altro che il blocco nel cimitero di Catanzaro in cui è sepolto Luigi Silipo. Era del tutto abbandonato, non vi era neppure un fiore. Dopo la presentazione del libro a Catanzaro qualcuno ha fatto visita alla sua tomba e ha posto dei fiori, qualcuno ha deciso di ricordare.
Catanzaro, la Calabria e più in generale l’Italia soffrono di memoria corta, si tende a dimenticare facilmente, a cancellare la memoria non solo individuale ma soprattutto quella collettiva. Si viene cancellati semplicemente dalla storia e dalla storia ufficiale. Una non nascita. Non si esiste. Non si è neppure numeri ma si diviene i fantasmi della non memoria, costretti a morire di infinite morti, fin quando qualcuno, come in questo caso il collettivo Lou Palanca, decide di rispolverare anzi di ricercare la storia e la vita di Luigi Silipo, nel caso specifico, ridonandogli in un certo senso quella giustizia e quella verità negatagli da un tribunale, ripudiata e non rincorsa né dalla famiglia e né dal Partito comunista.
Bisogna scoprire e portare a conoscenza di un pubblico sempre più vasto le tante storie che giacciono nei vari armadi della vergogna di cui è costellato il nostro Paese, storie di uomini e donne “eroi normali” del loro tempo ormai passato e del nostro così piccolo, divenendo non il Paese senza memoria e senza storia denunciato da Pasolini nei suoi “Scritti corsari”, un Paese che scientemente e scientificamente decide di cancellare il proprio passato con una sorta di lavaggio del cervello collettivo; ma, al contrario, trovare sempre nuovi spazi per innestare semi di memoria.
(Chantal Castiglione)