Boom di infezioni sessualmente trasmesse tra i giovani

A Messina impennata di Sifilide e Chem Sex

Malattie sessualmente trasmissibili  in costante crescita. La maggior incidenza è tra i giovani di età inferiore ai 25 anni. L’aids diventa il “cancro degli adolescenti“.Messina segue il trend.

Ogni anno, a livello globale, sono circa 357 milioni le nuove infezioni  da trasmissione sessuale di cui 1 su 4 rappresentate dalle “presunte scomparse” clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi. Le IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse) mietono vittime maggiori proprio tra i giovani tra i 14 e i 24 anni e Messina, a differenza di quanto si creda,  non si distacca affatto dal trend negativo.

Un adolescente su 20 nel mondo presenta un’infezione batterica acquisita per via sessuale, e l’età in cui tali infezioni si presentano sta diventando sempre più bassa.

L’ Aids è la più conosciuta e stigmatizzata, ma viene considerata erroneamente un rischio “lontano”, quando invece i nuovi HIV positivi, nell’intero periodo (1991-2016), sono risultati più frequentemente giovani tra i 15 e 24 anni. (14,7% vs 5,0%).

Si torna praticamente agli anni ’80, quando il virus dell’HIV non si conosceva, non se ne parlava e riguardava solo gli “omosessuali”. Eppure il “cancro dei gay” come veniva definito agli albori non solo non è scomparso, come si tende a pensare, ma è diventato “il cancro degli adolescenti“. Il problema, come anticipato, non riguarda solo l’AIDS ma le malattie sessualmente trasmesse nel loro complesso, tutte in costante crescita.

Un problema di “informazione”?

Sicuramente non ha giovato il calo di attenzione generale. Le malattie veneree sono scomparse dall’immaginario collettivo, creando un falso senso di sicurezza mentre quello stesso immaginario continuava però a riempirsi di sesso e sessualità.  Non a caso la sessualità è il tema più ricercato in Rete, ma è vero anche che conoscenza e consapevolezza non sono direttamente proporzionali alla navigazione sul web. Basta un dato:  il 17,6% dei giovani tra i 12 e i 24 anni è convinto di proteggersi dalle Ist utilizzando la pillola anticoncezionale e ed il 13,2% con il coito interrotto (studio Censis su campione rappresentativo di 1.000 giovani).   Inoltre nel 60% dei casi il primo rapporto sessuale è senza alcuna protezione e un adolescente italiano su due non ne fa uso nemmeno nei rapporti occasionali. 

Lo stesso studio riporta che quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Ma se l’Aids è la patologia che viene maggiormente citata (89,6%),  solo il 13% indica la gonorrea, le epatiti e l’herpes genitale.

E mentre le malattie veneree non
fanno più paura i dati in merito dovrebbero. Dall’OMS, al Ministero della
Sanità, ai report regionali, il quadro è
allarmante. Secondo ‘Istituto Superiore di Sanità, nel 2016 aumentano del
70% circa i casi di Sifilide I-II rispetto al 2015; raddoppiano rispetto al
2010 i casi di infezione da Chlamydia
e colpiscono prevalentemente le giovani donne tra i 15 e i 24 anni;
triplicano (tra il 2004 e il 2016) i casi di condilomi ano-genitali che
rappresentano la IST più segnalata. Per quanto riguarda l’AIDS in Sicilia
l’incidenza dei casi, è aumentata da 3,5 nel 2010
a 6 casi per 100.000 abitanti nel 2016 e
nel 2017 la tendenza è in aumento. In
atto nella nostra Regione sono circa 3.500 malati di HIV (dati COA – Centro Operativo AIDS). 

Ma qual è il quadro a Messina? Ne abbiamo discusso con il responsabile dell’”ambulatorio per la diagnosi e cura della malattia da hiv/aids dell’U.O.C. di Malattie Infettive del Policlinico “G. Martino”, Giovanni Pellicanò.

Qual
è l’incidenza delle IST  a Messina? 

Sono dati in costante
crescita. Quelli più aggiornati li abbiamo sulle infezioni da HIV, con un  incremento costante negli ultimi 3 anni. 

Quali
sono le fasce d’età più coinvolte?

Prevalentemente
giovanili. Le punte più elevate si hanno dai 20 ai 30 anni. Dai 25 ai 30 c’è
l’incidenza maggiore.

Quali
IST sono più diffuse in queste fasce di età?

Sicuramene la Sifilide,
che si associa frequentemente alle nuove infezioni da HIV. Negli ultimi anni
abbiamo avuto anche un aumento importante e statisticamente significativo dell’Epatite
A per via sessuale, prevalentemente in MSM ( maschi che fanno sesso con maschi)

C’è una mancanza di informazione?

Si, di informazione e di prevenzione. Le IST si prevengono con il profilattico, da utilizzare fin dal primo approccio. La percezione del rischio è molto bassa. Anche per quel che ci è capitato di vedere attraverso i questionari che somministriamo ai giovani delle scuole medie e superiori nella città di Messina. C’è questa inconsapevolezza dell’utilizzo del profilattico a 360 gradi. Non c’è informazione. La scuola fa poco e la famiglia ancor meno. È una realtà

I
giovani che ottengono una diagnosi condividono i risultati con partner e
famiglia?

E’ una situazione molto
rara, normalmente si tende a non comunicalo a nessuno. Prevalentemente per la
diagnosi di sieropositività. Per le altre infezioni ancora oggi per fortuna, si
hanno meno stigma.  Nella realtà nostrana
abbiamo moti soggetti con infezioni da HIV in trattamento ma che  non comunicano lo stato di sieropositività né
al medico curante né al partner né ai familiari. Seguono un percorso in totale solitudine. 

Anche
post diagnosi dunque l’informazione è bloccata. E’ un cane che si morde la coda

Si. Banalmente molti
pazienti che potrebbero beneficiare delle esenzioni preferiscono pagare gli
esami per il monitoraggio dell’infezione pur di non comunicare a nessuno la
loro situazione. Si pensa poco all’HIV a Messina. C’è sempre quello
stigma.  E prevalentemente ancor oggi
molti fanno una diagnosi tardiva. Arrivano soggetti già in AIDS. C’è una
prevenzione primaria che è quella di evitare il contagio ma c’è anche una
prevenzione secondaria che è quella di andare ad eseguire il test.  Anche per curare la malattia e non
trasmetterla agli altri.

Chi contrae un tipo di IST è spesso soggetto ad
altri tipi di infezioni sessualmente trasmesse? 

Si. Al momento in cui
intercetto un’infezione sessuale sarebbe doveroso da parte del clinico
suggerire la ricerca degli altri patogeni a trasmissione sessuale. Questo
purtroppo nella pratica clinica non avviene. 

Perché
non avviene secondo lei?

Non le saprei dire,
forse una reticenza anche da parte dei clinici a volte. Sicuramente è una cosa
grave. Ci capita di imbatterci in soggetti che due anni prima hanno avuto una
diagnosi di Sifilide e che non sono stati testati nei due anni successivi per
l’HIV. Non dovrebbe accadere. Al contrario se noi intercettiamo l’HIV, andiamo
ad indagare Sifilide, papilloma, epatite e tutto il resto.  Nell’estate del 2016  ad esempio ci sono stati numerosissimi casi
di Epatite A. L’85 per cento di questi casi 
non solo nel messinese, ma in generale, erano a trasmissione sessuale.
Io ho prontezza di soggetti che hanno contratto l’epatite A, che sono stati
ricoverati in ospedale  ai quali non è
stato eseguito un test per HIV. 
Successivamente all’esecuzione del test sono risultati positivi.  E’ normale che se hai un comportamento a
rischio sei predisposto a contrarre tutta una serie d’infezioni.  L’infettivologo probabilmente ha una cultura
superiore rispetto a  questi meccanismi.

La
maggiore incidenza di IST dunque è dovuta ad una maggiore incidenza di
comportamenti a rischio ?

L’incidenza può
aumentare perché stiamo facendo più test ma è anche vero che nel nostro
contesto  ci sono delle condizioni che
facilitano la trasmissione.  E’ una
malattia comportamentale. E quindi può riguardare tutti quanti noi.

Il
cambiamento dei comportamenti sessuali potrebbe essere concausa, insieme a poca
informazione e prevenzione, della diffusione delle IST tra gli adolescenti?

Assolutamente si. Ci
sono modalità di trasmissione dell’infezione riconducibili ad una  nuova moda, che da un paio di anni prende
sempre più piede anche nel nostro contesto che è quello del Chem Sex, ovvero l’utilizzo
contestuale di sostanze stupefacenti che servono ad aumentare le prestazioni e
diminuire l’inibizione e che spesso si associano ad alcool  in un contesto di festini che sfociano in
rapporti sessuali non protetti. Il rischio maggiore è che in contesti del
genere in festini che durano 3/ 4 giorni di seguito, con una promiscuità di
persone e di rapporti sessuali non protetti, il rischio di un’infezione cresce
in maniera esponenziale.

In
città dunque si pratica Chem Sex?

Si.  Ci sono giovani che hanno contratto
l’infezione in questo modo.