Non era scontato, a ridosso del Capodanno, riempire il Salone delle bandiere del Municipio di Messina con un’assemblea popolare. Ma l’ampia
partecipazione- a partire da sindaco e giunta a ranghi quasi completi- e le molte facce nuove presenti all’ incontro organizzato da Cambiamo Messina dal Basso per discutere della liberazione della riviera nord dai traghetti e della città dal transito dei tir hanno dato ragione al movimento vicino al sindaco Accorinti, che ha voluto ancora una volta provare ad aprire alla cittadinanza una discussione troppo spesso confinata ai soli addetti ai lavori.L’occasione l’ha data l’ormai prossima scadenza della concessione della Rada San Francesco ai traghettatori privati che operano in regime di oligopolio fra le due sponde dello stretto di Messina. L’ultima volta che questa era stata rinnovata, nel 2013, si disse che era necessario farlo in mancanza di alternative immediatamente praticabili e si promise che sarebbe stata l’ultima volta. Lo scenario sembra ripetersi anche quest’anno ma ne i movimenti che si sono sempre battuti per la liberazione di Messina dal traffico pesante né tantomeno la giunta Accorinti hanno intenzione di subirlo passivamente.
“Abbiamo scritto all’ Autorità portuale già lo scorso 5 dicembre “ha ricordato Federico Alagna, ex portavoce di CMdB, alla platea del 3 gennaio, “chiedendole l’apertura di un dibattito pubblico sul futuro della Rada San Francesco, ma non abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta”. Le questioni poste dal movimento le hanno invece ricordate le due attuali portavoce Valeria Grimaldi e Vittoria Faranda. “Per troppo tempo aree di pregio della costa sono state sottratte ai cittadini in nome degli interessi degli armatori privati. Per noi è indispensabile a questo punto non perdere altro tempo e liberare la città dal transito dei mezzi pesanti restituendo contemporaneamente ai messinesi una porzione importante dell’affaccio a mare. Anche l’attuale bando, che scadrà a marzo, prevede chiaramente che lo sbarco dei tir a San Francesco sia autorizzato dagli enti preposti alla sorveglianza del traffico marittimo solo in casi eccezionali. I mezzi pesanti invece continuano a sbarcare e a girare per la città a tutte le ore, anche quando gli approdi di Tremestieri sono perfettamente funzionanti”. Le richieste che Cambiamo Messina dal Basso fa all’Autorità Portuale sono semplici e chiare: non legare il destino della rada san Francesco ai lavori del nuovo porto di Tremestieri, individuare soluzioni alternative immediate e istituire una tariffazione agevolata per i residenti delle due sponde, per iniziare a realizzare il sogno dell’area integrata dello stretto ma soprattutto a titolo di parziale risarcimento per i disagi finora subiti a causa del traffico pesante.
Se l’ente guidato dal comandante De Simone non ha ritenuto finora di non dover rispondere al movimento cittadino – ciò che si sa è che la bozza del prossimo bando di concessione sarebbe già pronta- di tutt’altro avviso è l’amministrazione comunale di Messina. Un pieno sostegno all’iniziativa di Cambiamo Messina dal basso è venuto dall’assessore alle politiche del mare Sebastiano Pino. “La situazione attuale “ha ricordato “è molto diversa da quella di tre anni fa. Allora ci sembrò impossibile non rinnovare la concessione con il limite dei tre anni, oggi finalmente abbiamo le alternative a portata di mano. Il dragaggio dei 40.000 metri cubi di sabbia che l’ultima mareggiata ha portato negli invasi di Tremestieri è iniziato” ma c’è di più “Superati gli ultimi ostacoli posti dalla burocrazia, siamo in grado di aprire i cantieri del nuovo porto della zona sud per marzo 2017. Questo significa che la Coedmar– l’impresa vincitrice dell’appalto- provvederà a un dragaggio preventivo di circa 100.000 metri cubi di sabbia rendendo possibile il pieno utilizzo dei due scivoli esistenti e la realizzazione in tempi molto brevi di un terzo approdo. Ciò permetterà di programmare un numero di corse dei traghetti superiore all’attuale, spostando definitivamente tutto il traffico pesante a sud mentre per quello leggero la soluzione che ipotizziamo è l’uso del molo Norimberga– nel porto storico- sul quale dirotteremo le 34 corse attualmente destinate a smaltire il traffico delle auto. “
Per l assessore Pino dunque ci sono tutte le condizioni perché “il rinnovo della concessione della rada san francesco ai traghettatori non sia più ne automatico ne scontato” e per “far rispettare in modo cogente l’ordinanza 488 che vieta il passaggio dei tir in centro storico”.
Ma proprio la 488 e la sua applicazione controversa hanno suscitato critiche e perplessità sulla reale volontà politica- nonché sulla possibilità oggettiva- dell’amministrazione peloritana di tenere testa agli armatori. Un dibattito che si è riproposto pari pari nel Salone delle Bandiere.
Piero Idone, di Legambiente Villa San Giovanni, ha manifestato perplessità sulla stessa collocazione del porto a sud “attenzione che i continui insabbiamenti propri di quel tratto di costa non siano occasione per fare affari coi soldi dei cittadini “ha sottolineato. “Ci vuole molta cautela quando si rischia di compromettere l’equilibrio dei fondali marini. Noi abbiamo bisogno di strutture portuali pubbliche, non di cedere ulteriore territorio ai privati che realizzano strutture spesso inadeguate”. Il sindacalista Michele Barresi, comitato “nove aprile “, è tornato con forza sui limiti delle ordinanze del Comune, a partire dalla 488. “Non ha funzionato a dovere” è stata la sua denuncia “perché è mancata l’applicazione di sanzioni efficaci a fare da deterrente.” Le ragioni di questo fallimento starebbero nel “patto fra gentiluomini” che intercorre fra le istituzioni interessate, al quale sarebbe meglio sostituire “una regolamentazione efficace garantita da un accordo formale fra i diversi soggetti e soprattutto da un sistema sanzionatorio più rigoroso delle multe attuali”. Anche Renato Coletta, consigliere della circoscrizione centro storico, e Alfredo Crupi, segretario di Rifondazione Comunista, sono tornati sulla necessità di ordinanze sindacali di maggior efficacia, a tutela della sicurezza di cittadini, ma anche di una visione strategica che abbia cura di redistribuire la ricchezza accumulata con le attività di traghettamento.
Altri interventi si sono soffermati sulla natura ben poco democratica di alcuni soggetti in campo (Ivana Risitano, consigliera comunale Cmdb, “è difficilissimo anche per un esponente delle istituzioni accedere agli atti dell’Autorità Portuale, figurarsi per un cittadino”); sull’ assenza di controlli e programmazione da parte dell’Autorità Marittima (Enzo Bertuccelli, Cub, “chi autorizza lo sbarco dei tir a san Francesco quando Tremestieri funziona? Occorre manifestare contro l’arroganza dell’autorità portuale”); e sulla necessità di un bando europeo per spezzare il monopolio del traghettamento (Antonio de Luca, meet up grilli dello stretto)
L’ex assessore, oggi responsabile del gruppo di lavoro “mare negato “di CmdB, Filippo Cucinotta è tornato invece sulle proposte del movimento:” La tariffazione agevolata dovrebbe essere una clausola minima d’accesso al bando di concessione” ha ricordato “mentre occorrono misure precise per garantire la sicurezza dei cittadini –sanzioni rivolte agli armatori piuttosto che agli autotrasportatori- e non legare la chiusura di San Francesco ai tempi di realizzazione di Tremestieri”.
Sui tanti temi sollevati dalla discussione hanno dato ampie rassicurazioni il sindaco Renato Accorinti e il suo vice Tanino Cacciola.
“Si farà l’informatizzazione della riscossione dell’Ecopass” ha annunciato il vicesindaco di Messina “in tempi ragionevoli, mentre abbiamo finalmente recuperato risorse per mettere in sicurezza le vie d’accesso alla città, a partire dal Boccetta. Sappiamo bene però che si tratta pur sempre di soluzioni tampone. Sarà il nuovo porto a sud a risolvere definitivamente il problema.” Nel frattempo però occorre che sia chiaro chi è alleato e chi controparte dei cittadini. “Non toccherebbe al Comune regolare e disciplinare gli sbarchi dei mezzi pesanti” ha denunciato “noi abbiamo surrogato le carenze evidenti della Capitaneria di porto, che non ha mai collaborato a sufficienza. Lo dice la storia di tutte le ordinanze, che si è sempre risolta in un braccio di ferro fra il Comune, gli armatori e le istituzioni marittime”. “Hanno fatto ricorso al TAR contro tutte le nostre ordinanze anti tir in centro “ha confermato Accorinti “ma le abbiamo vinte tutte.”
Il sindaco di Messina è tornato sulla storia tortuosa degli approdi, denunciando la difficoltà ad operare dovute alla mancanza di dialogo e cooperazione fra i diversi livelli istituzionali. “I tempi previsti dalle istituzioni non sono quelli dei nostri desideri e nemmeno quelli dei movimenti” ha ricordato “tuttavia l’obiettivo di liberare la città dai tir è sempre una nostra priorità. Chiuderemo san Francesco come ha già detto l’assessore Pino. I tempi però saranno quelli dettati dalla ragionevolezza e dalla praticabilità delle soluzioni. Faremo in modo che il tavolo tecnico previsto per la prossima settimana fra le parti in causa si concluda con un accordo chiaro che leghi il trasferimento definitivo dei tir a Tremestieri al dragaggio delle due invasature esistenti e alla realizzazione della terza.”