Cannabis, il proibizionismo uccide

Io senza il #cbd ho le mani ridotte in questo modo.

La cannabis non ha mai ucciso nessuno, infatti non esiste una dose letale per l’uomo, mentre il proibizionismo di vittime ne ha fatte e continua a farne . Basta ricordare le tristi vicende sul caso Cucchi o andare a parlare con i malati che tutti i giorni si trovano ad affrontare viaggi della speranza in cerca di un medico preparato o di una farmacia che dispensa il prodotto galenico.

La cannabis sativa è una pianta che da secoli viene utilizzata per uso medico ,non ha effetti collaterali.In italia dal 2014 ci si può curare con la cannabis terapeutica e molti malati la utilizzano per alleviare i sintomi di svariate patologie dall’epilessia, all’anoressia , dalle malattie autoimmuni al dolore cronico alla sclerosi multipla , tuorette ecc. Nella legge finanziaria del dicembre 2017 è stato inserito l’art 18 quater che prevede fra le varie cose la dispensazione a carico del SSN per le patologie che rientrano nei decreti ministeriali.

Purtroppo solo poche
Regioni hanno attuato questa legge nazionale e ci ritroviamo ad avere malati di
serie A e malati di serie B a seconda dalla regione in cui vivono.

Con l’avvento del
proibizionismo, negli anni passati ,questa pianta è stata messa al bando sia in
ambito medico che in ambito ludico, lasciando milioni di consumatori e malati
nelle mani della criminalità organizzata .

Da anni la Direzione
Nazionale Antimafia
 nella sua annuale relazione ha sottolineato e
ribadito la sproporzione tra l’ingente impiego di risorse e i risultati, assai
magri, nell’azione di contrasto allo spaccio. E’ il fallimento del
proibizionismo. Nella relazione la DNA si è soffermata sull’immane carico di
lavoro che si abbatte sugli uffici giudiziari e sulle forze di polizia che si
affannano nel contrasto al mercato illegale della cannabis.

Per i magistrati della
direzione vi è dunque «la necessità di concentrare le risorse dello
Stato finalizzate alla repressione dei reati su fenomeni più gravi e allarmanti
del traffico di droghe leggere».
 In questa prospettiva, aggiungono, «sembra
coerente l’adozione di una rigorosa e chiara politica di legalizzazione della
vendita della cannabis, accompagnata da una parallela azione a livello
internazionale, e, in particolare europeo, che consenta la creazione, in
prospettiva, di una più ampia aerea in cui il fenomeno sia regolato in modo
omogeneo».

Mentre la legge italiana, le normative europee, le nazioni unite sanciscono da anni che la canapa con un thC inferiore allo 0,2-0,3% non è una droga e viene esclusa dalle convenzioni internazionali sugli stupefacenti, il ministro degli interni italiano dichiara guerra alle attività legali (canapashop) che sono nate negli ultimi tempi nel territorio. Disponendo la chiusura e additandoli come “spacciatori di morte”.

Da malata e vicepresidente
del comitato pazienti cannabis medica mi chiedo:

Non pensa che far chiudere
delle attività legali che pagano le tasse alle quali lo stato italiano ha
rilasciato regolare licenza porterà i consumatori a rivolgersi nuovamente alla
criminalità organizzata ?

in un momento in cui anche i pazienti si ritrovano ad avere difficoltà a reperire la cannabis nelle farmacie per via dell’aumento esponenziale di malati che accedono a questa terapia ,non pensa che la legalizzazione di questa pianta possa essere un valido aiuto per i tanti malati che ancora oggi non riescono ad accedere a queste terapie?

Santa Sarta