Sono numerose le associazioni di volontariato che operano nella nostra città e in tutto il territorio nazionale per cercare di prestare assistenza a chi, più sfortunato, non riesce a vivere e sopravvivere in una società spesso troppo dura con il prossimo. I vecchi dettami della Bibbia e della morale comune, secondo cui non solo non bisogna fare del male agli altri ma è giusto tendere la mano per aiutare chi ha bisogno, sembrano essere scomparsi nella società moderna ma rivivono nell’opera di giovani volontari che, in tutta Italia, cercano di aiutare disabili, poveri e famiglie disagiate. Un’organizzazione tra le più famose presenti nel nostro paese è la Caritas, organismo pastorale promosso dal Cei (Conferenza Episcopale Italiana) e che proprio in questi giorni compie 39 anni. Fondata da Papa Paolo VI nel 1971 al fine di promuovere “la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana” (Art. 1 dello Statuto), l’evoluzione di quest’organo è andata di pari passo con il grande sviluppo che la nostra società ha avuto nell’ultimo trentennio. Dall’iniziale compito pedagogico si è passati a quello assistenziale fino alla creazione e alla diffusione dei centri anche nelle singole parrocchie. Aldilà dell’obiettivo dichiarato dal primo articolo dello Statuto, la Caritas non è solo lotta contro la povertà, ma un impegno contro tutto ciò che crea disagio alle varie comunità cittadine.
“Il nostro campo d’azione è abbastanza ampio,” spiega Padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas Diocesana di Messina, “ovviamente non gestiamo tutto noi direttamente: siamo una rete di istituzioni ecclesiali, sempre in collegamento con quelle civili, che forniscono determinati servizi”. Questi possono andare dal sostegno economico diretto, come il pagamento di una bolletta o la distribuzione di generi alimentari, a quello psicologico, grazie all’opera dei vari centri d’ascolto presenti in diverse parrocchie e in diverse zone della diocesi, fino alla sensibilizzazione e alla formazione di operatori volontari in grado di aiutare e rispondere in modo corretto ai disagi dei cittadini. Sono proprio i centri d’ascolto l’arma in più in grado di permettere alla Caritas di operare a seconda dei problemi rilevati in ogni singolo caso.
Non c’è alcun tipo di restrizione. “Noi ascoltiamo tutti”, spiega Padre Tripodo: “la nostra attenzione è rivolta a tutti, a 360°, anche se, ovviamente, valutiamo e verifichiamo l’autenticità delle richieste insieme ai parroci e alle altre associazioni a sfondo sociale presenti sul territorio e, lì dove possiamo, diamo una risposta immediata”. Coordinati da quello in Via Primo Settembre, i principali centri d’ascolto della nostra città si trovano nelle zone più disparate: da Provinciale a Villaggio Aldisio, dal Don Orione a Bordonaro. Il tentativo dell’associazione è quello di “coprire” l’intera superficie cittadina e a tale scopo il lavoro della Caritas si estende oltre la “sola” presenza di questi centri. Sono numerose, infatti, le parrocchie che garantiscono un servizio di distribuzione di generi alimentari che cerca di rispondere al bisogno delle famiglie disagiate o che vivono in povertà. Il volontariato e la fitta rete che unisce le singole chiese e comunità dei vari quartieri, però, non può bastare a soddisfare i bisogni di quei tantissimi cittadini che chiedono un sostegno importante per poter vivere una vita dignitosa. Purtroppo non sempre è facile rispondere prontamente al disagio cittadino poiché, “nonostante la buona collaborazione tra noi e le istituzioni, talvolta non c’è la possibilità di una risposta immediata, soprattutto per l’assenza di risorse economiche”.
Caritas, come già detto, non significa soltanto lotta alla povertà. La disabilità è un altro dei campi in cui l’organo si impegna per dare un sostegno importante sia ai portatori di handicap sia alle famiglie, tanto autonomamente quanto appoggiando l’opera di centri già esistenti. “Vicinissima a noi c’è la cooperativa Gocce, che si occupa di disagio mentale ed è una cooperativa nata anche grazie alla Caritas e che oggi ha la sua autonomia” continua Tripodo, spiegando come questa impresa di ispirazione cristiana si avvalga anche dell’aiuto dell’ASP, Azienda Sanitaria Provinciale. Sebbene non collabori direttamente con il Centro Camelot e il Don Orione, due dei centri d’assistenza più importanti della nostra città, il fine è lo stesso: dare sostegno a coloro che sono affetti da una disabilità di tipo psichico. Diversi, invece, i rapporti con l’OPG, Ospedale Psichiatrico Giudiziario, presente a Barcellona Pozzo di Gotto: “attraverso il cappellano dell’ospedale, responsabile di un’associazione in grado di accogliere gli utenti dell’Opg che ricevono permessi-premio, siamo sempre in contatto per garantire la loro sicurezza e un sostegno in una casa d’accoglienza presente nella zona”.
Centri d’ascolto, cooperative, associazioni e istituzioni hanno tutti un unico obiettivo: garantire ai propri utenti un aiuto per migliorare la propria vita e dare loro un sostegno pratico o psicologico per superare le difficoltà della realtà di ogni giorno. Sono i volontari a garantire lo svolgimento di quest’opera e a portare avanti un lavoro grazie al quale si potrebbe migliorare la vita di tutti e favorire l’integrazione e la solidarietà nell’intera società. L’unico modo per riuscirci, però, è lavorare insieme per raggiungere un fine comune: messinesi e stranieri, cristiani e laici, tutti uniti in un’unica rete per sostenere il prossimo.