Casa Paradiso: quando i diritti sono ostaggio della burocrazia

Messina. Si continua a parlare di emergenza abitativa.

La delibera che concederebbe il contratto di comodato d’uso provvisorio alle quattro famiglie che attualmente occupano la ex scuola Pietro Donato di Paradiso (Messina) è ancora ostaggio del Dipartimento politiche della casa. In attesa di essere presentato alla Giunta Comunale per essere passato ai voti, quel documento che potrebbe sbloccare una situazione a dir poco stagnante è già firmata, ma ferma sulla scrivania del dirigente Domenico Signorelli, come ci dice Valentina  Roberto.   Ribattezzata nel 2013 ‘Casa Paradiso’, la struttura è stata protagonista di un’occupazione che doveva rappresentare una ‘momentanea’ sistemazione per quattro famiglie in emergenza abitativa. Una ‘momentanea’ alternativa alla prospettiva di dormire in macchina, o peggio, in strada.

Un altro capitolo, per tanti anni rimasto nella penombra, che si aggiunge al noto elenco di occupazioni ancora in attesa di una conclusione. Perché è questo ciò cui si aspira: una conclusione. La possibilità di poter realmente considerare ‘Casa Paradiso’ come una sistemazione momentanea in attesa dell’assegnazione delle tante attese case popolari. Ma non è tutto. Una sistemazione che possa aggiungere al carattere ‘momentaneo’, anche quello ‘dignitoso’.

La votazione della delibera infatti, non comporterebbe solo la concessione del comodato d’uso, ma anche la realizzazione di quei lavori di manutenzione che, senza troppi giri di parole, sono da considerarsi necessari.

Allo stato attuale, quattro famiglie si ritrovano a condividere medesimi ambienti in una condizione ben lontana dall’essere definita ‘dignitosa’. Ed è proprio questo ciò che viene chiesto. Quattro famiglie, due delle quali con bambini e adolescenti, costrette a condividere solo due bagni, con evidenti conseguenze sotto il punto di vista igienico sanitario. Poche stanze, la cui divisione interna è assicurata solo dal mobilio. Paolo (nome di fantasia, ndr) ha 29 anni e vive in una stanza di circa 15 mq con la madre e il fratello, con i quali condivide anche un letto matrimoniale. Nei giorni di pioggia, in corridoio è suggerito l’uso dell’ombrello. Dettaglio su cui i più insensibili potrebbero sorvolare, non considerando il fatto che, per potersi spostare dalla camera alla cucina, o dalla camera al bagno, il corridoio è l’unico ambiente utilizzabile. Le infiltrazioni d’acqua completano il già drammatico insieme, unendosi alle pessime condizioni degli infissi, tenuti aperti o chiusi con metodi a dir poco ingegnosi. Un barattolo di vernice assicura che una finestra senza maniglia resti chiusa, mentre la custodia di un cd permette di mantenere aperte le serrande, quel tanto che basta per non essere completamente al buio. 

Da parte delle famiglie, la volontà di mantenere la riservatezza, e insieme ad essa, quella dignità che ha permesso loro di non mollare. Di arrangiarsi con ciò che si aveva a disposizione per rendere quel posto più accogliente possibile. Ecco che viene ricavato un bagnetto in un’aula, per garantire maggiore igiene e riservatezza. Un piccolo angolo di neppure 4 mq, ma un grande tesoro per chi deve condividere il bagno con un’altra dozzina di persone. Nel portaspazzole, cinque spazzolini testimoniano prepotentemente una situazione ormai insostenibile.

Da 5 anni gli abitanti di ‘Casa Paradiso’ sono in attesa di un segnale che forse non tarderà ad arrivare, ma che è ancora avviluppato nella fitta ragnatela della burocrazia. Il contratto, e con lui i lavori tanto necessari, permetterebbero di convertire quella che è ad oggi una struttura fatiscente, in un ricovero momentaneo per le tante famiglie in emergenza abitativa che sono in attesa dell’assegnazione di una casa popolare. Una volta che gli attuali occupanti otterranno una loro sistemazione infatti, la ex scuola ‘Pietro Donato’ potrà essere destinata ad altre famiglie.

In questi 5 anni, tante promesse, tutte dissoltesi nel tempo. Ma ad oggi, sembra che realmente si stia smuovendo qualcosa, grazie anche all’intervento del sindacato Si.cobas e del Fronte Popolare Autorganizzato che, nella persona di Valentina Roberto, è sempre stato attivo nell’ambito dell’emergenza abitativa.

Nel perfetto rispetto del principio della non privatizzazione, le quattro famiglie si sono costituite in un comitato, abbozzando un progetto, da presentare prossimamente in Comune, per la riqualifica e la messa a disposizione della cittadinanza gli spazi di ‘Casa Paradiso’. Il progetto comprende la realizzazione di un orto sociale, un cineforum, un’area ludica per bambini e una struttura esterna adibita a eventi sociali.

In attesa della votazione della giunta comunale, non resta che augurarsi che la macchina della burocrazia faccia il suo corso, senza incepparsi nei ben noti ‘guasti tecnici’ cui siamo tristemente abituati.

GS Trischitta