Che fine ha fatto la memoria nera?

Parlando spesso di me, ho scoperto di essere voi, parte di ogni vostro dolore e di ogni vostra gioia. Oltre al colore della mia pelle, c’é un essere che ha riconosciuto in altri occhi il suo messere, ho cercato la vita attraverso il miglioramento di me stesso, pardon, della mia condizione, ho voluto scalare i gradini posti davanti a me senza cercar di comprendere se tutti ne avevamo la facoltà, ho dato ragione alla cultura, ai valori, ed ho spento quel tenuo interruttore che avrebbe dovuto accendere la realtà e sortire dolori e pene nella mia anima. E dunque, ho camminato la testa bassa e le mani dietro la schiena, legato da catene invisibili, sono passato attraverso deserti e mari per approdare ai porti che promettevano meraviglie. Ho scoperto che non é il colore a determinare la storia dell’Uomo, a dettarne i tempi, il cuore, l’anima, e gli altri, la mia storia, come tutti. Ho imparato a dare me stesso agli altri andando contro la massa, non ho famiglia più, ho tutti, ho scucito la mia bocca per comprendere e confrontare la realtà ed ho urtato, scioccato, da una parte, e dall’altra, ossia, donne contro uomini, neri contro bianchi, poveri contro ricchi, e come massima ingiustizia, soldi contro cibo.

Ho perso il dolore per strada, ho incontrato la felicità su un albero, divenendo scimmia per godermela, ho incontrato l’anima, mi sono commosso, piangendo per niente, quel sottile nulla, che alla fine é tutto. Nella mia ragione di vita, non esiste il passato, conta questo presente, eredità maledetta di un umanità in via di tornar bestia, nel mio oggi, i cambiamenti si fanno con gli abbracci e le rinunce. La memoria inganna il futuro quando non ha senso nel presente.

Già. La memoria. Ecco perché stavo scrivendo.

Dicevo di non avere colore perché schiavo del dolore, ma provo orrore quando l’iniquità mi toglie anche la dignità. Sono uno che segue il telegiornale, non per le notizie di morte, ne tantomeno per la crisi che sconvolge il mondo da vent’anni, ma più di tutt’altro per essere qui ed altrove, ed oggi, non smetto di sentir parlare del giorno della memoria. Ed allora, ecco che la mia memoria si riattiva, e la rabbia mi guadagna, mi assale e sento l’ingiustizia che continua ad avanzare in un mondo dove le menti dovrebbero prendere oramai il sopravvento. La mia memoria ricorda e sospira, perché non sarà ricordata, non ha importanza, é nera, come la mia pelle, é povera, e dunque, non conta.

1500- Penetrazione degli arabi nel continente nero-Eccidio di oltre 10 milioni di neri del sud Sahel.

1800- Tratta dei schiavi- Oltre 70 milioni di neri morti durante i trasporti o la cattura.

1900-Guerre Mondiali- Decolonizzazioni-Lotte di potere imperialiste- Oltre 40 milioni di neri morti in cause non loro.

Oggi é il giorno della memoria, lo ricordano tutti i giornali, i telegiornali, ed anche le tasche dei contribuenti. Ho scoperto che oggi ogni ebreo beneficia di soldi offerti dai contribuenti per lenire le loro sofferenze provocate da un pazzo chiamato Hitler.

Nel mio continente, i pazzi continuano a succedersi, per loro, per l’oro, per i diamanti, per il petrolio, e le morti continuano, gli assassini si perpetuano tramite la privazione, bambini senza colpa pagano, e muoiono. La memoria dicono.

Oggi, più di qualunque altro giorno, mi sento nero, dentro e fuori, di quel buio che avvolge le notti d’inverno facendo credere che non arriverà mai la luce. Quella che svela la verità e scopre la bugia.

Io voglio ricordare, e lo farò sempre, non in televisione, non nei giornali, ma con la mia voce, con le mie braccia, con la mia vita.