Chiusura italfer messina, ferrovie dello stato svela il bluff del ponte sullo stretto

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In Autorità Portuale si discute della concessione delle aree ferroviarie di Rfi. 
Tonino Genovese: “Senza progetti, impegni e investimenti si blocchi ogni autorizzazione”

 

Il gruppo Ferrovie dello Stato svela il bluff del Ponte sullo Stretto. E’ accaduto questa mattina nel corso dell’incontro tenutosi a Messina presso la sede di Italfer, la divisione del gruppo Fs che si occupa della regia tecnica delle opere e infrastrutture ferroviarie, sulla programmata chiusura della sezione messinese entro la fine dell’anno che metterà a rischio il posto per 18 lavoratori altamente specializzati.

“Alle nostre rimostranze sull’assurdità di chiudere una sede strategica per le opere ferroviarie connesse alla costruzione del ponte – affermano Enzo Testa e Michele Barresi, della segreteria provinciale Fit Cisl – la spiegazione aziendale è stata disarmante. I vertici di Italfer ci hanno informato come, allo stato attuale, sulla sponda messinese, non esista alcun progetto esecutivo per qualsivoglia opera ferroviaria collegata alla costruzione del ponte”.

I dirigenti della società che opera sotto la committenza di Rfi, hanno evidenziato come sia stata appena avviata la fase di programmazione preliminare sostenendo, con dati di fatto, che “l’avvio delle opere ferroviarie legate al ponte sono ferme all’anno zero”.

“Un’affermazione – spiegano Testa e Barresi – che ci ha lasciati contraddetti, considerato che tale affermazione arriva dai vertici di una società di Ferrovie dello Stato, gruppo rappresentato all’interno della società Stretto di Messina. Tali dichiarazioni appaiono in forte contraddizione con l’opera di dismissione che Ferrovie dello Stato sta portando avanti da anni nell’area dello Stretto utilizzando proprio il Ponte come alibi per la chiusura di Centri Operativi, delle Officine Grandi Riparazioni e per il ridimensionamento della flotta navigazione di Rfi sullo stretto e il conseguente taglio della lunga percorrenza dei treni merci e passeggeri. Scopriamo, quindi – aggiungono –  che il Ponte, opera pensata come prettamente ferroviaria, nonostante i proclami è lontano da ogni reale progetto esecutivo legato al movimento su rotaia. Ci hanno sbattuto in faccia la chiusura dell’Officina di Gazzi come urgente e necessaria entro 30 mesi per il recupero delle aree per la costruzione del Ponte, attendiamo di conoscere un progetto rimasto misterioso per la nuova stazione di Gazzi, mentre adesso ci dicono che tutto è in alto mare. Oggi il gruppo Ferrovie dello Stato, nella spasmodica necessità di giustificare la chiusura del segmento Italfer, ha gettato inavvertitamente giù la maschera evidenziato tutte quelle contraddizioni che il sindacato denuncia da anni”.

All’orizzonte, inoltre, c’è un’altra mossa che, alla luce di queste ultime rivelazioni, poco convince. “All’ordine del giorno del Comitato dell’Autorità Portuale – spiega il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese – c’è la richiesta di Rfi per il rinnovo della concessione per ulteriori dieci anni delle aree ferroviarie. Si tratta di 54mila metri quadrati che comprendono le invasature della stazione marittima, delle officine del piazzale auto e degli uffici. Senza volere strumentalizzare il doppio ruolo del professore Lo Bosco, contemporaneamente presidente dell’Autorità Portuale e presidente del Consiglio d’Amministrazione di RFI, diventa fondamentale che si faccia chiarezza in maniera definitiva su tutta la materia. Il rinnovo della concessione, in presenza di un piano di dismissione palese e conclamato, diventa incomprensibile. E’ necessario che l’Autorità Portuale non proceda al rinnovo della concessione senza conoscere i progetti, gli impegni e gli investimenti che Rfi intende fare a Messina”.

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