Campioni di idee e di proposte. Sono gli Scout messinesi che lo scorso sabato 18 maggio 2013 hanno impressionato i propri ospiti durante la presentazione della propria “vision” sulla città del futuro che desiderano rigenerata, ecosostenibile e con una migliore qualità della vita. In sala i candidati alla poltrona di Sindaco della Città di Messina. Tutti presenti: Alessandro Tinaglia e l’endorsement di Reset, Maria Cristina Saija dei Cinque Stelle, Renato Accorinti, Felice Calabrò, Gianfranco Scoglio e Vincenzo Garofalo.
Al Teatro Cristo Re, la platea colorata “azzurro cielo” degli scout è riuscita a presentare una visione di città e delle sue problematiche tale da non lasciare indifferenti i destinatari della loro iniziativa, apparsi interessati e in alcuni casi sorpresi dall’oculatezza di soluzioni offerte all’interno della ricerca condotta da roverini e scoltine già a partire dall’autunno scorso, quando l’Agesci Zona dello Stretto approvava un percorso di zona teso a non arrivare impreparati all’appuntamento delle amministrative 2013.
Immaginate un diario e un giovane messinese residente nel villaggio di Santo Stefano, zona Messina Sud, alle prese con le difficoltà di raggiungere quotidianamente la sede universitaria posta a nord e una città che fa acqua da tutte le parti e di cui ne da dettaglio nella scrittura del suo diario personale appunto. Sul palco del teatro un via vai di didascalie ad animare un racconto, fatto di proiezioni e piccoli sketch, che forse molti avranno saputo leggere nel proprio messaggio intrinseco ma che in quella sede assumeva tutta la sua verità: Messina così non va.
In quel racconto, scritto a penna in diretta e reso vivo da una lettura parallela dai toni speranzosi dello stesso scrivente – lasciando intravvedere la bellezza dell’uomo “in divenire” – le proposte in materia di viabilità, servizi sociali, lavoro, ambiente, arte e cultura, per una Messina adatta alle esigenze dei giovani.
Il racconto portava con sé i tratti di chi, affacciandosi alla vita degli adulti, prova così a immedesimarsi responsabilmente nelle problematiche senza cedere allo sconforto, sconforto che nessuno in effetti potrebbe rimproverargli davanti al dramma di una città distratta, caotica e molto frammentata:
“Caro diario, oggi è un giorno importante, ho deciso di alzarmi, di smetterla di lamentarmi, di cercare le strategie per invertire la rotta, di studiare le soluzioni intelligenti per risolvere i problemi. Sono convinto che il buon cittadino sia colui che partecipa alla vita della propria città, cercando il dialogo, attraverso un confronto aperto e libero da pregiudizi di parte, condividendo i frutti del proprio pensiero, mettendosi a servizio della comunità: questo è il mio tempo! …Bisogna essere capaci di volare alto, di costruire un futuro per tutti, senza scordare mai chi siamo, e senza perdere il legame con la nostra terra. Fare politica è avere il coraggio di sporcarsi le mani, spendersi nelle azioni disinteressate, avere voglia di rischiare sé stessi per gli altri … ho mille idee, mille proposte, ma da solo non posso fare niente, ho bisogno dell’aiuto della mia città, ma anche di colui o di colei, che più di tutti dovrebbero operare per il bene comune”.
Ogni immagine suggerita da questo racconto è stata resa concreta dalla rappresentazione di quei contenuti sul palco da parte dei ragazzi, accanto alla sagoma di un bus urbano malconcio realizzato come scenografia a testimoniare un luogo comune assai diffuso in città e da sfatare, quello appunto dei trasporti che non funzionano.
Soluzioni come la riorganizzazione della mobilità urbana, la realizzazione di una pista ciclabile sul lungomare di Santa Margherita, l’installazione di semafori intelligenti, l’attuazione del Car e bike sharing, la realizzazione di nuovi parcheggi e di una zona pedonale nel centro storico, potrebbero limitare l’inquinamento e invogliare i cittadini al rispetto dell’ambiente, creando inoltre indubbi risparmi e migliorare la qualità della vita.
Tra le tante proposte quella della riqualificazione della zona falcata e il risanamento delle strutture come il Castellaccio, la Fiera, la ex Sanderson, parte della memoria storica della città, che potrebbero essere messi a disposizione dei giovani come luoghi d’incontro e di studio, come musei, come luoghi che possano rappresentare un’opportunità di lavoro.
Spazio dedicato ai candidati sindaco: Felice Calabrò, timido ed incompreso (verrebbe da dire) ha forse mancato l’occasione migliore per affascinare una platea “amica” (molti scout sono nelle liste che lo sostengono); Vincenzo Garofalo, dettagliato nei passaggi ma distante dal vissuto social del mondo scout che, alle teorie ingegneristiche, avrebbe comunque preferito parole povere e nette sulle questioni poste in essere; Renato Accorinti, applauditissimo, quasi di tendenza tra gli “esploratori”; Alessandro Tinaglia il più disteso, soddisfatto almeno per la eco delle sue propostenei programmi elettorali altrui (Garofalo ha di fatto annesso al suo un intero punto programmatico sui trasporti locali da tempo proposto dalla compagine di professionisti di Reset), Gianfranco Scoglio, redivivo dell’ala più a destra di questa competizione, a dare ragione delle incompiute sulla città e di cui ancora oggi rasenta il richiamo a battaglie pro-ponte non certamente nel novero dei capi scout.
L’iniziativa degli scout ha portato alla luce una visione di città positiva, alternativa al degrado attuale e alla corsa al cemento degli ultimi 40 anni. Il cittadino, rivestito della propria dignità e della libertà di scelta, saprà accorgersi del cambiamento solo se lo saprà interpretare e i giovani allievi degli insegnamenti di Baden-Powell ne hanno dato una buona prova. Messina se non oggi, almeno domani avrà menti e cuori capaci di lasciarla “un po’ migliore di quanto non l’hanno trovata”.