Ciao matteo, mi sono ricordato del tuo “compleanno” e inevitabilmente mi corre l’obbligo di rivolgerti un pensiero affettuoso.
Anche questa volta, malgrado tutto, non sarai dei nostri e per noi è un dolore.
Ti immagino a non festeggiare come negli ultimi decenni. In condizioni che, mio caro, non ti si addicono. Sarai forse in qualche cantina, in qualche anfratto, in qualche casolare, in qualche buco nel quale hai trovato riparo temporaneo. Che tristezza, matteo, non ti si addice. Nessuno avrà pensato alla torta, alle candeline, a una Marsala con cui innaffiare il dolce di pasta di mandorle. Non va bene matteo, meriti altro. Se anche tu ti trovassi in condizioni migliori, un hotel o una bella villa, in ogni caso sarebbe un compleanno triste e inadeguato alla tua storia e alle nostre speranze. Ne sono convinto io e ne sono convinti molti altri. Torna matteo, perché tu possa spegnere queste e molte altre candeline assieme ai tuoi pari al 41 bis. Ti aspettano quelli che come te sanno cosa significa essere dimenticati in giorni del genere, sanno cosa è la solitudine della vita grama di un mafioso. Torna matteo, basta sacrifici.
Dietro le sbarre troveresti l’affetto di tanti e il calore della cella che ti sei ampiamento guadagnato. Torna a festeggiare questo compleanno e tutti gli altri che seguiranno e che mi auguro possano essere tantissimi. Torna a stare con noi fino a spegnerti anche tu come una candelina. Torna Matteo, il tuo ingresso a Opera, a Parma, Tolmezzo o L’Aquila sarebbe da noi salutato come neppure immagini.
Ti aspettiamo matteo, Dio voglia ancora non per molto.
Peppe Baldessarro