Costituitasi legalmente nel Novembre 2013 Gli Invisibili è un associazione nata per donare sussidio morale e materiale ai bisognosi. Nel giro di pochi mesi le fondatrici, Cristina Rossitto, Antonella La Fauci e Tiziana Baccarella (in ordine: Presidente, V. Presidente, Tesoriera) sono riuscite a creare una fitta rete di sostegno attraverso l’associazionismo volontario e la cooperazione sociale.
Sofocle diceva: l’opera umana più bella è di essere utile al prossimo.
Cristina Rossito, commercialista, fa una breve desamina degli originari dell’associazione:
<<Ci siamo inizialmente avvicinate all’ambiente della stazione, (abbiamo cosciuto gente come Salvatore, 50 anni, vive in stazione da 25) io sono una pendolare, credevo fossero viandanti che aspettavano il treno invece li ritrovavo li la sera e la mattina successiva. Una di queste, avvicinai un senza tetto, offrì lui la colazione e cosi feci per tutti nei giorni a seguire, guadagnai la loro fiducia con una merendina e una tazza di latte e cioccolato. Con che piacere mi aspettavano! Il mio entusiasmo e l’impegno contagiarono e incuriosirono Antonella, quindi amici, parenti e colleghi spinti dal desiderio di donare. Abbiamo consegnato in due mesi appena coperte, vestiti e sacchi a pelo grazie alla collaborazione con l’associazione Masci Me2 di Nino Corriera.>>
Dare alla parola “Solidarieta’” un significato reale ed operativo. Sono Impiegati, professionisti, tecnici, casalinghe, disoccupati e studenti, intervengono trasversalmente a sostegno di una fascia della societa’ messinese che si impoverisce sempre piu’. “Partiamo dal basso per elevare un uomo alla sua dignita’ di specie; scendiamo dall’alto per ritrovare le nostre origini che, spesso, dimentichiamo fagocitati da un benessere divorante. Diamo sostegno morale, professionale, materiale, tutto quello che puo’ servire ad una persona che ha dei diritti ma che, sempre piu’ spesso, gli vengono negati da una societa’ decadente.” Cita la loro descrizione sulla pagina facebook Gli Invisibili Messina che vanta piu di duemilaquattrocento membri.
Il volontariato è un fenomeno molto complesso, la sua finalità risiede nella capacità di produrre servizi affiancandosi spesso alle attività pubbliche e sociali. Quali sono stati i vostri primi contatti e i risultati che l’associazione si prefigge?
<<Siamo state contattate dagli assistenti sociali quasi immediatamente, attraverso i quali abbiamo cominciato a conoscere delle famiglie, che per riuscire a pagare la luce, come il gas, sono costretti a stringere la cinghia come possono, il più delle volte quello che riescono a guadagnare non basta per vestirsi ne mangiare, famiglie che domani potrebbero ritrovarsi per strada; così abbiamo deciso di andare a monte del problema. Abbiamo raelizzato una Banca dei Bisogni: spesse volte non si tratta solo di bisogni alimentari, magari non possono asciugarsi i capelli perche non hanno il phon! Così mettiamo in rete il surplus, l’esubero, recuperiamo rigeneriamo e doniamo a chi non ne ha le possibilità. Grazie alla nostra associazione inoltre oggi è possibile adottare i bisogni di una intera famiglia attraverso il tesseramento, così da stabilire un legame non solo emotivo tra il donatore e la famiglia adottata. >>
Il vostro non è puro assistenzialismo, perchè?
<<Non possiamo aiutare chi non vuol essere aiutato, ad esempio. Non possiamo aiutare chi è alcolista. Il nostro non è puro assistenzialismo perchè ci occupiamo di svariati aspetti legati al benessere e alla dignità sociale, come ad esempio della ricerca di lavoro, delle pratiche legali, quanto del riconoscimento pensionistico.>>
L’associazione vanta fra i membri e gli associati, liberi professionisti e specialisti pronti a prestare la loro opera intellettuale.
Grazie alla onlus messinese nascono due importanti progetti:
Il primo, “Pane in attesa”, permette oggi a 36 famiglie di usufruire delle donazioni al banco del fornaio e poter ritirare una busta di pane al giorno. I clienti lasciano un offerta libera ed il panettiere s’incarica di tenere da parte le “attese”. Ciò che ha facilitato la riuscita del progetto, oltre alla grande partecipazione dei sostenitori, è il totale anonimato garantito alle famiglie al momento del ritiro del pane: solitamente l’ingiusto senso di vergogna di chi vive un disagio economico, costringe quest’ultimo a negare in pubblico il bisogno per paura d’essere giudicato incapace a provvedere alle necessità della famiglia.
Presso le farmacie aderenti parte in Aprile il progetto “Farmaco in attesa”, medesimo meccanismo, il fine è quello di consentire a coloro che non potrebbero altrimenti , di avere farmaci di prima necessità tramite donazioni libere.
Il volontariato si esprime nelle più svariate forme di solidarietà e può rivestire un interesse individuale o può essere sintomo di aggregazione.
Può essere volto a chi è meno fortunato come a chi è “diverso” , poggia sulla riconoscibilità di valori forti come la continuità, la dedizione e la condivisione.
La promozione dei bisogni e la consapevolezza valutativa, contribuiscono allo sviluppo sociale, culturale ed economico di un paese che deve cominciare ad aiutarsi da se.
Giovanna Romano