Cittadinanza Attiva presso l’aula magna dell’ospedale Piemonte, presenta l’assemblea territoriale “Camaro Piemonte”, al fine di discutere sulle problematiche legate all’ospedale Piemonte e sulla possibilità di ottenere la restituzione alla città degli Orti della Maddalena (ex ospedale militare).
L’incontro era aperto per cui tra i banchi dell’aula era possibile vedere malati, infermieri e medici, questi ultimi andavano e venivano dalle corsie, il suono predominante certe volte erano i cellulari che squillavano e ad ogni squillo vedevi un camice bianco alzarsi e andare via, ma tornavano appena potevano perché volevano sapere ciò che veniva detto e volevano dire la loro.
Ha introdotto la discussione Giuseppe Pracanica, coordinatore di Cittadinanza Attiva, che coglie l’occasione per dare alcune comunicazioni utili, quello di aver incontrato l’assessore regionale alla sanità, Massimo Russo, che ha confermato che gli impegni assunti a Messina, per ciò che riguarda l’ospedale Piemonte verranno mantenuti.
Presso l’assessore Russo, cittadinanza attiva si fatta portavoce di alcune richieste avanzate dai cittadini, la prima riguarda la necessità che, a quattro anni dall’emanazione della legge 80/2006, agli ammalati di cancro che chiedono le prestazioni di invalidità civile i benefici che ne derivano li ottengono da subito, così come avviene in tutte le altre regioni d’Italia, mentre a Messina la lista d’attesa è di circa due anni, considerando il percorso di queste malattie, due anni sono tantissimi.
La seconda riguarda un altro ospedale, quello di Mistretta, per il quale è necessario studiare un congruo utilizzo, come quello di farlo diventare terminale riabilitativo in diretto collegamento con i vari ospedali della provincia; altra nota dolente presentata all’assessore Russo sono i prezzi degli alimenti per i ciliaci, un pacco di pasta normalmente si aggira, il più caro, intorno ad un euro e 60 al chilo, tremate un chilo di pasta per ciliaci costa 8 euro al chilo, la pasta è composta di materiali più poveri quali mais e farina di riso, il prezzo è ingiustificato ma la cosa più eclatante è che il prezzo lo stabilisce il Ministero della Salute.
Cittadinanza Attiva insieme al Tribunale per i diritti del malato si batteranno per garantire a tutti i messinesi perché la struttura dell’ospedale Piemonte non solo non subisca ridimensionamento alcuno, ma anzi venga potenziata perché sia sempre in grado di dare adeguate risposte a tutte le emergenze sanitarie che interessano tutti i cittadini del centro urbano, il Papardo e il Policlinico sono in zone periferiche e per raggiungerli dal centro ci vuole un po’ di tempo ed a volte il tempo è proprio quello che manca in alcune emergenze.
L’assemblea ha persino chiesto aiuto a Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte in qualità di erede di tutti quei piemontesi che donarono l’ospedale Piemonte alla città di Messina, della stessa problematica è stato interessato il presidente della provincia di Torino, il messinese Antonio Saitta, ancora non hanno avuto risposta, ma attendono fiduciosi.
Inoltre l’assemblea territoriale Camaro-Piemonte di cittadinanza attiva chiede la restituzione alla regione e quindi alla città delle aree militari e ferroviarie dismesse, secondo quanto previsto dall’art. 32 dello Statuto speciale della regione siciliana. L’area Orti della Maddalena, ex ospedale militare, potrebbero risolvere i problemi immediati che tediano l’ospedale Piemonte.
Dopo questa esposizione di iniziative si susseguono vari interventi dal pubblico, varie proposte come quella di una caposala che proponeva di mettere a disposizione ognuno le varie professionalità per fare del volontariato, per tutte quelle persone che vivono in una situazione disagiata o per chiunque, si faceva riferimento a misurazione di glicemia, pressione o altro, dipende da chi è disponibile, possibilmente all’interno dell’ospedale Piemonte stesso un modo di riavvicinare le persone.
Nelle parole di alcuni medici potevi leggere l’orgoglio di lavorare per un ospedale che ha delle carenze enormi, ma nonostante ciò loro fanno tutto ciò che è possibile, qualcuno a detto anche arrampicarci sugli specchi, ma per le persone facciamo di tutto, dobbiamo salvare le struttura ma deve anche funzionare perché non è possibile avere dei ricoveri in barella o dover mandare via la gente perché non è possibile fare delle analisi diagnostiche per mancanza o mal funzionamento di strumenti.
Una denuncia molto forte arriva da un infermiere dell’ospedale che ha dichiarato alla platea che lo ascoltava: “ci sono pazienti che muoiono, broncopatici cronici operati al femore, perché non si trova un posto in pneumatologia a Messina, non solo nell’ospedale Piemonte, ma anche negli altri ospedali della città, bisogna rivolgersi alla provincia”.
A volte la cosa più semplice è chiudere le strutture piuttosto che trovare una soluzione, forse la convenienza maggiore, per qualcuno è nel chiudere, Messina a già vissuto questa esperienza con l’ospedale Margherita, non può permettersi il lusso di un’altra chiusura, i cittadini non possono permettersi questo lusso, perché partire dal centro cittadino per andare verso uno dei due ospedali periferici, è un’impresa se per caso ti senti male nell’ora di punta, a meno ché decidi di star male di sera, quando le strade sono più libere, sperando che non venga giù un diluvio come siamo abituati in questi periodi.