«Sarò sincero e chiaro, come del resto lo sono sempre stato in tanti anni di onorato servizio alle dipendenze del Comune di Messina, prima come dirigente al bilancio e al conto consuntivo, e poi dal 1° aprile 2008 come ragioniere generale, capo area coordinamento economico finanziaria e dirigente del dipartimento trattamento economico e previdenziale».
Questo è l’incipit di una lunga nota scritta da Ferdinando Coglitore per togliersi alcuni sassolini dalla scarpa, adesso che l’ex commissario straordinario Luigi Croce ha lasciato il passo al nuovo sindaco di Messina, Renato Accorinti, che si è insediato ieri a palazzo Zanca.
«In tanti anni di permanenza alle dipendenze del Comune, quasi sedici, ho prestato la mia opera in tante legislature, di cui tre interrotte e proseguite con gestioni commissariali – scrive Coglitore, che firma la nota insieme al dirigente del dipartimento programmazione, bilancio ed entrate, Giovanni Di Leo, che poi affonda il dito nella piaga dell’ultima gestione commissariale, che – certamente non ha brillato e non si è rivelata la migliore nei rapporti con la dirigenza».
Le annotazioni di Coglitore e Di Leo vanno dall’accusa di «diffidenza, presunzione e atti di prevaricazione nei confronti di quest’area economico finanziaria» perpetrati, a dire dei due dirigenti, da Croce, fino all’accusa di aver dichiarato il falso sul debito del Comune.
«L’ultima esternazione effettuata dal Commissario nell’incontro dello scorso 5 giugno con i candidati a sindaco – affermano Coglitore e Di Leo – è stata la dichiarazione di debiti per 500 milioni di euro. In proposito ci corre l’obbligo puntualizzare che questa cifra è stata buttata giù tutta d’un fiato, con l’unico scopo di nascondere le inefficienze della gestione commissariale».
Quella cifra, dice Coglitore al telefono, «è un’invenzione fatta per poter dire che loro ce l’hanno messa tutta» e nascondere il fallimento dell’amministrazione. Di Leo e Coglitore ricordano anche la «doppia relazione, presentata il 9 novembre dello scorso anno alla Corte dei Conti; documento richiesto solo a quest’area ed al Collegio dei Revisori, trasmesso in anticipo al commissario Croce, il quale si è presentato con i suoi esperti e con un’altra relazione, non richiesta, a noi sconosciuta e riportante una serie di incongruenze (debiti dell’ATO Me3, ATM, ecc.), che molto probabilmente hanno orientato la Corte dei Conti in senso negativo».
Insomma, volano stracci tra i dirigenti di palazzo Zanca e l’ex commissario. Al centro del contendere, in particolar modo, c’è il recupero dei crediti maturati dal Comune nei confronti dell’Amam. Spiega Coglitore che «La predisposizione del piano di riequilibrio pluriennale 2013-2022, approvato dal Consiglio Comunale l’11 febbraio scorso, è stato redatto in perfetta solitudine senza alcuna direttiva dalla gestione commissariale. Allo scadere del termine assegnatoci per la predisposizione, il piano è stato consegnato al Commissario, il quale assieme al suo pool di esperti ha pensato bene di incrementare le entrate con delle risorse che l’AMAM avrebbe dovuto versare al Comune per l’uso degli impianti, per un importo di 150 milioni, rateizzando la cifra in 10 milioni annui».
Coglitore sostiene, e lo ribadisce raggiunto telefonicamente, che «il piano di riequilibrio era fondato su delle somme che secondo loro ci doveva dare l’Amam secondo il contratto di servizio, e che giustamente il Consiglio comunale non ha approvato». Dunque, se ne deduce che l’ex commissario straordinario di Messina Luigi Croce avrebbe fatto carte false per nascondere debiti, e che accortosi dell’impossibilità di coprirli nella sua amministrazione, li abbia gonfiati davanti ai giornalisti per giustificare il suo fallimento. Sono accuse estremamente pesanti, facciamo notare a Coglitore.
Ma lui risponde: «Non sono accuse, sono fatti e circostanze documentati. I debiti sono quelli che abbiamo inserito nel piano di rientro: 78milioni censiti più altri 100milioni di debiti potenziali». Una cifra ben lontana da quella fornita dai tre esperti nominati da Croce al suo insediamento. Intanto Messina aspetta ancora di sapere con certezza di che morte morirà.
Qui sotto l’audio dell’intervista a Ferdinando Coglitore:
http://spreaker.com/user/ilcarrettinodelleidee/intervista_a_ferdinando_coglitore