In questi giorni i social sono stati inondati di video e foto delle proteste in Colombia, culminate con atti di violenza da parte della polizia. Per la prima volta queste proteste hanno coinvolto la quasi totalità dei cittadini colombiani. La causa scatenante di tale protesta è la riforma tributaria attuata dal Presidente Colombiano Ivan Duque Marquez che consiste nell’ introduzione dell’ IVA su molti prodotti di prima necessità e un aumento generalizzato delle tasse e delle imposte che vanno a gravare ulteriormente sui cittadini meno abbienti. Quindi, il 28 aprile in molte città della Colombia i cittadini sono scesi in piazza per protestare in modo pacifico e manifestare il proprio dissenso nei confronti di questa riforma e soprattutto nei confronti di un governo che non dà garanzie i cittadini sia dal punto di vista economico sia, dal punto di vista sociale.
Ma, in effetti, la riforma tributaria è stata soltanto il pretesto per protestare. Infatti, nonostante il dietro front da parte del Presidente Duque, che ha ritirato la riforma impegnandosi di introdurne una migliore, e le dimissioni da parte del Ministro delle finanze Alberto Carrasquilla, i cittadini hanno continuato a manifestare nelle piazze delle città più importanti. Ma allora qual è la motivazione del disaccordo dei cittadini colombiani con l’attuale governo? Tutto risale ai continui scontri che negli ultimi cinquanta anni hanno visto opporsi i narcotrafficanti, i gruppi armati e i paramilitari. Questi ultimi dovevano limitare le guerriglie che erano in atto per il controllo dei terreni disabitati, ma in realtà hanno solo aumentato gli episodi di narcotraffico e i bagni di sangue
Ex soldati hanno riportato come lo Stato colombiano fosse in qualche modo collegato alle azioni dei paramilitari, infatti numerosi erano i membri dell’esercito legati ai gruppi paramilitari e si sono manifestati numerosi scandali.
Il più rilevante riguarda l’ ex presidente Alvaro Uribe: accusato di aver effettuato pressioni per far ritirare le dichiarazioni di un ex paramilitare, il quale testimoniava il legame tra l’ ex presidente colombiano e alcuni gruppi paramilitari. Tuttavia, questo scandalo è soltanto una parte di altri reati di cui è accusato Uribe, come i collegamenti con le stragi compiute da paramilitari e legami con il narcotraffico.
Se Uribe non è più il presidente della Colombia, per quale motivo i cittadini protestano contro il governo? Uribe continua ad influenzare il Paese. L’attuale presidente Duque è strettamente legato con il suo predecessore: porta avanti gli ideali dell’Uribismo e la sua candidatura è stata sponsorizzata dallo stesso Uribe.
E’ certamente utile per avere una maggiore visione della attuale situazione di quello che sta avvenendo in Colombia, sentire le parole della giornalista colombiana Karen Ariza, che vive stabilmente in Colombia. Karen Ariza racconta come le proteste di questi giorni siano inevitabili conseguenze dell’atteggiamento di un governo che continua a militarizzare le città, aumentare le tasse e proteggere maggiormente i più ricchi, facendo aumentare inesorabilmente il tasso di povertà e disoccupazione.
L’abuso da parte dello Stato e da parte delle forze dell’ordine ormai è una costante.
Le proteste cittadine vanno avanti da sette giorni e il numero dei morti hanno superato la trentina, oltre una decina di donne violentate e le migliaia di persone ferite (i dati sono sicuramente maggiori, ma lo Stato non li riporta).
Lo Stato giustifica la violenza da parte dell’esercito attribuendo la colpa ai manifestanti facinorosi. I canali nazionali controllati dallo Stato trasmettono soltanto episodi di disordine commessi dai manifestanti, non mostrando sia i video più cruenti presenti sui social che evidenziano gli abusi di potere commessi dalle forze dell’ordine, sia come in realtà ci siano oltre centomila persone che marciano in maniera pacifica per le strade delle città più importanti (Bogotà, Cali e Medellin). Negli ultimi due giorni la situazione si è particolarmente scaldata, poiché le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Della Colombia) hanno emesso un comunicato con il quale si sono schierati dalla parte dei cittadini, ponendosi in contrasto con l’attuale governo e dichiarando di essere disponibili a combattere a fianco della cittadinanza. Questo comunicato ha però generato molto scompiglio, poiché la quasi totalità dei cittadini vuole continuare a protestare in maniera pacifica e un intervento da parte delle FARC, potrebbe essere l’ennesimo pretesto da parte dello Stato per far intervenire la polizia in maniera violenta.
In questi ultimi giorni, inoltre, sono state bloccate in alcune zone la connessione internet e l’energia elettrica. Questi giorni di protesta, come dice lo scrittore colombiano P.C., potranno avere dei risvolti tragici: il governo sta adottando delle misure prettamente offensive, ordinando di reprimere le manifestazioni nel minor tempo possibile. Quello che ci possiamo augurare è che le proteste possano continuare pacificamente e che i cittadini possano manifestare il proprio dissenso per evidenziare tutte le criticità sociali presenti in Colombia. #SOSCOLOMBIA