SPRAR: sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati. In altre parole, quella rete di enti locali che, tramite l’accesso al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, attua progetti di accoglienza integrata rivolti ai richiedenti protezione internazionale.
Al di là di definizioni e tecnicismi utili a comprendere in cosa tecnicamente consista questo sistema, è utile se non necessario conoscere le modalità e le attività che si celano dietro la cosiddetta ‘seconda accoglienza’. Cosa avvenga quindi dopo lo sbarco. Cosa effettivamente viene riservato a un immigrato che presenti domanda di protezione internazionale, in qualità di rifugiato o richiedente asilo. Abbiamo avuto modo di chiarire ampiamente cosa si celi dietro le precedenti definizioni (vd. http://ilcarrettinodelleidee.com/sito/component/k2/item/3632-i-protagonisti-e-gli-attivisti-della-seconda-accoglienza.html. Risulta doveroso esporre con esempi concreti in cosa effettivamente consista la ‘seconda accoglienza’ e come in pratica agisca uno SPRAR.
Per farlo, prendiamo come esempio una delle tante realtà locali italiane che, volontariamente e senza risparmio di energie, dedica la propria attività all’organizzazione e alla messa in pratica di progetti di accoglienza atti ad assistere l’immigrato nel complicato iter che vede il passaggio dalla richiesta, all’eventuale ottenimento della protezione umanitaria.
Parliamo, nello specifico, di Gioiosa Ionica (RC), uno dei comuni aderenti a Recosol (Rete dei Comuni Solidali) che stanno seguendo progetti SPRAR. Sposando l’obiettivo con cui nasce la stessa associazione Recosol, ovvero lo sviluppo di progetti per offrire nuove opportunità alle realtà più povere grazie al reciproco aiuto ed allo scambio di conoscenza fra cittadini di Paesi diversi, il comune di Gioiosa Ionica unisce competenze e professionalità per garantire un’assistenza completa e costante agli immigrati richiedenti asilo e rifugiati. Grazie al volontario contributo di figure professionali appartenenti a diverse sfere di competenza, lo SPRAR di Gioiosa Ionica riesce a fornire ogni genere di assistenza. Dal supporto psicologico fino alla consulenza legale. Dalla garanzia di un’istruzione di base fino alla realizzazione di progetti volti a rintracciare competenze lavorative. L’immigrato che riceve assistenza può così contare su un supporto che possa permettergli di individuare eventuali sbocchi professionali, in modo da garantirsi un possibile inserimento nella società che sia il meno traumatico e difficoltoso possibile.
Una volta inserito nel progetto, l’immigrato in attesa di responso dalla Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato alloggia in case in affitto gestite personalmente. Per ciò che riguarda il sostentamento economico, riceve 200 € mensili, di cui 140 € sotto forma di tickets da spendere in negozi convenzionati per prodotti di prima necessità, e 2 € al giorno in contanti per le spese extra. Dal punto di vista lavorativo, lo SPRAR di Gioiosa Ionica ha messo a disposizione 25 borse lavoro, per permettere agli assistiti di poter apprendere una possibile abilità professionale e al contempo di potersi inserire compiutamente nella società. Lo svolgimento dei diversi lavori, inoltre, ha una cadenza periodica che possa garantire a tutti i numerosi interessati di poter godere di un’attività lavorativa. Ogni assistito ha completa libertà di movimento, può viaggiare e visitare altri luoghi, ma ha l’obbligo di comunicare ogni suo spostamento. Oltre ad attività legate al potenziale futuro mondo del lavoro, lo SPRAR di Gioiosa Ionica organizza diversi progetti multidisciplinari, finalizzati allo sviluppo di diverse competenze, a un arricchimento dal punto di vista culturale e a un più facile ed immediato inserimento nella società. Dal canto suo, il richiedente asilo deve rispettare poche ma ferree regole per poter rimanere inserito all’interno del progetto. Ha l’obbligo di frequentare una scuola di italiano, deve adeguare il proprio livello di istruzione e mantenere una condotta rispettosa della legge e del vivere civile.
Le tempistiche relative alla permanenza dell’immigrato all’interno del programma variano in dipendenza dall’ottenimento o meno della protezione umanitaria. Nel caso di accettazione della domanda, il soggetto non potrà superare i sei mesi all’interno del programma di assistenza. In caso contrario, i tempi non sono prevedibili visto l’iter burocratico lungo e contorto che si sviluppa tra ricorsi e appelli. “Uno dei grandi problemi relativi all’aspetto burocratico riguarda proprio i tempi di attesa. Non siamo in grado di stabilire dopo quanto tempo arriverà la risposta al ricorso nel caso di non accettazione della domanda di protezione umanitaria. La questura di Reggio Calabria al momento è sovraccarica di richieste e il personale è decisamente sottonumero” ci spiega Antonio La Rosa, collaboratore amministrativo presso Recosol – Rete dei Comuni Solidali di Gioiosa Ionica. “Noi ci occupiamo di accompagnare i ragazzi inseriti nel progetto e ad aiutarli a terminare il complicato iter amministrativo che potrebbe permettere loro di ottenere la protezione umanitaria che meritano”.
Al momento, lo SPRAR di Gioiosa Ionica accudisce 68 ragazzi in attesa di un responso. Fino ad allora, la speranza nei loro sguardi non smette di entusiasmare, così come non smette di colpire, stupire e commuovere, la forza che traspare dagli occhi stanchi ma fieri di tanti assistenti sociali, psicologi e volontari quotidianamente impegnati per migliorare il presente. Quasi sempre nell’ombra. E’ obbligo morale e civile ricordarli.
Antonio, Carmen, Sonia, Marta, Stefano. Grazie.
GS Trischitta