Comunicare l’Europa da cittadini: verso il Festival d’Europa 2013

Dal 7 al 12 maggio 2013 torna a Firenze il “Festival d’Europa”, occasione di riflessione sull’Europa di domani, laboratorio della comunicazione tra Unione Europea e cittadini, vetrina delle attività dell’Unione e dei suoi Stati membri. La manifestazione prevede workshop, mostre, concerti con un unico filo rosso: l’Europa e i suoi valori fondanti. Tra gli ospiti più attesi il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il Presidente dell’Europarlamento Martin Schultz, la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, l’ex vicepresidente del Senato Emma Bonino, il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, il regista ed autore Giorgio Albertazzi e il pianista Krystian Zimerman.
L’Europa sceglie ancora una volta Firenze per costruire il proprio futuro. Nell’Anno europeo dei cittadini torna nel capoluogo toscano la seconda edizione del Festival d’Europa, un evento di rilievo internazionale promosso dalle maggiori istituzioni europee, nazionali e regionali. Obiettivo della manifestazione è incoraggiare e sostenere la partecipazione democratica dei cittadini dell’Unione Europea, a pochi mesi dal conferimento del premio Nobel per la Pace. Prestigiose location cittadine – da Palazzo Vecchio, all’Auditorium di Sant’Apollonia, da Palazzo Medici Riccardi alle Murate – ospiteranno convegni, seminari, workshop e spettacoli dal vivo che coinvolgeranno istituzioni accademiche, centri di ricerca, osservatori politici e associazioni culturali del panorama nazionale e internazionale. 
L’idea di Europa, come comunità fondata sulla pace e lo sviluppo, prende forma proprio dalla volontà storica dei popoli europei di superare i particolarismi nazionali ed intraprendere così un cammino di unità politica ed economica, sulla scia del sogno dei padri costituenti fino a giungere al concetto comune di Unione Europea. Tralasciando le critiche più o meno fondate di una burocrazia sovranazionale che non ha sostenuto i governi ma in un certo senso lì ha commissariati sul piano finanziario, resta il valore fondante di una comunità che sa parlare ai propri cittadini, che riconosce loro libertà d’iniziativa legislativa tutelando, con le proprie “carte”, i diritti e i doveri di tutti gli europei e di quanti ancora oggi bussano alle porte di Bruxelles per farne parte.
A poco più di tre anni dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, sarà possibile valutare il grado di partecipazione dei cittadini europei e la relativa conoscenza da parte degli stessi delle opportunità economiche, politiche e sociali offerte dall’UE. La società civile rappresenta uno degli interlocutori dell’iniziativa. Essa nelle sue diverse articolazioni contribuisce al Festival d’Europa 2013 mediante una serie di iniziative che sia per i temi che per le modalità ne rispecchiano la ricchezza e la diversità, ma con un filo conduttore rispetto al tema dell’anno europeo della cittadinanza, della partecipazione e della democrazia. Di particolare interesse lo spazio dedicato ai giovani in formazione e all’università. L’Area Università organizza nell’ambito del Festival una serie di attività che hanno come filo conduttore comune il contributo che l’Università – nelle sue molteplici specificità – può offrire alla promozione della cittadinanza europea, della partecipazione e della democrazia. Si tratta di alcuni convegni, seminari, dibattiti e una lectio magistralis su temi cruciali per la realizzazione sempre più piena della costruzione europea: le sfide della politica estera, l’euro, il confronto interculturale.
Il Festival d’Europa vuole rappresentare, quindi, un banco di prova per mettere in interconnessione politica, economia, finanza e sedi decisionali con comunicazione, formazione, inclusione, progettazione e la lotta alle discriminazioni, ponendo al centro il diritto di cittadinanza esercitato appieno e con responsabilità. Il multilinguismo e lo scambio di sapere generano quel tessuto utile ad abbattere barriere non più doganali ma prettamente culturali  e formative. I dati statistici indicano come i dislivelli tra Paesi membri sia qualcosa che blocca la ripresa economica e allo stesso tempo non permette il superamento dello stesso modello sociale europeo di cui si parla da molto tempo.
Il ricco programma del Festival si divide in sette sezioni: Cultura, Didattica, Economia, Istituzioni, Partecipazione, Spettacoli, Università. In primo piano gli eventi dedicati ai temi economici: dal seminario “I costi della non Europa”, un’occasione importante per riflettere sulle conseguenze della mancata integrazione economica, sociale e culturale europea (7-8 maggio, Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia); al convegno “The Euro and the struggle for the creation of a new global currency” sulla difficile transizione dell’Euro, dall’attuale condizione di valuta regionale alla creazione di una moneta globale (6-7 maggio, Auditorium del Polo di Scienze Sociali dell’Università di Firenze). “La governance del sistema dei controlli nell’ambito della lotta alle frodi all’UE” è il tema del seminario promosso da Regione Toscana e Dipartimento Politiche Europee – Presidenza del Consiglio dei Ministri (9-10 maggio, Sant’Apollonia).
Di sviluppo e finanziamenti si parlerà in più occasioni: a partire dai due incontri promossi da Metropoli, Azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, dal titolo “Politiche locali e dell’Unione Europea a supporto dello start-up d’impresa” e “L’Unione Europea per l’innovazione. Cittadino innovatore?! La competitività delle imprese grazie ai social network” (si terranno rispettivamente il 7 e l’8 maggio in Palazzo Medici Riccardi); per proseguire poi nel corso di europrogettazione “Fondi europei: una risorsa da non sprecare” (10 maggio alle Murate, max 50 posti) e del convegno “Passaporto Europa, la mobilità professionale attraverso le testimonianze dei protagonisti”, con un focus sugli strumenti di finanziamento a disposizione della mobilità professionale (9 maggio, Palazzo Giovane). Da segnalare anche il convegno “L’Europa in bilico: la scienza politica italiana di fronte alle attuali sfide” organizzato dalla Scuola di Scienze Politiche Cesare Alfieri (8 maggio, 9.30-18.30, Auditorium del Polo delle Scienze Sociali).
Grande spazio è destinato alla comunicazione e al ruolo di collegamento tra politica, istituzioni europee e Stati membri. “Stati comunicativi d’Europa” è il titolo del convegno, moderato da Dario Carella (vice direttore tg regionali Rai), che ripercorrerà il difficile rapporto tra media e UE: dai primi servizi televisivi sino alle attuali analisi in materia di euroscetticismo e identità europea, soffermandosi sul ruolo dell’informazione locale come strumento strategico per la costruzione di una sfera pubblica europea. Il convegno sarà anche l’occasione per presentare i risultati di un’indagine sul sentimento europeo dei cittadini di Firenze (8 maggio, Le Murate). E a proposito di comunicazione e formazione da segnalare il corso “Giornalismo europeo” (8 maggio, Le Murate) e l’incontro “Università e inclusione: l’esperienza del polo universitario penitenziario”, un’iniziativa di formazione nata in Toscana e che si propone come modello positivo d’inclusione sociale (9-10 maggio, Università di Firenze).
Un’Europa ambiziosa è ciò che porta in dote il Festival d’Europa. Non a caso i contributi di personaggi come ad esempio Albertazzi porteranno in primo piano. Temi come un “nuovo rinascimento per il Terzo Millennio”- come dichiara lo stesso regista toscano – perché l’Europa riscopra la propria storia culturale nata appunto col mecenatismo, all’origine del Rinascimento che, partendo dall’Italia, ha rinnovato tutta l’Europa. Per maggiori info: festivaleuropa.eu