Ci sono rarissimi casi in cui le parole non riescono ad
esprimere tutto quello che in realtà si vorrebbe evocare. Parole come
‘coinvolgente’, ‘raffinato’, ‘azzardato’, ‘coraggioso’ sembrano non essere
sufficienti a descrivere la riuscitissima resurrezione di Pirandello compiuta
da Domenico Cucinotta e gli allievi della sua Masterclass.
Con “Sei personaggi in cerca d’autore”, in scena a Messina
nei locali dei ‘Magazzini del sale’ dal 5 al 9 giugno, la compagnia del Teatro
dei naviganti ha chiuso una stagione teatrale con un colpo di coda degno di una
cinque giorni di sold out.
Domenico Cucinotta e i suoi allievi, con la collaborazione di Maria Pia Rizzo, sono riusciti nell’apparente impossibile impresa di omaggiare il maestro Pirandello inserendo ulteriori elementi di avanguardia all’interno di un’opera che, di per sé, rappresenta l’essenza stessa del teatro, della sua autoreferenzialità e della sua capacità di parlare di se stesso, denudandosi.
Metateatro allo stato puro. Un livello di convincimento e di
immersione tale da confondere gli spettatori, inseriti in una condizione così
‘reale nella sua finzione’, da non comprendere se l’intervallo fosse vero,
oppure no!
Una resa così veritiera da confondere, in un gioco in cui gli
attori e i personaggi si mescolano in modo estremamente fluido, scambiandosi le
parti, regalando così l’ulteriore omaggio al teatro dell’assurdo: in un perenne
gioco di sostituzione dei ruoli, Cucinotta è riuscito a rendere ancora più
evidente la flebile distinzione tra realtà e rappresentazione. L’inversione dei
ruoli è quindi diventata l’ennesima dimostrazione di come la realtà sia
mutevole, al contrario della rappresentazione che si rivela, Pirandello docet,
più reale della realtà stessa. Il dramma è reale, non cambia. E’ sempre lo stesso
nella sua drammatica ripetitività. La realtà, le persone, gli attori possono
cambiare. I personaggi, quelli, no.
Una finzione più coinvolgente della realtà, aiutata da una
scenografia essenziale quanto evocativa e perfezionata da interpretazioni al
limite della commozione. Gli allievi della Masterclass – anche se appare
ingeneroso definirli tali – hanno dato prova di una straordinaria abilità.
Messi a conoscenza solo poco prima dello spettacolo dei ruoli che avrebbero
dovuto interpretare, hanno letteralmente ingoiato i rispettivi personaggi. Li
hanno accolti con una dimostrazione di abilità attoriale incredibile.
Volendo citare il ‘padre’, hanno lasciato che entrassero
dentro di loro. E ci sono riusciti, eccome.
G.S. Trischitta