Come ho già scritto in un altro
pezzo, questa idea di famiglia che i leghisti e i loro amici transnazionali
stanno propagandando, rischia di farci tornare indietro nel tempo di molti
anni, se non secoli. Ho fatto paragoni con il Ventennio fascista, con l’Età
della Controriforma, con il Bonapartismo, per definire il periodo storico che
stiamo vivendo, uno dei più bui dalla Guerra ad oggi. Facciamo bene a
preoccuparci. Vengono messi in dubbio
tutti i diritti faticosamente conquistati dalla Sinistra e dalle forze Liberali
e quelli per cui ancora si lotta per consolidarli, quelli delle donne, degli
omosessuali, dei transessuali, … Per la prima volta un Governo antiquato,
passatista, che vuole il Cambiamento al contrario e verso il peggio da il
sostegno a gente che parla di pena di morte per gli omosessuali e di donne che
devono stare “al proprio posto” a
casa e in cucina.
Prima però di cadere nello sconforto e
cominciare a urlare alla catastrofe (possibile) e di temere l’Apocalisse,
dovremmo fare un po’ di ragionamenti.
Lamentarsi a ogni piè sospinto di ritorno al Medioevo e al Ventennio, anche se
è un rischio reale, non farà cambiare idea ai simpatizzanti di Salvini, né a
quelli che hanno deciso di votarlo perché “non c’è altro”. Anzi
lamentandoci continuamente non facciamo altro che dare e consolidare l’idea tra
questi di essere i soliti sinistri lamentosi e radical chic che non sanno fare
altro che protestare. Inoltre abbiamo
fatto proprio noi la propaganda a Salvini in questo modo, abbiamo diffuso
l’esistenza di questo Congresso ovunque, facendogli una gran pubblicità,
rendendolo simpatico e interessante anche a chi non se lo sarebbe filato di
striscio.
Salvini non aspetta altro, che tutti i peti e tutte le minchiate che fa
vengano amplificate dai suoi avversari. Siamo il suo miglior organo di
propaganda, paradossalmente. Tutti i nostri post su Facebook e Twitter di
piagnisteo non fanno altro che annoiare la gente e creare nuovi leghisti.
Invece questo Congresso sulla Famiglia poteva cadere in un religioso silenzio,
e potevamo fregarcene tutti, anche il target di elettorato tipo del Matteo.
Quando un politico lancia una iniziativa e
l’avversario la commenta cercando di contrastarla o di lamentarsi della sua
pericolosità, non si fa altro che fare il gioco dello stesso che vuole
diffondere l’iniziativa. Non facciamo
che farci dettare l’agenda politica dall’avversario. Invece noi già siamo
senza un partito, senza un soggetto unitario, dovremmo creare la nostra agenda, parlando delle nostre iniziative sui
temi del Lavoro, della Redistribuzione
della Ricchezza, dei Diritti, dell’Ambiente, dei Beni Comuni, dello Sviluppo
Sostenibile, senza citare mai, o il meno possibile, l’avversario. Senza far
capire che lo facciamo per contrastare lui, ma che lo facciamo per il nostro Popolo, lavoratori, precari, cittadini
e immigrati. E lo dico io per primo
che questi errori faccio spesso.
Lamentarsi meno, essere più creativi.
Lavorare per costruire l’agenda di una Nuova Sinistra alternativa al PD centrista.