Conto alla rovescia per i “braccialetti bianchi”

In Senato la prima Assemblea dei “Braccialetti bianchi” di Riparte il Futuro. Con Don Ciotti, Pietro Grasso, Laura Boldrini

Si è riunita lo scorso 7 maggio in Senato l’assemblea dei parlamentari che, alla vigilia delle elezioni di febbraio 2013, hanno sottoscritto la petizione “Riparte il Futuro” , la campagna contro la corruzione promossa da Libera e Gruppo Abele.

Si tratta di un gruppo di 276 parlamentari (il dato aggiornato ad oggi ne registra positivamente 350, a seguito dell’adesione di altri colleghi parlamentari) di diverso colore politico eletti tra gli 878 candidati che hanno aderito agli impegni di trasparenza chiesti prima di essere stati eletti. Nella loro adesione, l’impegno a legiferare insieme in parlamento per un nuovo dispositivo di legge teso a potenziare la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso.

Una pattuglia consistente ma non sufficiente a garantire un percorso veloce ad un iter che in aula ha sempre avuto come avversari entrambi, paradossalmente, gli schieramenti politici incapaci da una parte di dare piena attuazione a provvedimenti come l’inelegibilità per i condannati che supplisca ad una legge di riserva che ha bisogno del passaggio parlamentare, a mettere mano ad un conflitto di interessi che ha finito per prendere in ostaggio un intero paese; all’uscita progressiva della politica dai gangli della finanza e dalle agenzie di nomina governative, tutte promesse sciorinate in campagna elettorale; dall’altro lato a sganciarsi dalle vicende giudiziari di taluni esponenti di partito, spesso i più importanti, che oggi sì e domani pure sono interessati a far confliggere due poteri fodamentali dello Stato  in maniera plateale davanti al Paese, quello esecutivo e quello giudiziario.

In concomitanza con l’avvio dell’azione del nuovo Governo si è tenuta la prima riunione ufficiale dei parlamentari anti-corruzione nella prestigiosa Sala Zuccari del Senato, alla presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele, nonché del presidente del Senato Pietro Grasso e della presidente della Camera Laura Boldrini, entrambi “braccialetti bianchi” della prima ora, simbolo della campagna e di un impegno preso che ad oggi conta oltre 220.000 firme di cittadini che nel giro di pochi mesi hanno firmato per ottenere una politica capace di agire con forza contro il malaffare in politica.E le firme raccolte online dall’inizio della campagna continuano a aumentare a ritmo crescente, un rtimo che spiazza ogni intedimento dei partiti ancora alle prese con il vaglio o meno di una legge contro le intercettazioni, come inteso portare avanti dal centrodestra.

Iniziato tutto il 16 gennaio, la campagna di “Riparte il futuro” fa il primo punto della situazione sui 5 punti di lotta alla corruzione. A moderare i lavori la giornalista e direttrice di Rai News24 Monica Maggioni. Intervenendo, il Presidente del Senato Piero Grasso, ha riportato all’attenzione dei presenti il dato culturale della corruzione che incide sulle transizioni economiche a danno dei capaci e di coloro che hanno competenze.Il comparto degli appalti è quello a cui l’ex procuratore Grasso si riferisce quando cita la mancata crescita occupazionale a cui si aggiunge l’inerzia delle pratiche amministrative che- lo stesso Grasso non nasconde – spesso suggeriscono l’atto corruttivo della tangente. Il cosidetto voto di scambio è un male atavico poi, una “condotta tra le più ripugnanti”, perché chi la commente è un futuro rappresentante del popolo. La giurisprudenza della cassazione ha fatto storia ma non ha potuto spingersi oltre, conclude Grasso.

“Il coraggio non ha bisogno di compromessi, imparare da che parte stare!La corruzione inquina la politica e l’economia. Siamo qui per un atto di corresponsabilità, non solo per criticare ma per costruire assieme. Trasformare i tanti no, alla mafia, alla povertà, in noi”. Queste le parole di Don Ciotti, che come sempre con parole chiare e forti colpisce le coscienze e ci spinge a fare, ad esserci e ad impegnarci tutti. Questo messaggio riguarda tutti ma in particolare spetta a noi parlamentari dare concretezza a queste parole, in 300 abbiamo aderito alla campagna di Riparte il Futuro (sarebbe stato bello trovare un consenso ancora più ampio!), mettiamocela tutta. E’ venuto il tempo per farlo e come ha detto oggi Laura Boldrini :”Affinchè i cittadini tornino ad innamorarsi delle istituzioni noi dobbiamo cambiare.

Nel corso dell’assemblea Alberto Vannucci, professore di Scienza Politica dell’Università di Pisa, ha illusrato le priorità legislative per rendere più stringente il contrasto alla corruzione, sia dal lato della prevenzione che del contrasto, in relazione ai prossimi passi della campagna. Vale sempre sottolineare, infatti, come la corruzione sia uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza. Pochi paesi dell’Unione Europea vivono il problema in maniera così acuta, come sottolinea anche il rapporto Ocse sull’Italia presentato lo scorso 2 maggio. Si tratta di un male profondo, fra le cause della disoccupazione, della crisi economica, dei disservizi del settore pubblico, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali.

L’assemblea dei braccialetti bianchi è stata un’occasione di straordinaria importanza per rispondere alla richiesta di impegno che la società civile rivolge alla politica affinché il Parlamento si adoperi subito contro la corruzione. Essa segna così l’inizio della lotta alla corruzione in sede parlamentare, dopo l’impasse politica del post-elezioni. Come indicato dal logo impresso sul braccialetto, #100 giorni, i tempi stringono: è necessario affrettarsi a modificare l’articolo 416 ter e a prendere altri importanti provvedimenti per combattere il fenomeno che blocca il futuro del nostro Paese.

La corruzione – si legge nella petizione – è uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza. Pochi paesi dell’Unione Europea vivono il problema in maniera così acuta (fanno peggio solo Grecia e Bulgaria). Si tratta di un fenomeno dilagante, fra le cause della disoccupazione, della crisi economica, dei disservizi del settore pubblico, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali, che danneggia le istituzioni e la vita quotidiana delle persone. Questo il leit-motiv della petizione che i sottoscrittori si impegnano a rendere disegno di legge nei primi 100 giorni dell’azione di governo.

Fra il gruppone parlamentare dei “braccialetti bianchi”, vanno ricordati oltre ai presidenti di Camera e Senato, anche il presidente del Consiglio Enrico Letta, i ministri Maria Chiara Carrozza, Nunzia De Girolamo e Dario Franceschini.

Durante l’assemblea, poi, ha preso la parola anche un parlamentare per ogni forza politica rappresentata, nonostante il gruppo occupi più la parte verso sinistra dell’emiciclo.