Dopo la riunione di questa mattina tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione della maggioranza per definire le misure per la fase 2, è attualmente in corso la cabina di regia. In videoconferenza, il premier Giuseppe Conte e le delegazioni di Regioni, Anci e Upi. Alla riunione partecipano anche il ministro della Sanità Roberto Speranza e il titolare degli Affari Regionali Francesco Boccia. Prevista per questa sera alle 20.20 la conferenza del premier Giuseppe Conte.
Fase 2: dal 4 maggio jogging e cibo da asporto
Il governo va verso la riapertura del cibo da asporto dal 4 maggio. E’ quanto si apprende da fonti partecipanti alla cabina di regia tra esecutivo e enti locali che confermano, così, l’ipotesi emersa nelle ultime ore.
Dal 4 maggio, inoltre, dovrebbe essere permessa l’attività motoria ma solo individuale (tranne che per minori o persone diversamente abili) e la ripresa degli allenamenti per gli sport professionistici.
Possibili riaperture per edilizia e comparto manifatturiero
Si parla, sempre dal 4 maggio, di una possibile riapertura del comparto edile (pubblico e privato”) e del commercio all’ingrosso funzionale al settore manifatturiero e all’edilizia.
Il premier Conte sulla fase 2. Tutti a scuola a settembre
Lavoriamo alla ripartenza per il bene del Paese. “Stiamo lavorando per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown. Rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese“.
Lo dice il premier Giuseppe Conte in un’intervista a Repubblica in cui anticipa i contenuti del provvedimento che darà il via alla ‘fase 2’. Sottolinea che il rientro a scuola sarà previsto “a settembre”.
“Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana – afferma il capo del governo. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per i trasporti.
Cosa potrà riaprire
Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo ‘strategiche’. Lavorazioni per l’edilizia carceraria, scolastica e per contrastare il dissesto idrogeologico. Come pure attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle filiere produttive interconnesse e dalle catene di valore internazionali“.
“Il piano che presenteremo – fa sapere – sarà molto articolato perché conterrà anche una più generale revisione delle regole sul distanziamento sociale. Revisione delle regole, voglio chiarirlo subito, non significa abbandono delle regole“.
Fase 2: nuove autocertificazioni?
Sul tema delle autocertificazioni spiega il premier Conte: “Non siamo ancora nella condizione di ripristinare una piena libertà di movimento. Stiamo però studiando un allentamento delle attuali, più rigide restrizioni. Faremo quindi in modo di consentire maggiori spostamenti, conservando, però, tutte le garanzie di prevenzione e di contenimento del contagio“.
Le richieste dell’ ANCI
Chiara la posizione dell’ANCI espressa nella lettera che i sindaci hanno inviato al premier in vista della cabina di regia.
“Noi Sindaci, fin dall’inizio di questa emergenza, abbiamo garantito collaborazione al Governo con senso di responsabilità e in un sincero spirito di solidarietà tra le istituzioni. Oggi, confermando la nostra leale collaborazione, rivendichiamo alcune misure che riteniamo indispensabili per avviare la fase 2. Per una ripartenza vera, che non lasci indietro nessuno“.
Conoscere prima del 4 maggio l’elenco delle attività che riaprono per adottare le misure necessarie in materia di mobilità e trasporto. Per regolare gli orari di uffici ed esercizi, il corretto utilizzo da parte dei cittadini degli spazi pubblici.
E’ la prima richiesta che l’Anci presenterà al Governo, a cui chiede anche “indicazioni chiare e inequivoche sul corretto utilizzo delle mascherine alla popolazione e ai lavoratori. Assicurando disponibilità nelle farmacie ad un prezzo fisso calmierato“.
“Migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico – chiedono i Comuni – per i numerosi settori produttivi colpiti dall’emergenza. In modo da assicurare a tutti liquidità in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare“.
“Assicurare a Comuni e Città metropolitane risorse congrue per la spesa corrente alla luce della imponente riduzione di gettito fiscale – ha chiesto ancora l’Anci -, con particolare riferimento all’azzeramento delle imposte di soggiorno e di occupazione del suolo pubblico e alla forte riduzione della Tari“. E propone anche di rifinanziare i cosiddetti buoni spesa già erogati dai Comuni e assegnare ai Sindaci un plafond di risorse per il sostegno al reddito strettamente legato agli effetti sociali ed economici dell’emergenza.
Il presidente dell’ Anci sulla fase 2. Ampliare bonus bebè e bonus babysitter
In una diretta Facebook, il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, chiede di ampliare il bonus bebè e il bonus babysitter: “abbiamo chiesto di anticipare l’apertura dei campi estivi con oratori e il privato sociale”. “Relativamente al trasporto pubblico, abbiamo chiesto di definire la capacità massima di bus e vagoni metro: non si può dire distanza un metro e vietare l’assembramento. Cioè se entrano solo le persone pari al numero dei posti a sedere o se entra un quarto della capacità”.
“Stiamo uscendo dalla emergenza sanitaria, – continua Decaro – la stiamo superando ma non stiamo uscendo dalla pandemia e dal rischio del contagio. E sono preoccupato dal fatto che magari tutti pensiamo che con la fase 2 a partire dal 4 maggio possiamo tornare a fare quello che facevamo prima ma in realtà non è così. Dobbiamo abituarci a vivere in maniera diversa rispetto al passato. Dalla cabina di regia ci aspettiamo indicazioni precise. A nome di tutti i sindaci italiani chiedo al governo indicazioni precise sul trasporto, sull’uso delle mascherine, su dove i genitori che tornano al lavoro potranno lasciare i bambini“.