Crocetta e i rifiuti da bruciare

Le associazioni ambientaliste e antimafia (Zero Waste Sicilia, Beniamino Ginatempo Forum Siciliano Acqua e Beni Comuni, Antonella Leto Associazione Antimafie Rita Atria, Carmelo Catania No MUOS, Antonio Mazzeo, No TRIV, Salvatore Mauro) che da anni denunciano le illegalità perpetrate anche con il silenzio e l’avallo della regione Sicilia, rivolgono questo appello al Governatore e alla sua Giunta, distratta in merito alle normative europee sulla gestione dei rifiuti.

Dopo le recenti affermazioni sull’improbabile adeguamento delle discariche – quasi tutte private, mentre quelle pubbliche quasi non esistono ancora – non si sentiva proprio il bisogno dell’affermazione “ciò che rimane del rifiuto vogliamo trasformarlo in combustibile, in un bene appetibile per il mercato.”, che ci riporta ai tempi bui dell’ex-presidente Cuffaro.

Vogliamo allertare il governatore Crocetta e l’assessore Contraffatto che la scelta della trasformazione di rifiuti in combustibile (il CSS) non solo è scellerata dal punto di vista ambientale ma, per almeno quattro buoni motivi, è una vera e propria truffa per i cittadini siciliani.

Inoltre sarebbe pure illegale se prima non si raggiungono le percentuali di raccolta differenziata e recupero di materia fissate per legge, cioè tra il 50% ed il 65% entro Dicembre 2015, In Sicilia, invece, siamo solo al 13,4% di raccolta differenziata, secondo l’Arpa Sicilia, ed appena al 10,7% secondo l’Anci..

Se si continuasse come dichiarato, i siciliani e le siciliane verrebbero derubati ben 4 volte:

1. I rifiuti sono RISORSE PUBBLICHE. Il valore economico dei materiali recuperabili da una tonnellata di rifiuti è di circa 40 euro. Siccome la Sicilia ne produce circa 2 milioni e mezzo di tonnellate/anno, a causa della “inerzia” di regione e gran parte dei comuni, si sotterrano in discarica roba di 100 milioni di euro l’anno, denari sottratti alle famiglie ed alle imprese siciliane.

2. A parte i costi di raccolta e trasporto, conferire in discarica costa circa 100/120 euro a tonnellata: i padroni delle discariche private incassano tra i 230-240 milioni l’anno a spese dei siciliani, e naturalmente si oppongono a qualunque cambiamento (compresi raccolta differenziata e compostaggio) di un sistema di gestione che li favorisce spudoratamente.

3. Se il privato che gestisce la discarica trasforma i rifiuti in combustibile può venderlo solo a cementifici e centrali elettriche guadagnandoci bene. Si tratta, pertanto, di un caso unico e strano quello di una impresa, la discarica che “produce CSS”, che non acquista le materie prime ma si fa pagare dai cittadini per prendersele!

4. Scelleratamente ed incomprensibilmente il combustibile da rifiuti è definito fonte di energia, pertanto cittadini e imprese pagano, con il 6% della loro bolletta elettrica, incentivi a chi brucia risorse pubbliche inquinando.

Se ne deve concludere che la trasformazione dei materiali post-consumo in CSS ed il suo uso metterà le mani nelle tasche dei siciliani ben 4 volte. Chiediamo con forza al presidente Crocetta ed all’assessore Contraffatto di rivedere le loro scelte e non rendersi complici di questa truffa, perché si tratta dunque dell’ennesimo caso in cui la politica permette di alienare risorse pubbliche in favore di speculazioni private, pratica troppo diffusa in Sicilia ed in Italia.

L’alternativa ovviamente c’è. Oltre a semplificare le procedure per il compostaggio della frazione umida, basterebbe che dopo il trattamento meccanico biologico, si procedesse col recupero spinto manuale di materia e/o con l’estrusione termomeccanica, invece di produrre CSS, e che si intraprendesse la via indicata dall’Europa.

Cioè le discariche andrebbero trasformate in depositi temporanei per l’estrazione mineraria urbana – Risoluzione del Parlamento Europeo del 24/12/2012, “Una Europa efficiente nell’impiego delle risorse. Ed andrebbe rispettata la gerarchia dei rifiuti fissata nella direttiva quadro europea 2008/98/CE denominata La Società del Riciclaggio. Ma tutto ciò a qualcuno non conviene.