Cronache dal Comune dì Messina

Si aggira nei corridoi del Comune con fare ansioso e insicuro.  Mingherlino, altezza media, capelli scuri. E’ giovane, massimo vent’anni. Al Comune ha un parente ed è sicuro che sbrigherà presto la faccenda che lo assilla. Viene dalla Spagna e le novità non lo spaventano. Tenta di entrare da Piazza Antonello ma gli dicono che deve passare necessariamente da Piazza Unione Europea. Un guardiano in divisa blu notte lo indirizza presso una terza persona che gli chiede la Carta d’Identità. Rimane interdetto, non capisce come il parente abbia fatto. E’ proprio la faccenda che deve risolvere.

“Vede”, tenta di spiegare, “ho solo una denuncia di smarrimento della Carta d’Identità rilasciatami dal Comune di Siracusa”.
Non basta” si sente rispondere con fare noioso e sbrigativo dall’addetto di turno;

“Da qui non può passare, veda se la fanno entrare dall’anagrafe, proprio qui a fianco” e continuando con fare conciliante di fronte all’aggrottarsi delle ciglia del novello spagnolo.

“sa, dove c’è la libreria, ecco di fronte”.
Ancora calmo esce dalla Porta Centrale e tenta di rientrare, per la terza volta, dall’anagrafe. Ma secondo le nuove disposizioni dell’Amministrazione, anche da lì, l’accesso a palazzo Zanca è impedito. Non gli rimane che chiamare il parente al cellulare e trovarsi presso l’anagrafe. In fin dei conti, pensa, è proprio lì che doveva recarsi per il rinnovo della Carta d’Identità.

Non conosciamo con certezza come sia andata a finire. Possiamo fare la cronaca di quello che è accaduto dopo solo per averlo sentito raccontare, con rassegnazione e disperazione dal parente,

E dalle urlate e concitate frasi dello Spagnolo.
“Ma io sono nato a Messina” gridava, “ io ho diritto ad avere un documento d’identità, anche se non ho una residenza fissa” urlava per i corridoi.

“Devo tornare in Spagna io, pago l’affitto a vuoto.  Ma non finisce qui……………” .

Gesticolava e muoveva le mani al vento mentre faceva scattare l’allarme dei tornelli di P.zza. Antonello e con paso doble, usciva dal Palazzo.
Pare che un alto Funzionario dell’Anagrafe abbia confermato il pensiero principale che i messinesi hanno dei dipendenti Comunali. Rubano lo stipendio. Sono braccia tolte all’agricoltura.
I fatti:

1) Un paio di anni fa lo spagnolo lascia Messina e si reca a Siracusa, dove trasferisce la residenza e rinnova la Carta d’Identità con scadenza al 2013.

2) In seguito parte per la Spagna e smarrisce o gli rubano la Carta d’Identità, procede quindi a regolare denuncia.

3) Decide di tornare a Messina, dove è nato, per rifare il documento che il Comune di Siracusa non può più rilasciargli sia perché era  stato dichiarato irreperibile e cancellato, quindi, dalle liste elettorali e sia perché non ha più una residenza nel Comune di Siracusa.

A questo punto e davanti a questi fatti sembra che i Dirigenti e Funzionari dell’anagrafe abbiano confessato candidamente che era la prima volta che capitava un caso di quel genere e che non sapessero proprio cosa fare. Che era indispensabile, anzi necessario, avere una residenza nel Comune o quantomeno che dichiarasse, anche fittiziamente, di averla e gli avrebbero dato un nuovo documento d’identità entro trenta giorni .

Su questa strada e con la sollecitudine che caso è dato per certo, nei corridoi comunali, che incominciassero a elencare tutta una serie di ipotetiche e improbabili residenze. La Caritas, il Campo Nomadi, la Casa Comunale (subito esclusa quest’ultima per gli ovvi problemi che il postino avrebbe riscontrato nel consegnare la posta a un irreperibile), Pensionati, Consultori e chi più ne abbia più ne metta.
Dopo i superiori e incredibili fatti narratemi ebbi anche la fortuna di conoscerlo.
L’ho lasciato che era in procinto d’imbarcarsi per la Spagna dove tramite Consolato avrebbe sicuramente risolto il problema.
Sono convinto che non lo rivedrò più presso la Casa Comunale salvo che un solerte poliziotto di frontiera non gli chieda un documento di riconoscimento e lo rispedisca indietro.