Contrariamente a quanto si possa pensare, il passaggio mentale che dal famoso artista della Street Art Blu ci porta al Teatro Vittorio Emanuele di Messina non è la circostanza che attualmente il teatro cittadino per eccellenza è occupato dai ragazzi del Pinelli, i quali domenica all’alba sono stati identificati, denunciati e buttati fuori dalla “casa del portuale” dalle forze dell’ordine.
Circostanza che è già rilevante in se stessa se si considera che questa è la seconda volta che per aver voluto portare l’arte, con spettacoli teatrali e musicali, in immobili pubblici abbandonati sono chiamati a rispondere di fronte alla giustizia per il reato di “occupazione abusiva” (art. 633. c.p. invasione di terreni o edifici). Prima con l’ex Teatro in Fiera, ribattezzato per l’occasione Teatro Pinelli, abbandonato per decenni all’incuria e al menefreghismo di una classe politica e sociale troppo occupata ad arricchire la loro componente privata che a pensare al bene pubblico e figurarsi poi al bene comune. E la seconda volta valorizzando la casa del portuale, un fatiscente edificio abbandonato da anni che aveva per loro mano riacquistato una nuova vita sia materiale, con una ristrutturazione “proletaria” (alla buona e con pochi soldi) interna ed esterna, che spirituale e culturale, con spettacoli e serate che avevano riacceso il gusto ed il piacere della vita in una città per altri versi spenta ed apatica, come del resto sono dal punto di vista culturale la maggior parte delle nostre città del sud. Forse è proprio per aver riscontrato nei ragazzi del Pinelli la stessa comunanza di “salvare” e “recuperare” e “valorizzare” luoghi, strade ed immobili ormai abbandonati che BLU, artista della Street Art. di fama mondiale, ha deciso di donare alla città di Messina una sua opera d’ingegno e dove l’ha realizzata? Proprio sul muro esterno della Casa del Portuale.
Buttati fuori anche dalla casa del Portuale, la Domenica mattina del 19 Gennaio di questo inizio 2014, i ragazzi non ci hanno pensato un attimo e sono andanti nella stessa sera, con una pensata che ha del geniale, nell’altro luogo deputato alla cultura per eccellenza, il Teatro Vittorio Emanuele. Il bellissimo teatro della città di Messina, che per fortuna non è un edificio abbandonato ma che da anni ormai non riesce a realizzare una stagione che possa chiamarsi tale. Che abbiano voluto intendere che tenere un carrozzone che si chiama Teatro chiuso all’arte per anni equivale ad averlo abbondonato ?
Come non è stata neanche l’altra circostanza il passaggio mentale che da BLU ci ha portato al Teatro cittadino. Anche se forse è ancor più grave l’aver visto appoggiate sul muro che riportava l’opera di BLU due scale di legno sormontate a loro volta da due appesantiti Vigili del Fuoco, i quali nell’adempimento del loro dovere non si piccavano di interrogarsi su cosa fossero quelle “macchie di colore” che si estendevano lungo tutto il muro della casa del portuale.
Il passaggio mentale è stato, invece, il constatare amaramente che la cultura nella nostra città ha il prezzo di 250.000 euro e che davanti ad un fatto culturale di rilevanza internazionale come è quello che ci ha regalato Blu con il suo disegno sul muro della casa del portuale non siamo stati capaci neanche di apprezzarne la gratuità.
Ma andiamo per ordine. Si è svolta stamane la seduta congiunta della quinta Commissione Legislativa della Regione Siciliana con l’ottava Commissione della cultura del Consiglio Comunale. E’ stata, questa, l’occasione politica per permettere all’assessore regionale al turismo, sport e spettacolo, Michela Stancheris, di prendersi gli applausi per aver trovato la somma di 250.000 mila euro, dopo aver bocciato l’apposito emendamento durante l’approvazione della Finanziaria Regionale, e consentire in tal modo. a 70 orchestrali ed artisti locali di lavorare dalla primavera a Maggio/Giugno e questo dopo ben tre anni che al Teatro Vittorio Emanuele non si è prodotto niente in house.
E’ lo stesso presidente del Teatro, Maurizio Puglisi, che conferma che si sono calendarizzati otto spettacoli, 4 di prosa e 4 di musica, che avvalendosi di Artisti e Orchestrali locali di fama Nazionale e Internazionale si adopereranno affinché nelle casse del Teatro si possa incominciare a ragionare con entrate private e non solo regionali. Se questi sono i dati fattuali, non si comprende bene come mai i numerosi politici accorsi per l’occasione abbiano passato più di un’ora ad autoassolversi ed autoincensarsi per un risultato economico che lascia l’amaro in bocca.
“E’ bello vedere tutte queste forze politiche unite e con uno stesso scopo ideale che è quello del teatro Vittorio Emanuele, dichiara l’On. Marcello Greco iniziando i lavori d’Aula. Forze che parlano della rinascita della cultura, dimostrando l’attenzione che la classe politica ha avuto con la contemporanea presenza delle due commissioni, Regionale e Locale. E se oggi questo tema può essere portato avanti il merito deve essere riconosciuto alla politica che finalmente si occupa di queste tematiche”.
Sullo stesso tenore sdolcinato e dolciastro l’assessore Regionale sottolineava la necessità di procedere, con l’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione dimenticando che la Regione ha già proceduto, ingenerando ancor più confusione, alla nomina di un nuovo commissario. Pronta la replica, la nomina del commissario è stata necessaria per provvedere al contentino di 250.000 euro ma….
E tra gli appelli irrealizzabili a rivedere la pianta organica, anche per dare un contentino ai sindacati che da anni e anni parlano di stabilizzazione, e la richiesta da più parti avanzata di non contare esclusivamente sui fondi Regionali ma sul dovere di assumersi in proprio gli oneri della cultura avvalendosi a tale scopo delle associazioni e delle realtà locali; l’incontro è proseguito con l’intervento della portavoce ragionale del M5S, Valentina Zafarana, la quale nel richiedere l’applicazione della legge Nazionale in materia e ridurre per questa via i componenti del CDA da sette a tre, non ha perso occasione di tirare le orecchie alla stampa. “Rea, a suo dire, di non voler fare luce su un sistema di sprechi di cui non si parla mai e che non riesce a spiegare totalmente cosa si faccia dei 5 milioni di euro che ogni anno vengono previsti in bilancio per il Teatro Vittorio Emanuele”. Per questo, conclude la Zafarana, invito l’Assessore ad attivare tutti quei meccanismi di controllo che possano vagliare e valutare le spese di questo Ente.
A conclusione il Sindaco Renato Accorinti, evidentemente felice di poter comunque avviare un percorso istituzionale d’attività Teatrale per la città, tende un ramo d’ulivo e con un invito esplicito a dimenticare il passato dichiara: “Il teatro come centro culturale e quindi la cultura è un valore importante per la città, per qualsiasi città. E rispetto alla famosa frase per cui con la cultura non si mangia dobbiamo dire che non si tratta solo di posti di lavoro ma di un concetto più ampio, perché essa (la cultura) è un elemento fondamentale della parte affettiva di ognuno. In questo luogo, il consiglio comunale, il dibattito quest’anno è stato molto aspro e fallimentare e la colpa è di tutta la politica. È assurdo che si faccia questo, ci facciamo del male da soli. Il teatro è il luogo simbolo del cambio culturale, questo lo pensiamo tutti e pure se ci vogliono i fondi regionali, un vero teatro e quello che cammina con le proprie gambe”.
Pietro Giunta
©ilcarrettinodelleidee.com / RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, VIETATA