Avete mai letto su Wikipedia cosa sia successo negli anni passati in una determinata data? Ad esempio, la data in cui siete nati. Vi siete mai posti la domanda “chissà cos’è successo in quel determinato anno il giorno in cui sono nato?” Oggi 17 novembre ad esempio nel 1869 veniva inaugurato il Canale di Suez, o nel 1979 Khomeini ordinò il rilascio dei 13 ostaggi americani dell’ambasciata statunitense; mi chiedo: qualcuno mai aggiungerà l’evento di oggi su Wikipedia? Qualcuno mai scriverà: 17 novembre 2017 muore Salvatore Riina, boss di Cosa Nostra, “Capo dei capi”? Un evento degno di pagine di giornali nazionali e internazionali che segnalano la fine del boss.
La fine di un uomo che ha seminato morte e che non hai mai avuto segni di rimorso per tutti quei nomi che, per volere suo, sono spariti dalla faccia della terra. Il capo di Cosa Nostra, il boss per eccellenza, l’uomo che ha suscitato timore e paura, l’uomo dalle mani sporche e dalla coscienza inesistente, è morto. È morto come ogni essere umano muore. È morto a 87 anni.
È morto in un letto di ospedale. Non L’uomo ma Un uomo che muore. Oggi è questo salvatore riina. Oggi salvatore riina è un uomo che “morse”, e come ogni essere umano però, salvatore riina verrà comunque ricordato: nella semantica collettiva di quel nome, nella storia, nel dolore e nella tristezza di chi ha perso qualcuno per mano e coscienza sua, nella nostra amara e amata Sicilia (e non solo) , Salvatore Riina però non morirà.
Non morirà la mafia, non morirà la sua “fama”. Non moriranno i suoi omicidi, le sue ingiustizie commesse, i suoi soprusi, le sue corruzioni, i suoi occhi rimarranno impressi a chi lo ha conosciuto e a quelli che lo hanno visto solo in una foto di giornale dove ha tutto tranne che l’aria di essere un boss mafioso. Solo penetrando nel suo sguardo, solo ascoltando in maniera vigile la sua voce, solo ascoltando alcune sue dichiarazioni ci si rende davvero conto che quell’uomo li era il boss, era il mafioso.
Mi chiedo cosa gli sia rimasto di tutta una vita. Mi chiedo cosa abbia pensato gli attimi prima di morire. Mi chiedo cosa abbia pensato in tutti questi anni, se ha mai provato un briciolo di rimorso e non lo ha mai ammesso perché, lui si sa, è un uomo di onore. Il vocabolario italiano descrive la parola “onore” come ciò che sta a significare […] il valore morale, il merito di una persona, non considerato in sé ma in quanto conferisce alla persona stessa il diritto alla stima e al rispetto altrui. […]
Come ogni cosa, la mafia ha massacrato questo sostantivo. Lo ha fatto proprio. Ne ha distorto la semantica e lo ha reso a favore di una gerarchia di uomini e donne “d’onore” che hanno l’onore di uccidere bambini, donne, uomini. È questo l’onore?