La Democrazia Partecipata si pone essere come la naturale e fattiva evoluzione del concetto di Democrazia, che fu un concetto estremista tra quelli con un certo seguito agli albori dello Stato Moderno, un concetto che prolifera in un’era dove le parole d’ordine sono Smart City ed Innovazione, non senza un velato e quantomai necessario richiamo alla Storia ed alle Tradizioni, che se opportunamente integrate possono essere fattiva ricchezza e volano di sviluppo.
I COSTI DELLA DEMOCRAZIA. Ma codesto concetto pone delle problematiche, prettamente pratiche, di non poca importanza, accentuate ancor di più all’interno di un contesto sociale con difficoltà occupazionali e di sviluppo, il primo impedimento è infatti di ordine economico, LA DEMOCRAZIA PARTECIPATA HA UN COSTO, in termini di tempo e di denaro, fare attività Politica (intesa non necessariamente come partitismo ma come attività costante e continuativa nell’attuare azioni di interesse per la Poleis) impone un dispendio di Tempo e di Denaro, a maggior ragione se tale attività vuole essere costante e continuativa nel tempo, ciò pone delle barriere non indifferenti alla partecipazione degli strati più popolari, provocando una ingiusta selezione non basata sulla qualità dell’impegno Politico ma bensì sulla disponibilità delle fondamentali variabili cui sopra (tempo e denaro, ndr), risultando in contrasto coi principi fondamentali della Politica Democratica e Partecipata! Quando infatti si pone la problematica della disponibilità di tempo o denaro si tentano di porre in essere due soluzioni, entrambe indirettamente proporzionali rispetto alle due problematiche: sovente, infatti, per aumentare la disponibilità economica si ricorre ad attivarsi in più attività (o una che necessiti di maggior tempo) che garantiscano, nella somma, un maggior ritorno economico, questa soluzione tuttavia impegnerà più tempo, diminuendo quello disponibile alla partecipazione civica ma alimentando l’altro “grande costo della partecipazione” invero il denaro, viceversa se vorrò aver più tempo nella maggior parte dei casi provvederò ad impegnarmi meno ma ciò comporterà una diminuzione delle mie entrate economiche, risolvendo si il problema in termini di tempo ma alimentando il problema in termini di denaro.
LA POSSIBILE SOLUZIONE. Come fare dunque? A mio avviso andrebbe percorsa la via di una contestuale e contingente riforma del nostro modo di intendere la vita pubblica, riformando il nostro modo di intendere il quotidiano ed integrando pienamente la Partecipazione Sociale, inserendola al centro del nostro sviluppo in un ottica convintamente funzionale ove ogni cittadino è riconosciuto come potenziale incremento al sistema gestionale e decisionale, anche tramite la semplice segnalazione di problematiche o attività più complesse, rispettando le volontà e inclinazioni altrui; in un organismo così complesso come la nostra Società risulta infatti fondamentale ogni piccolo componente che, dalle sue azioni, condiziona il vivere della comunità, un grande agglomerato ove l’operato individuale diventa somma e funzione dell’operato totale, i cittadini diverrebbero fondamentali alle Istituzioni da loro elette e fondamentali ad un adeguato funzionamento dell’organismo Sociale, ciò incentiverebbe altresì la creazione di un legame assai valido tra eletti ed elettori avendo questi ultimi tutti gli strumenti ed il contesto per poter esprimere i propri bisogni, in maniera diretta ed indiretta; da ciò premesso ne scaturiscono le soluzioni in ordine Economico, retribuendo infatti ogni cittadino per la propria attività in termini quantitativi risulterebbe possibile non solo incentivare la partecipazione (aumentando così anche la fiducia nel sistema Politico, facendo sentire ogni cittadino parte di ciò che ha attorno) ma bensì di sopperire, nel brevissimo periodo, alle possibili perdite dettate dall’investimento di tempo in tale ambito ed altresì a sopperire ad eventuali oneri derivanti dalla partecipazione, il rientro di tale dispendio da parte dello Stato risiederebbe nel ritorno economico di strategie vincenti generate direttamente o indirettamente grazie alla partecipazione civica, ponendo come assunto che ogni cittadino abbia un punto di vista e delle professionalità diverse per esperienze e competenze complementari a quelle degli altri e che dalla loro unione e sinergia ne nascano soluzioni efficaci che rispondano ad un problema sotto più punti di vista, il team perfetto è già la cittadinanza stessa! La ricchezza dettata dalla partecipazione si esplicita in diversi modi, non solo a livello di calmiere Sociale (dando a tutti la possibilità di esser attivi e proporre soluzioni ad esigenze diffuse di una determinata fascia di popolazione), ma di ricchezza Economica Sociale, pensiamo infatti a tutti quegli sviluppi e servizi che diverse Associazioni garantiscono gratuitamente e con fatica, pensiamo ai Think Tank frutto di tante idee e progetti di Innovazione Sociale ed Imprenditoriale, pensiamo ai Circoli di formazione e Studio che partoriscono studiosi che delineano concreta evoluzione della Società, pensiamo alle tante attività organizzate dalle Persone, da eventi ludici a scopo Sociale sino alle elaborazioni di soluzioni, i quali spostano volumi di Denaro, la partecipazione civica non è solamente un atto Democratico ma anche un concreto investimento in ordine al futuro dei territori, alla loro popolazione ed al loro sviluppo.
Risolto il problema di tipo Economico, che parzialmente risolve anche quello del Tempo, cui è però necessario porre una particolare attenzione tramite uno scatto in avanti in tal senso che riconosca gli spazi, in termini temporali e fisici, dedicati all’Attività di Democrazia Partecipata, urge dunque provvedere ad una rivalutazione della scansione temporale in cui viene suddivisa la formazione e l’attività quotidiana, prevedendo degli appositi spazi ed una finestra temporale apposita per l’impegno Civico, da integrare nella giornata come “atto di normalità democratica”, tutto ciò va accompagnato altresì alla formazione nelle scuole, incentivando anche un evoluzione in termini di mentalità ed identificando tale pratica come necessaria anche nell’ottica del concetto di Diritto/Dovere.
SPAZI DI PARTECIPAZIONE. La problematica sotto l’aspetto “fisico” degli spazi è invece risolvibile applicando una Politica di riutilizzo degli immobili e degli spazi dello Stato, mettendo a disposizione quelli inutilizzati e destinandoli appositamente a tali fini, ciò si rende applicabile tramite la gestione di immobili, da parte dell’Entità Pubblica, ove destinare le stanze all’interno dello stesso ad Assemblee ed Incontri, prevedendo anche degli spazi Comuni, con la possibilità di prenotare le medesime aule per Ritrovi, riunioni ed eventi pubblici compatibili con il contesto , ciò permetterebbe altresì un riutilizzo in senso costruttivo di immobili e spazi urbani, rispondendo altresì alla malsana e letale eventualità che vede gruppi di cittadini doversi, per necessità, associare a chi ha la disponibilità Economica di potersi permettere un luogo di ritrovo ponendosi in dipendenza Politica rispetto a chi ha tale possibilità.
NETWORKING – PIATTAFORMA DI MATCHING/SOCIAL ONLINE. Altro impegno necessario per una fattiva ed efficace Democrazia Partecipata è il networking, fare Rete! Ciò risulta necessario al fine di alimentare il complementare Know-How tramite la collaborazione la cooperazione favorendo cosi la costruzione di una voce Civica competente, che sopperisca vicendevolmente alle possibile mancanze interne alla partecipazione civica, ciò è raggiungibile creando il contesto ideale che metta in rete le diverse Associazioni o gruppi cittadini. Ciò incentiverebbe anche la complementarietà di esperienze sui territori, il risultato di un networking su tale scala risulterebbe essere l’elaborazione di soluzioni efficaci e scalabili (in linea ciò anche con le nuove direttive UE in tal senso), ciò è applicabile non solo all’ambito sociale ma anche a quello imprenditoriale. Come concretizzare ciò? Con una piattaforma di matching/social online che comprenda le realtà, anche minuscole, su base cittadina, Regionale e Nazionale, fornendo all’interno delle stesse tutti gli strumenti utili alla condivisione di informazioni e necessità, ivi inclusa la possibilità di identificare collaborazioni utili tra diverse realtà nella realizzazione di un percorso, sembra poco ma in realtà, una soluzione di questo tipo, permetterebbe a diverse realtà che si disconoscono di entrare costruttivamente in contatto e sopperire vicendevolmente alle difficoltà, dando un concreto slancio di sviluppo alla Partecipazione Popolare nella vita Democratica.
LINGUAGGIO ACCESSIBILE. Altra importante questione risiede nel linguaggio, risulta infatti necessario al fine di incentivare un ampia partecipazione, l’utilizzo di un linguaggio accessibile adatto alla media, la Democrazia non può e non deve essere solamente a misura di persone altamente formate ma deve essere in grado di esser compresa e partecipata da tutti, poiché alle problematiche di tutti essa deve rispondere, nonostante la terminologia erudita risulti necessaria ed indispensabile in taluni contesti, questa non è sempre compresa da tutti, risulta dunque preferibile un linguaggio comprensibile ai più: diretto, semplice e leggero, con le modalità coerenti al contesto sociale: breve, intenso e dritto al punto. La crescita e l’educazione ad un registro linguistico più complesso in linea generale è un processo lungo e che deve svilupparsi da solo, senza dimenticare che un linguaggio più popolare non sempre è sinonimo di scarsezza di ragioni ed argomentazioni, principalmente in Democrazia, ove i bisogni sono tali quando sono sentiti e vissuti, al di la della modalità di espressione e confronto.
EDUCAZIONE ALLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA – MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE. Ultimo punto di questa disamina, ma non per importanza, sono le modalità di partecipazione alla vita Democratica, o meglio, l’educazione alla Democrazia partecipata, ove in tal senso si intendono le modalità di partecipazione vere e proprie, dalla fase del confronto a quella della programmazione, dalla fase della votazione nel momento di prendere una decisione e far sintesi a quella dell’ascolto, sono tutti atteggiamenti fondamentali che necessitano di un adeguata formazione e che lo Stato stesso dovrebbe premurarsi di insegnare, a partire dalle Scuole, luoghi dove nasce la popolazione del domani; la popolazione non più in età scolastica necessita di formatori e progetti adeguati ad incentivare la partecipazione ed educazione alla Democrazia, nella forma ove meglio riesce ad esprimersi.
La Democrazia Partecipata è una scelta, una strategia ed una via da seguire che va messa al centro della visione di ogni azione riguardante il presente e futuro dei territori, non è un semplice “mezzo” o “metodo” ma un vero e proprio modo di vedere, vivere e costruire la Società, dobbiamo scegliere se imboccare questa strada o meno.