Di ritorno dal festival di Venezia

Al ritorno al Festival di Venezia ecco le primissime impressioni su questa esperienza dei nostri neocritici.

 

 Domanda banale… scontata… ma imprescindibile… Rispetto alle aspettative… com’è stato? in un bilancio positivo e negativo… Luci e ombre…

 Antonio: è stato fantastico! Essere “costretti” a vedere decine di film, confrontarsi con altre persone che condividono la tua stessa passione, toccare con mano veri e propri miti viventi del cinema, fare passerella sul red carpet, presenziare alla premiazione finale… c’è niente di meglio?

 Simona: Quella di Venezia è stata un esperienza assolutamente unica e incantevole. Un occasione rara e ricca di responsabilità. L’aria che si respira alla Mostra del cinema è molto lontana dalla nostra realtà quotidiana. Inoltre la possibilità di vedere grandi classici introvabili, di confrontarci con registi e attori non è sicuramente da poco!

 Nella vostra formazione, quanto credete che avrà influito questa esperienza?

 Antonio: Da questo punto di vista credo che la Mostra ci abbia dato davvero tanto, sia perché ha acuito il nostro spirito critico grazie al dialogo costruttivo stabilitosi con gli altri colleghi, sia perché ci ha permesso di conoscere film che altrimenti non avremmo mai potuto vedere.

 Simona: Venezia è stata la mia esperienza più importante da studentessa, e me ne sono accorta tornando a casa e pensando a quanto in così pochi giorni ero cambiata! L’importanza e la responsabilità che ci è stata affidata, il poter vivere da vicino quello che ruota intorno ad una grandissima macchina organizzativa, il confronto sempre diretto con tutti è stato motivo di grande arricchimento. Voglia di fare sempre meglio e perché no! Di portare aria nuova a Messina.

 Com’è stato rapportarsi a grandi giurati e a grandi opere d’arte?

 Antonio: Essere considerati dei “professionisti” all’interno di un evento culturale di tale portata ci ha ovviamente gratificato moltissimo, ma ci ha anche fatto sentire il peso della responsabilità, l’onere della scelta. Per quanto riguarda i film, beh, poter vedere dei capolavori della storia del cinema, in una sala cinematografica, a Venezia, almeno per quanto mi riguarda, mi ha davvero emozionato tanto…

 Simona: Abbiamo visto film che hanno scritto la storia del cinema con una ampia varietà! Si passava dal cinema italiano a quello giapponese, dal francese al cinese. La qualità dei film era altissima. Il restauro gli ha restituito una nuova vita, specialmente a capolavori che erano tenuti in pessime condizioni e difficilmente fruibili dal pubblico. È sicuramente stato un grande onore vederli per la prima volta ed altrettanto difficile giudicarli. Oltretutto ogni giorno si tenevano tantissime conferenze dove era possibile confrontarsi ed ascoltare grandi registi.

 Che effetto vi ha fatto il mondo del cinema da vicino?

 Antonio: è un mondo di pazzi! A parte gli scherzi, è stato entusiasmante! Stare seduto dietro Sakamoto o incontrare per caso Bertolucci all’uscita del Casinò, stringere la mano ad Enzo Staiola, il bambino di Ladri di biciclette, o parlare con la figlia di Samuel Fuller di suo padre… per chi studia e ama il cinema non può non essere eccitante.

 Simona: il mondo del cinema è magico e coinvolgente. Una realtà dentro la quale ti senti unico e tutti noi nel nostro piccolo ci siamo sentiti un po’ star.

 Quali sono stati i criteri delle vostre votazioni?

 Antonio e Simona: per quanto riguarda La proprietà non è più un furto di Elio Petri, vincitore del premio per il miglior restauro, la scelta è stata dettata dalla potenza espressiva del film e dalla sua capacità di dialogare, anche a distanza di quaranta anni, con un pubblico giovane. Petri è riuscito a esprimere, in maniera incisiva e caustica, quelle psicosi e quelle manie legate al denaro e al concetto di proprietà che erano attuali nel 1973 come lo sono oggi.

Per la sezione dei documentari sul cinema invece abbiamo scelto Double Play: James Benning and Richard Linklater di Gabe Klinger, per la sua capacità di distaccarsi da un modo di fare documentari che noi giurati, quasi all’unanimità, abbiamo ritenuto banale. Inoltre ci ha permesso di conoscere o rivalutare due cineasti più o meno sconosciuti attraverso le loro conversazioni e attraverso un dialogo non solo verbale ma anche e soprattutto visivo, grazie agli inserti tratti dai film dei due autori.

  “Quanta energia avete sprecato per il ritorno”?

 Antonio: Più che di energia sprecata, parlerei di trauma! La Mostra è davvero un mondo a parte: stare in sala tutto il giorno, arrivare a vedere sette film al giorno, partecipare alle feste esclusivi… il ritorno non può che essere destabilizzante!

 Simona: Abbiamo sprecato tutte le nostre energie! Guardavamo tantissimi film al giorno! Eravamo sempre entusiasti per qualsiasi cosa solo in tarda serata trovavamo il tempo di riposarci! Sinceramente la stanchezza non pesava tanta era la voglia e l’entusiasmo che ci animavano ogni giorno!

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